Ciao a tutti sono nuova in questo Sito. Ho una domanda e cerco qualcuno che mi possa aiutare. Ho 22 anni e due anni fa sono stata quasi violentata sono riuscita a scappare. Dopo ciò me la sono vista abbastanza brutta tra incubi e paure varie, ma sono riuscita a riprendermi la mia vita anche grazie ai miei genitori e amici. Quest anno hanno trovato il mio carnefice e io sono andata a testimoniare contro di lui. E`stato orribile perché mi hanno chiesto ogni particolare e ho pianto davanti ai giudici perché il ricordarmi mi distruggeva. Due Settimane dopo la testimonianza ad un tratto di notte mentre stavo per addormentarmi mi sono apparse immagini orribile e una paura tremenda di poter far del male alla mia gattina che amo all´infinito e che proteggerei da tutti con tutta me stessa. Erano cosi orribile che ho incominciato strillare a piangere a chiudermi nel bagno per paura di poter farle veramente del male. Ora questi pensieri vanno avanti non mi lasciano tregua e io sto malissimo. Qualcuno sa cosa possa essere? se vengono a causa del trauma? e come ne posso uscire?
Buongiorno,
da quello che scrive pare ci siano alcuni sintomi del disturbo post-traumatico da stress, ma anche una forma di identificazione con l'aggressore. Normalmente in questo tipo di traumi, da parte della vittima, c'è un senso di derealizzazione (distacco dalla realtà) o l'amnesia dissociativa, che causa difficoltà a ricordare l'evento oppure incubi notturni relativi alla scena del trauma. Per questi sintomi trova molto materiale su internet e personalmente ho dedicato una pagina sul mio sito (http://www.psicoverona.it./index.php?page=pensieri-ossessivi).
L'azione di reiterare la scena traumatica su un oggetto o su un animale o in un disegno è un processo naturale del trauma, ma normalmente si riproduce la stessa scena (in questo caso la violenza sessuale). Quando invece le emozioni provate: impotenza, paura, rabbia, vulnerabilità, senso di minaccia alla propria integrità fisica, si trasformano o si canalizzano in aggressività (in questo caso verso ciò che ama, la sua gattina) allora è il caso di iniziare un percorso di psicoterapia da uno psicoterapeuta della sua zona che lavori specificatamente sul trauma con l'obiettivo di elaborare il trauma e le sue componenti.
Spero di esserle stata utile.
Buona giornata.
Salve Ani, la situazione che lei descrive sembra rientrare in un quadro da stress post-traumatico. Ansia, insonnia, incubi, sogni angoscianti, sensi di colpa sono i sintomi ricorrenti nel disturbo. E poi, l'intrusione nella mente di fantasie e pensieri disturbanti, apparentemente senza senso, bizzarri. Le consiglio una psicoterapia che possa aiutarla a comprendere cosa le sta succedendo e a decifrare quelle fantasie che apparentemente sono così prive di senso. Ha avuto il coraggio di andare in tribunale a denunciare il suo carnefice, non è stato facile per lei, come scrive, rivivere fin nei minimi particolari ciò che era successo. A mio parere potrebbe fare anche un passo in più: richiedere una valutazione psicodiagnostica (si può rivolgere alla sua ASL) che attesti lo stato traumatico. Poi, iniziare la psicoterapia e richiedere al giudice, se non l’ha già fatto, di addebitare i costi a chi ha deciso un bel giorno di trasformarsi in un animale. Coraggio!
Roma
La Dott.ssa Mirella Caruso offre supporto psicologico anche online
Cara Ani, la sua vicenda è molto toccante. Purtroppo, non accade di rado che esperienze come quella che ha vissuto lascino come "traccia" i pensieri che descrive. Quindi si, possono essere legati al tentativo di violenza. E' stata molto coraggiosa ad affrontare la vicenda dal punto di vista legale e, se sente di essere pronta, potrebbe cominciare ad affrontarla anche sotto un piano diverso. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta per iniziare, con la dovuta cura, un percorso di elaborazione sotto la guida di uno specialista. Puo' rivolgersi allo psicologo dell'ASL (consultorio familiare), dove i costi sono più accessibili, oppure privatamente ad un professionista.
