Dalla dislateralità uditiva ai disturbi del linguaggio, dell'attenzione e dell'apprendimento

La dominanza emisferica

Il cervello umano, così come il corpo, è composto da due parti: l’emisfero destro e l’emisfero sinistro, separati e collegati tra loro dal corpo calloso. Il nostro perfetto sistema nervoso è fatto a rete: l’emisfero destro quindi controlla la parte sinistra del corpo e l’emisfero sinistro quella destra.

I due emisferi lavorano assieme, nello stesso modo, soltanto nel corso dei primissimi anni di vita. “Nei neonati entrambi gli emisferi hanno apparentemente le stesse potenzialità, ma nel periodo compreso tra la fine del primo anno di vita e l’inizio del secondo compaiono contemporaneamente le prime parole chiare e la potenzialità manuale. Non si possono, tuttavia, ancora rilevare nette differenze tra le due parti del corpo. Il bambino, dopo aver acquisito la coscienza del proprio corpo, lo“divide” in due metà: è in grado di eseguire movimenti fini con una mano senza che nell’altra ci siano movimenti imitativi. La “divisione” del corpo avviene attorno al terzo anno di vita ed è una manifestazione esterna dell’integrazione primaria del sistema posturale. Anche la possibilità di fare movimenti indipendentemente, con tutte due le parti del corpo, indica una tappa importante dello sviluppo della lateralità” (De Quiros, Schrager, 1988, pp. 37-39).

All’età di tre anni, un emisfero si specializza e diventa dominante: con lui acquistano un ruolo principale l’orecchio, l’occhio e la mano corrispondenti; verso i 6 anni diventa dominante anche la gamba ed il piede.

In letteratura si ritiene che nella maggior parte delle persone, il 98%, diventi dominante l’emisfero sinistro, quindi le parte destra del corpo (Currier 1968, Penfield, Roberts 1959). Le aree cerebrali deputate allo sviluppo ed al controllo del linguaggio si sviluppano nell’emisfero dominante (Bears, Connors, Paradiso, pp. 651-655).

 

La lateralità uditiva

Il dottor Guy Berard ha studiato con particolare attenzione le funzioni uditive e si è soffermato nell’analizzare cosa può succedere se non si sviluppa una buona lateralizzazione a livello uditivo.

Si supponga che l’emisfero dominante sia il sinistro. L’orecchio destro dominante, specializzandosi, coglie le informazioni provenienti da un discorso ascoltato e le invia all’emisfero sinistro, dove trova subito le aree del linguaggio che le elaborano. Inoltre, “quando una persona parla, il suo sistema uditivo la informa sulla qualità e l’esattezza dell’eloquio. Il suono prodotto è troppo forte? È troppo debole? Le orecchie se ne accorgono immediatamente ed informano il centro del linguaggio, che attua le opportune correzioni” (Bérard, Brockett, 2018, p. 53).

“La prima sillaba emessa dalla bocca si propaga nell’aria, ma viene anche raccolta dall’orecchio destro e inviata all’emisfero del linguaggio collocato nell’emisfero sinistro, dato che i nervi si intersecano alla base del cranio. L’intero circuito dalla bocca, all’orecchio destro, all’emisfero sinistro è pressoché istantaneo, di pochi millisecondi. Le cellule dell’emisfero sinistro del sistema uditivo destro sono molto vicine all’area del linguaggio alla quale forniscono direttamente le informazioni ricevute. Il centro del linguaggio continua a ordinare le sillabe successive, che vengono processate come arrivano dalla bocca, in perfetto ordine cronologico, dal momento che un ciclo avviene in circa 20/100 di secondo nella regolare produzione di linguaggio” (Bérard, Brockett, 2018, p. 54).

 

La dislateralità uditiva

“Si supponga ora che il soggetto non possa sentire con l’orecchio destro. Sarà costretto ad usare l’orecchio sinistro per controllare il proprio linguaggio” (Bérard, Brockett, 2018, p. 54).

L’informazione verrà inviata dall’orecchio sinistro all’emisfero destro, dove non troverà l’area del linguaggio e dovrà quindi attraversare i corpi callosi per raggiungere finalmente l’emisfero sinistro. Il tempo di trasmissione può variare tra i 4/100 ed i 40/100 di secondo, o essere anche maggiore. Si avrà come effetto un rallentamento sia nella produzione del linguaggio (questa può essere una spiegazione della balbuziae) che nella ricezione del linguaggio altrui.

“La situazione diventa più complicata se l’ascolto è alternato in modo più casuale, per esempio (semplificando ancora), quando il soggetto ascolta le basse frequenze, sotto i 100 Hz, con l’orecchio sinistro e le altre con l’orecchio destro” (Bérard, Brockett, 2018, p. 56).

Le frequenze percepite con l’orecchio sinistro arriveranno in ritardo nell’area del linguaggio rispetto a quelle colte dall’orecchio destro e quindi le parole verranno invertite. Si notano così bambini con difficoltà/ritardi nel parlare che dicono “poto” anziché “topo”, “patto” anziché “tappo”, ecc., parlano nello stesso modo in cui l’informazione arriva al centro del linguaggio.

Col passare del tempo, grazie a tanto esercizio ed allenamento, riescono a parlare in modo corretto. Se però la dislateralità uditiva persiste, al loro cervello arriveranno parole e frasi sempre distorte: ogni volta il centro del linguaggio dovrà riordinare tutte le informazioni ricevute; si noteranno difficoltà e tempi ristretti nell’attenzione uditiva, specialmente quando il ragazzo deve seguire la spiegazione di un insegnante che parla veloce, ed inversione di sillabe nella scrittura.

 

Ritardi nella lateralizzazione emisferica e uditiva

L’importanza e il funzionamento della lateralità uditiva, spiegato sopra, supporta la tesi che sia proprio la lateralizzazione uditiva a provocare nel bambino l’esplosione del linguaggio (Kikuchi 2011).

Si notano ritardi e disturbi del linguaggio in bambini di tre anni, o più grandi, che non hanno ancora sviluppato la lateralizzazione emisferica, a livello globale o solamente uditivo: essi mostrano un parlare povero, con inversione di sillabe, ed una scarsissima attenzione a livello uditivo, verso frasi e discorsi che vengono loro rivolti.

 

Risolvere, partendo dalla causa

Percorsi rieducativi mirati alla lateralizzazione emisferica globale ed alla lateralizzazione uditiva portano a risolvere il problema alla base.

 

Bibliografia

Bear F.M., Connors B.W., Paradiso M.A., Neuroscienze. Esplorando il cervello, 3^ed, tr.it. Casco C., Petrosini L., Oliveti M., Elsevier Masson, Milano 2007.

Bérard G., Brockett S., Udito uguale comportamento, aggiornato ed ampliato, tr.it. Faberi M., Edizioni del Rosone, Foggia 2018.

Currier R.D., “Nervous System”, in Judge R.D., Zuidema G.D., Physical Diagnosis: A Physiologic Approach To Clinical Examination, Little Brown & Co., Boston 1968, pp.. 397-429.

De Quiros J.B., Schrager O.L., Le turbe dell’apprendimento. Basi neuropsicologiche, Omega, Torino 1988.

Kikuchi M. et al., “Lateralized Theta Wave Connectivity and Language Performance in 2- to 5-Year-Old Children”, The Journal of Neuroscience, 31, 42, 2011, pp. 14984-14988,

Penfield W., Roberts L., Speech and Brain Mechanism, Princeton University Press, New Jersey 1959.

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