Vita e morte

Melissa

Buonasera e ringrazio gentilmente chiunque mi risponderà.
Sono una ragazza che soffre di depressione ma secondo me c'è qualcosa che non va in me.
Sono sempre stata una persona solitaria e questo mi ha portato a riflettere molto sulla mia vita e trovarne un senso
Ho pensato molto sul senso della vita e sono arrivata alla conclusione che niente può farmi stare meglio: ho sempre pensieri suicidi, sono completamente sola, non ho rapporti con la mia famiglia poiché non capisce che soffro di depressione, ho più volte tentato di spiegare come mi sento ma per loro la malattia mentale è un tabù quindi mi sono arresa e loro mi hanno esclusa, non ho amici, e a quasi 22 anni non ho concluso niente della mia vita.
A quasi 22 anni c'è il senso di fallimento totale, ho fallito in tutto e non mi rimane niente e mi chiedo cosa mi spinge a continuare a vivere, forse la paura di sopravvivere a un tentativo di suicidio mi fa rimanere ferma senza decidere se vivere o morire.
So di essere un peso per chiunque e di sicuro i traumi del passato non mi aiutano ad andare avanti.
So che è difficile vivere, ma ogni secondo della mia vita, nella mia testa c'è il continuo pensiero di suicidarmi, di smettere di vivere, il pensiero di non farcela più, perché è più facile arrendersi a tutto invece di andare avanti.
Nella mia mente so che il suicidio è solamente una soluzione temporanea, ma è una soluzione che prevede l'annullamento di me stessa e sembra più facile rispetto a vivere.

11 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Melissa, forse quello che le è capitato in passato la ha immobilizzata e forse ha deciso inconsciamente di rinunciare a desideri e progetti per evitare ulteriori sofferenze, con l'idea di proteggersi. Forse tramite un percorso psicologico potrebbe iniziare a cercare dentro di sè la "scatola" dove ha riposto la sua forza vitale riscoprendo desideri che ha ancora tutto il tempo per realizzare. 

Ciao Melissa,,

da quello che hai scritto ho percepito tutta la tua sofferenza e mi dispiace molto.

Ti trovi in una situazione psicologica davvero difficile, hai fatto bene a chiedere aiuto, brava!

Dalla depressione sii può uscire, te lo assicuro, ma bisogna seguire un percorso con un professionista con cui tu ti senta al sicuro per costruire un'alleanza terapeutica e lavorando insieme permetterti di provare anche le emozioni positive.

La visione che hai di te stessa, delle tue capacità è sicuramente distorta negativamente. Incominciando a stare meglio si modificano anche la percezione di te stessa, degli altri e del tuo futuro.

Mi addolora che i tuoi genitori non sostengano il progetto di una terapia, ma comunque tu sei maggiorenne e puoi iniziare questo importante lavoro su di te anche se loro non supportano l'idea.

Vorrei tanto trasmetterti la fiducia (che da bambina non hai potuto acquisire) che anche per te la vita può essere molto meglio di così.

Hai solo 22, c'è tutto il tempo per riflettere sui tuoi bisogni insoddisfatti e i tuoi desideri frustrati, per capite come realizzarli.

Per favore, rivolgiti al più presto ad uno Psicologo Psicoterapeuta, se vuoi ti aspetto nel mio studio per una "rinascita".

Un abbraccio

 

Dott.ssa Ileana Fringuelli

Cara Melissa,

forse dovrebbe tentare di prendersi del tempo per iniziare a curare a fondo questa anima così tormentata. I traumi possono essere curati ed elaborati e la depressione che lei sente può essere meno schiacciante.

Mi piacere ricordarle una frase di Calvino: "cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio." 

Le auguro di darsi la possibilità di iniziare una psicoterapia che possa nel tempo aiutarla a affrancarsi da questo che le sembra un sentiero segnato e con poca luce. so che può essere diverso. cerchi dentro di lei questa speranza, anche un solo barlume, e la faccia durare e gli dia spazio... con un buon aiuto vedrà che la salita sarà percorribile.

