Rifiuto maestre

Alessandra

Mio figlio di 6 anni ha appena iniziato la primaria e solo dopo 2 giorni le maestre, in modo poco attento alla privacy, mi comunicano che mio figlio è violento e aggressivo e non ascolta. Da premettere che il bambino fa logopedia da 2 anni per un ritardo del linguaggio e conseguente attenzione, la relazione è migliorata da quando la segue ma, se gli viene detto non ho capito o lo si deride se sbaglia (i compagni) gira le spalle e si chiude). Le maestre in una riunione voluta da me, logopedista e psicologo comportamentale per trovare delle strategie è stata un disastro, mi hanno riferito che in classe non vuole lavorare, o meglio, fa una paginetta e poi si stanca se richiamato dalle maestre grida - no basta smettila- e si butta a terra sotto al banco, che ha addirittura lanciato la cattedra qua do sgridato, loro mi dicono che lo fanno uscire in corridoio per stare con la collaboratrice perché altrimenti ( 2 maestre + una di supporto per altro bimbo) non riescono a gestirlo. Alla materna avevamo superato la fase dei no ed era molto autonomo e collaborativo. La mattina mi chiede di accompagnarlo a scuola dalla maestra della materna, che lui adora, se nomino una delle maestre attuali si innervosisce e mi dice che sono brutte. Mi hanno anche detto che secondo loro ha un ritardo cognitivo perché quando dettano lui nn riesce a scrivere, e nn f nulla, a casa si mette alla sua scrivania da solo a fare le attività che nn fa a scuola, a casa a parte qualche capriccio normale si comporta bene, è rispettoso, anche nel gruppo della parrocchia che frequentiamo è sempre stato bravo e tranquillo, mi sembra di sentir parlare di un altro bambino. Mi richiedono altra valutazione e npi asl per poi richiedere il sostegno, io ho comunque fissato appuntamento per avere chiarezza di questa situazione. Lo psicologo e la logopedista hanno invece riscontrato tanta ansia e paura della situazione di cambiamento e mi dicono di dare tempo ma nel frattempo a scuola viene isolato e lui nn è sereno, ha addirittura ricominciato a fare pipi a letto la notte e qualche volte ha delegato quando gli abbiamo chiesto perché si comportava così a scuola se fosse successo qualcosa. Non so cosa pensare...

2 risposte degli esperti per questa domanda

Grazie per aver condiviso la situazione delicata che sta vivendo con suo figlio. È evidente che il passaggio alla scuola primaria è stato un grande cambiamento per lui, e sembra che stia affrontando diverse sfide, sia a livello comportamentale che emotivo.

Il fatto che le maestre lo descrivano in modo così diverso da come lo conosce potrebbe essere un segnale che lui non si sente a suo agio nel nuovo ambiente scolastico. La sua reazione potrebbe essere una manifestazione di stress o ansia, come suggerito anche dai professionisti che lo seguono.

È positivo che abbia già fissato un appuntamento per ulteriori valutazioni, poiché una diagnosi accurata è fondamentale per comprendere come meglio supportare suo figlio. Tuttavia, è altrettanto importante che la scuola sia un ambiente in cui lui si senta sicuro e supportato, cosa che al momento sembra non accadere.

Lei potrebbe considerare di coinvolgere un esperto in educazione inclusiva o un consulente specializzato in bisogni educativi speciali per lavorare con la scuola e trovare strategie più efficaci per il supporto di suo figlio. Questo potrebbe includere la formazione delle maestre su come gestire comportamenti difficili in modo più costruttivo e inclusivo.

Nel frattempo, continuare a fornire un ambiente amorevole e di supporto a casa sarà fondamentale per il benessere emotivo di suo figlio. Potrebbe anche essere utile esplorare tecniche di gestione dello stress e dell'ansia adatte ai bambini, come esercizi di respirazione o tecniche di rilassamento.

Le auguro il meglio nel trovare il supporto e le risorse di cui suo figlio ha bisogno per prosperare.

Dott. Matteo Piccioni

Dott. Matteo Piccioni

Torino

Il Dott. Matteo Piccioni offre supporto psicologico anche online

Lo psicologo e la logopedista hanno ragione ad aspettare perché c'è bisogno di tempo per adattarsi al nuovo regime scolastico diverso dalla scuola dell'infanzia. Ci sono degli aspetti che vanno comunque valutati ovviamente più il là circa le difficoltà cognitive e di applicazione ai compiti scolastici. Alle insegnanti consiglierei di lasciarlo stare per un po' e cercare di creare con lui una relazione più positiva che si basi sull'accettazione di questi suoi comportamenti almeno per il momento. Forse non si tratta di ritardo cognitivo (spero) ma di deficit dell'attenzione con probabile DSA, ma questo è da verificare con apposita valutazione neuropsicologica.

Dott. Venanzio Clarizio

Dott. Venanzio Clarizio

Bari

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