In ambito scolastico se ne parla sempre di più, ma cosa sono i bambini con BES? Sono bambini che hanno qualche difficoltà nell’area del funzionamento dell’apprendimento, a volte transitorie. Attualmente si è allargato il campo di comprensione delle situazioni che possono rendere “difficile” l’apprendimento e che hanno conseguenze sul profitto scolastico. Le difficoltà, di cui parlo, non sono una conseguenza di una causa specifica, ma derivano dall’incrocio di molti fattori che riguardano sia il bambino stesso, sia i contesti che egli abita. Un apprendimento difficile può derivare dalla combinazione di: difficoltà emozionali (timidezza, ansia, collera, scarsa motivazione,insicurezza...), difficoltà comportamentali (aggressività, cattiva condotta..), difficoltà nell’ambito psico-affettivo (bambini isolati, bambini passivi, bambini troppo dipendenti da una figura adulta...) , difficoltà causate da particolari condizioni fisiche (esiti di incidenti, malattie croniche, ospedalizzazione prolungata...) o difficoltà dovute a fattori contestuali-ambientali (famiglie disgregate, bambini che hanno vissuto un lutto, bambini trascurati, difficili condizioni socio- economiche, scarso dialogo con la scuola, materiali di apprendimento inadeguati...). In questa prospettiva la scuola, attraverso i Consigli di classe o il teams dei docenti, ha il compito di indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica. La scuola, quindi, non dichiara come per i DSA gli “alunni BES”, né tanto meno li certifica, ma individua quelli per i quali è opportuna e necessaria una personalizzazione formalizzata, ossia un PDP (Piano Didattico Personalizzato). Si dà così importanza all’identificazione della situazione di bisogno specifico del minore. Cosa cambia? A differenza di una certificazione o di un DSA (disturbo specifico dell’apprendimento che necessitano considerazioni oggettive), un bambino con bes viene valutato in base ai suoi bisogni ed anche in base alle variabili: contesto e convenienza dell’intervento di personalizzazione proposto. Si passa così da una prospettiva di eslusività a una di inclusività, basata sul riconoscimento delle differenze di ciascun alunno e sulla conseguente necessaria programmazione didattica che la scuola e la classe devono, attuare perché a ciascuna differenza sia riconosciuta la piena legittimità e ad ogni alunno la piena partecipazione, sia al processo di apprendimento, sia al contesto sociale. Favorendo modalità di cooperative learning.
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