Auguri di cuore

Giovanna Tatti

Milano

Buongiorno Melissa, dalla sua lettera traspare tanta sofferenza..ma anche voglia di  essere aiutata altrimenti non avrebbe scritto..allora che ne dice di darci una possibilità e trovare il modo per affrontare l'angoscia che porta a pensieri così negativi e suicidari..intanto sarebbe utile contattare uno psichiatra che possa supportarla farmacologicamente e possa alleviare questa angoscia di vivere, affiancando un aiuto psicoterapeutico in cui trovare uno spazio dove portare i suoi fantasmi e incontrarli con il supporto e l'aiuto di una terapeuta. Non perda la voglia di vivere ... mi contatti se vuole. Dott.ssa Sabba Desiree

Gentile Melissa,

comprendo la sua grande frustrazione: stare male e non essere compresa dalle persone più vicine.

Osservo - mi corregga se sbaglio - che per quanto parli del suo dolore e dei pensieri di suicidio, è come fosse comunque più forte il sottostante desiderio di "vivere" e di "andare avanti", nonostante i "fallimenti" ed i "traumi". Voglia di vivere ed andare avanti: ha senso per lei che siano la motivazione a chiedere aiuto, in famiglia e qui?

Le propongo di lasciarsi sospendere da sé stessa, di fare leva proprio su questi due aspetti e di rivolgersi ad uno/una psicoterapeuta (anche pubblico) per iniziare un percorso, che le chiederà tempo e pazienza, ma che la aiuteranno a vivere e ad andare avanti.

La saluto e le auguro ogni bene.

drssa Chiara Lecca

Cara Melissa

Mi spiace sentire,  da una ragazza così giovane e con una vita davanti, parole così sofferenti. Mi spiace, inoltre, non ti senta capita e supportata dalla tua famiglia. Penso sia fondamentale cercare di essere aiutata da un professionista. Inoltre i tuoi pensieri risultano "importanti" e da non sottovalutare. Fatti sostenere da uno psicoterapeuta, che possa aiutarti a dare un senso differente alla tua vita. Non arrenderti, cerca di pensare che le cose possono cambiare, se solo tu ne sei convinta. Fatti aiutare a risolvere i "traumi del passato", per poter vivere il presente in modo più sereno e soprattutto pensare di meritare di vivere.

Auguro con tutto il cuore buona fortuna 

Dott.ssa Elisa Danza 

Cara Melissa,

I suoi temi sono profondamente esistenziali...

Si tratta dell'eterno e tormentoso conflitto interiore tra energie di Eros e Tanatos (cfr. Freud), tra l'ansia evolutiva vitale e la direzione involutiva della patologia (cfr. Alberto Alberti)...

Queste energie psichiche sono sempre presenti in ogni essere umano, mentre l'entità del loro conflitto dipende da quanta preponderanza esse assumano nel guidare i nostri pensieri e le nostre azioni o da quanto esse influenzino i nostri stati interiori, talora causando forte sofferenza...

Constatare poi che nessuno crede alla sua enorme sofferenza ne aggrava il quadro... perché in questo modo aumenta il senso di impotenza che alimenta l'idea di non farcela.

Lei ha solo 22 anni, perciò, tante possibilità per riscattarsi dai suoi "fallimenti" e tanta energia vitale da ritrovare e liberare per potersi affrancare in ciò che desidera... anche se (lo so bene), in questo momento, non le pare possibile.

Non conosco la sua vita, ma dai temi che porta le suggerirei di trovare un/a collega con una formazione sistemica o psicosintetica (magari con ulteriore formazione in EMDR).

Su Milano ho una collega psicosintetista.

Se vuole mi può scrivere senza problemi, quando vuole, le posso dare contatto della collega, o comunque io sono disponibile per altre indicazioni e chiarimenti.

Si può sempre riscrivere una storia.