In bocca al lupo.
ciao Ani, innanzitutto voglio dirti che mi dispiace tantissimo per quello che ti è successo. Credo tu abbia sviluppato un disturbo post traumatico da stress in seguito all'evento, da qui, incubi, paure e credo, anche se sono poche le informazoni che ci hai dato e sarebbe importante approfondire, tu abbia cercato di scacciare via dalla mente quest'evento,reprimere le emozioni, e stare lontana da tutto ciò potesse riportarti alla mente l'accaduto. Ecco perchè nel momento in cui hai visto il carnefice e hai testimoniato, tutte le emozioni che portavi dentro di te e che reprimevi con tanta forza sono venute fuori in questo modo così intenso, e la mancanza di strategie di contenimento e di regolazione di queste intense emozioni ti ha portato ad avere questi pensieri che sono correlati alla violenza che tu stessa hai subito, nonostante tu sia riuscita a scappare, è pur sempre una violenza.
Io ti consiglierei di iniziare un percorso terapeutico, ne hai bisogno, per liberarti in maniera adeguata di questo grande peso che ti porti dentro...
Per quanto riguarda i tuoi pensieri sulla tua gattina, stai tranquilla, si chiamano pensieri intrusivi, e non portano a mettere in atto ciò che pensi.
In bocca al lupo.
Gentile ragazza,
questi pensieri potrebbero essere legati all'evento traumatico subito e/o ad altro ancora che, tuttavia, non emerge nel suo racconto.
Un consulto online è, tuttavia, insufficiente: come mai non ha pensato anche prima di rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Se lo ritenesse opportuno, può contattarmi per un primo consulto presso una delle seguenti sedi: Napoli (Soccavo), Pompei e San Giuseppe Vesuviano.
Un caro saluto
Napoli
La Dott.ssa Valentina Nappo offre supporto psicologico anche online
Cara
Purtroppo nella tua lettera mancano molti elementi per cui è molto difficile azzardare qualsiasi tipo di ipotesi. Ad esempio mancano dati su come sei riuscita a riprenderti la tua vita, cosa è accaduto in questi due anni e se oltre ai tuoi genitori e amici hai consultato uno specialista e hai intrapreso un percorso psicoterapico di elaborazione del tuo vissuto connesso alla tentata violenza.
Avere accanto tante persone che ti amano non sempre è utile per affrontare situazioni tanto complesse come quella che hai sperimentato. Questo per svariati motivi. Alcuni di questi possono riguardare i tuoi genitori come ad esempio la paura che ti possa accadere di nuovo una situazione del genere; il senso di colpa per non essere stati “genitori attenti”; l’impotenza di fronte al non riuscire ad aiutare la propria figlia abbastanza; l’iperprotezione; la rabbia; la tristezza e chissà quant’altro ancora. Rispetto ai tuoi amici può esserci ad esempio la tendenza a distrarti dai pensieri e dagli incubi o al contrario a parlarne “troppo”. In ogni caso ti potrebbe capitare la sensazione di non sentirti compresa appieno rispetto all’esperienza vissuta e sperimentare un senso di solitudine. Potrebbe essere utile “Parlare” o meglio affrontare la situazione con un esperto che possa prendere in carico anche la tua famiglia per orientarla sulle reali possibilità di aiutarti nel modo più adeguato rispetto anche al tuo ciclo di vita di giovane donna.
Non si comprende cosa tu intenda quando dici “sono riuscita a riprendermi la mia vita” e quanto tu abbia potuto rielaborare i tuoi vissuti emotivi rispetto alla sessualità e alle relazioni sentimentali e il peso di aver “dovuto subire” una tentata violenza. Non si parla della tua eventuale “rabbia” naturalmente fisiologica o della tua paura. Ci sono i tuoi incubi a parlare, ad esprimere emozioni che razionalmente non riescono ad emergere. C’è la tua gattina, piccolo soggetto neutro, su cui convergono tutte le tue emozioni negative approfittando di un momento in cui le tue difese sono più basse (di notte mentre stavo per addormentarmi).
Ti consiglio di non sottovalutare quello che ti è accaduto e di affrontarlo con l’aiuto di esperti che possano realmente aiutarti a superare il dramma che stai ancora vivendo. Parlarne con i tuoi familiari o con i tuoi amici non basta. Loro, con il loro affetto, rappresentano sicuramente una rete di supporto efficace ma non possiedono gli strumenti e le tecniche per consentirti di “uscirne”.