A volte i bambini possono incontrare difficoltà quando si avvicinano all’acquisizione dei prerequisiti dell’apprendimento: lettura, scrittura e calcolo.
Vi è mai capito di sentire che si lamentano dicendo:
- Non riesco a rimanere nel quadretto,
- Confondo alcune lettere come b/p o f/v,
- Studio tante ore ma non ottengo i risultati sperati,
- Sono tanto lento, il dettato per me è un inferno,
- Mi fa tanto male la mano o il polso mentre scrivo,
- Non riesco ad imparare le tabelline,
- Fatico a capire ed a trovare la soluzione ad un problema di geometria o di algebra,
- Non riesco a stare seduto, è come se le gambe o le mani avessero un motorino e mi obbligano a muovermi “sempre”;
- Ogni rumore, anche solo un compagno che sussurra o il volo di una mosca mi distraggono, ecc.
Quando sono presenti alcuni di questi rimandi da parte dei figli può essere utile richiedere una valutazione degli apprendimenti.
A che età si può richiedere una valutazione degli apprendimenti?
Già dall’ultimo anno della scuola materna è possibile, attraverso la valutazione dei prerequisiti, valutare l’emersione dei primi indicatori riferiti a possibili future difficoltà degli apprendimenti.
Per richiedere, invece, una vera e propria certificazione si deve attendere la fine del secondo anno della scuola primaria di primo grado per la valutazione di:
- Dislessia, difficoltà nella lettura: lentezza sotto le 2 deviazioni standard, salto di riga, sostituzione o omissione di fonemi; ecc.
- Disgrafia, difficoltà di scrittura, fatica a mantenere la riga o il quadretto, scrittura poco leggibile, indolenzimento all’arto superiore, tratto “pesante”, ecc.
- Disortografia, difficoltà di scrittura, errori nella punteggiatura, omissione o scambi di lettere e/o grafemi, ecc.
Per poter fare, invece, una diagnosi di discalculia (difficoltà nel procedimento matematico, acquisizione delle tabelline, calcoli, logica geometrica, acquisizione senso del numero, ecc.) si deve attendere la fine della terza elementare.
Una volta terminata la valutazione, in studio privato, se emerge anche solo uno o tutti gli indicatori del DSA si deve richiedere presso la propria ASL la convalida:
- F81.0 Disturbo Specifico di lettura (dislessia),
- F81.1 Disturbo Specifico della compitazione,
- F81.2 Disturbo Specifico delle Abilità Aritmetiche;
- F81.3 Disturbi Misti delle Abilità Scolastiche.
Se invece, ci si rivolge alla propria ASL di competenza è bene richiedere agli insegnanti, in primis, la compilazione della scheda di osservazione da consegnare all’equipe multidisciplinare e rivolgersi presso il proprio medico curante per la richiesta dell’impegnativa da consegnare durante il primo colloquio conoscitivo o per la prenotazione.
Come si struttura una valutazione degli apprendimenti?
Se ci si rivolge ad uno studio privato, per prima cosa, è previsto un colloquio conoscitivo con la famiglia, che serve per valutare insieme quale tipo di percorso intraprendere. La presenza o meno del figlio deve essere valutata in base alla sua emotività ed al suo temperamento.
L’attenzione si pone su: anamnesi perinatale e natale, le tappe di sviluppo (linguaggio, gattonamento, cammino, ecc.), le difficoltà osservate, l’inserimento nei vari cicli scolastici, il funzionamento emotivo-relazionale, ecc.
La valutazione prevede: test sul Quoziente Intellettivo, che deve essere nella norma: tra 85 e 115, lettura, scrittura, linguaggio, comprensione del testo, abilità visuo-percettive, calcolo, ragionamento aritmetico, memoria, attenzione, pianificazione, funzioni esecutive, denominazione di oggetti, dettato, ecc.
Dallo svolgimento della valutazione non emergono solo le aree “deboli” o deficitarie ma anche le potenzialità e quindi le abilità che è fondamentale conoscere per poterle usare al meglio durante lo studio quotidiano.