La saluto cordialmente,

Dott.ssa Verusca Giuntini 

 

Ciao Melissa. Più leggevo il tuo messaggio e più sentivo forte la tua richiesta di aiuto. I pensieri suicidari spesso emergono in risposta all' insopportabilità del dolore. Il dolore come tutte le emozioni può diventare eccessivo e in quel caso non è più funzionale. Devi trovare un terapeuta possibilmente che usi l' emdr che serve a riportare il dolore ad un valore utile. Perché anche il dolore è utile a segnalarci l' importanza di un evento a ritirarsi per elaborare e ripartire. Nel dolore facciamo introspezione vogliamo stare soli e trovare la risposte. E possiamo trovarle. Se il dolore è troppo forte  il ritiro assume la forma dell' evitamento estremo, mentre esistono modi più corretti di viverlo e dargli dignità senza vergogna. Per prima cosa devi "vederti" e trovare qualcuno che ti veda e che accolga il tuo dolore. Che lo comprenda in modo competente e poi andare a fondo e conoscerti, conoscere la tua storia, ritrovare il  bandolo d tua matassa. Affidati se puoi ad un terapeuta emdr e scopri cosa ha bloccato la tua voglia di vivere. Un abbraccio

Cara Giovane Donna,

se hai scritto vuol dire che dentro di te c'è la grinta giusta per rinascere e hai solo bisogno di trovare qualcuno che la sostenga.

No, tu non vuoi arrenderti e lo sai bene!

Ricorda che anche nelle situazioni più dure e forti si può trovare uno scopo, ce lo insegna Viktor Frankl, sopravvissuto ai campi di concentramento, che dice: "quando non siamo più in grado di cambiare una situazione, siamo sfidati a cambiare noi stessi".

Parti proprio da qua! Anche se sei sola (pensa a quanto può essersi sentito solo un uomo in un campo di concentramento!), anche se hai subito traumi e hai pensieri dolorosi, inizia a prenderti cura di te (cambia te stessa) e avrai modo di verificare che cambiando te stessa cambierà anche la tua vita!

Sei giovane , ma abbastanza adulta da rivolgerti a uno psicologo (anche nel servizio pubblico se ancora non sei indipendente economicamente) che può aiutarti a risolvere la depressione e costruire il tuo percorso di vita. Eventualmente, puoi valutare anche un sostegno farmacologico, per velocizzare la cura.

E' dura, ma devi lottare, avere pazienza e costanza. Vedrai che i tuoi sforzi saranno ripagati!

Forza!!

 

Gentile Melissa, le posso assicurare che questa sua sofferenza solitaria, che si manifesta con pensieri e sentimenti di tipo depressivo, può essere capita e decifrata, cominciandole a dare tutto il suo senso, e collegandola ad una angoscia esistenziale, che alla sua età è piuttosto comune. Ma il problema mi sembra sia dovuto anche alla chiusura  nella quale lei si trova. I genitori non riconoscono questo disagio, perché ne hanno paura in qualche modo, lasciandolo rimanere un tabù, le si sente annullata per non "essere vista"  proprio dalle persone da cui si aspetterebbe accoglienza, attenzione e ascolto; e la sua sudicia aumenta. Le suggerisco di andare oltre le aspettative che ha avuto sulla sua famiglia, e a credere nella possibilità di avere un aiuto psicologico da parte di un professionista, che ripeto possa davvero aiutarla a dare un significato alle sue difficoltà emotive, per conoscere i modi giusti per affrontare questa sua crescita psicologica difficile, e ritrovare nel pieno la sua identità ed il suo progetto di vita, che può essere meraviglioso.

PS. È possibile anche fare consulti psicologici via Skype.

 Sinceri auguri,

Dr. Cameriero Vittorio 

Salve, mi dispiace per la situazione che al momento sta vivendo, mi rendo conto che è difficile

Ha solamente 22 anni e, se fino adesso la vita non le ha particolarmente sorriso, non è detto che non possa stare meglio in futuro.

Se scrive qui è perchè una parte della sua mente ancora non si è arresa e vuole ancora combattere, la ascolti.

Personalmente ho visto alcune persone trovarsi in una situazione simile alla sua per poi stare decisamente meglio.

Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per trovare le risposte che cerca.

Rimango a sua disposizione.

Dott. Fiori

Dott. Valeriano Fiori

Dott. Valeriano Fiori

Roma

Il Dott. Valeriano Fiori offre supporto psicologico anche online