Essere DSA non significa avere una malattia. Le abilità carenti si possono potenziare con training specifici.
È utile anche conoscere i vari strumenti: compensativi e dispensativi come software per la scrittura o la creazione delle mappe, libri digitali, audiolibri, uso del tablet, l’uso di pen-drive o registratori, la sintesi vocale, l’avere maggior tempo a disposizione, le risposte a scelta multipla o veri e falsi, uso della calcolatrice, creare dei contenitori datto per "raccogliere" e conservare i vari schemi, imparare a colorare per esempio le parole chiavi o per ogni argomento usare lo stesso colore, ecc.
Nella Regione Piemonte la valutazione deve essere redatta da un’equipe multidisciplinare composta da: logopedista, neuropsicologo e neuropsichiatra.
Per poter porre diagnosi di DSA non deve esserci comorbidità con patologie cliniche-medico ed il quoziente intellettivo deve rientrare nella norma.
Ho ricevuto una certificazione, cosa fare?
Dopo aver ricevuto la certificazione occorre rivolgersi all’ASL di competenza per farla vidimare e certificare se svolta da uno studio privato.
A seguire occorre consegnare il fascicolo della valutazione alla segreteria, quindi ritirare il proprio codice, e richiedere un colloquio col referente scolastico DSA, il coordinatore di classe e con quei professori nelle cui materie si sono osservate le maggiori difficoltà.
È necessario spiegare al proprio figlio che non è nulla di grave ma anzi un’opportunità per conoscere meglio se stessi, le proprie abilità da potenziare o da “sfruttare” maggiormente durante le ore di studio.
Può anche essere utile rivolgersi ad un tutor degli apprendimenti per intraprendere un percorso specifico e personalizzato volto all’acquisizione del proprio metodo di studio, per imparare e conoscere l’uso di software informatici (gratuiti o a pagamento) e se del caso un percorso con logopedista o psicologo che vada a potenziare le abilità carenti o deficitarie.
Prima si conosce e si dà un nome alla propria difficoltà prima si può intervenire e potenziare alcune abilità.
Scuola, famiglia ed emozioni
È importante che queste due istituzioni collaborino, che abbiano un dialogo aperto e intervengano con sinergia nei sistemi educativi e di apprendimento.
All’inizio può essere difficile accettare o conoscere questo tipo di difficoltà ma attraverso il dialogo con la scuola, con i professionisti che hanno svolto la valutazione e col proprio figlio, si arriva a comprendere sempre più cosa significa osservarsi “lento”, fare molti errori, non “ritrovare la riga” o avere il cervello che “si distrae spesso”.
L’aspetto fondamentale è non giudicare il bambino. Una persona che si sente libera di potersi mettere in gioco, di sperimentarsi e di poter sbagliare crescerà più motivata e non si scoraggerà quasi mai davanti alle difficoltà della vita.
Una persona che a casa impara e conosce i propri strumenti compensativi, li usa, li accetta e li condivide oppure che a scuola si sente accolto sia dagli insegnanti che dalla classe è un ragazzo che avrà fiducia in se stesso e vorrà continuare, secondo la propria indole, a studiare e conseguire i propri sogni “lavorativi-futuri”.
Talvolta può essere utile rivolgersi ad un tutor degli apprendimenti perché intervengano nella relazione aspetti non solo relazionali ma anche educativi quindi la persona tende a dare maggiore ascolto, a non cercare di “prendere ulteriore tempo libero” e talvolta può essere anche una figura di supporto durante i colloqui scolastici o la redazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP).
Normative di riferimento per DSA
Legge 8 ottobre 2010, nº 170
Legge n. 59/1997, (riforma Bassanini) art. 21
Decreto Ministeriale 12 luglio 2011 in materia di DSA - Decreto attuativo n. 5669/2011
Sito MIUR prevede la documentazione aggiornata per redigere, ogni anno, il PDP
Per maggiori informazioni potete contattarmi per indirizzo email o telefono o tramite il modulo contatti.
Ricevo a Torino ed in provincia e svolgo anche consulenze online.
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
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