Autolesionismo
Sempre più frequenti sono i casi di ragazzi, anche giovanissimi, che effettuano sul loro corpo forme di autolesionismo. Per autolesionismo intendiamo quel fenomeno che consiste nell’infliggere al proprio corpo ferite o lesioni di qualsiasi tipo: graffi, tagli, lacerazioni, bruciature scegliendo accuratamente gli strumenti da utilizzare che possono essere forbici, lamette, compasso e altro ancora.Il gesto autolesivo può avvenire sporadicamente o come in molti casi succede ripetersi quotidianamente fino diventare quindi un rituale compulsivo.
E' necessaria però una premessa, in questa delicata fase che è l'adolescenza il corpo cambia si modifica , compaiono le prime forme, il menarca nelle ragazze e lo spermarca nei ragazzi, Il corpo diventa un corpo sessualizzato, il luogo di espressioni delle proprie emozioni, dei propri vissuti del modo di vedersi e farsi vedere per questo viene iperinvestito, ma può diventare anche il luogo dei propri conflitti interiori e per questo maltrattato.
Per parlare di "cutting" dobbiamo sgombrare il campo dalla falsa credenza che afferma che i ragazzi che praticano atti autolesivi vogliono attirare l’attenzione; ciò cnon è affatto vero, al contrario il gesto nella maggior parte dei casi avviene in solitudine nella propria cameretta o nel bagno di casa, lontano dagli sguardi altrui e mai condiviso con altri. Ciò che accompagna e caratterizza questi gesti è un forte senso di vergogna che non permette di parlarne. I tagli vengono nascosti, spesso i ragazzi portano le maniche lunghe anche nei periodi più caldi e ricoprono di bracciali i polsi ricoperti di sfregi. Tutto pur di mantenere segreto il loro dolore.
Gli atti di autolesionismo possono essere di diversa gravità la forma più lieve prevede l’infliggersi di graffi superficiali fenomeno che definiamo “cutting” fino a forme molto gravi che prevedono veri e propri atti di mutilazione del proprio corpo. Casi quest’ultimi asssociati però a forme gravi di disturbi psichici.
Cosa spinge un adolescente a compiere autolesionismo? La risposta non è mai univoca e non è mai semplice. Possiamo dire che i giovani che compiono questo tipo di gesto sono spesso in preda alle loro emozioni, se ne sentono sopraffatti senza riuscire mai a gestirle, recare danno al proprio corpo rappresenta per loro un modo per esprimere ciò che è vissuto come intollerabile. Farsi del male li riporta a contatto con il corpo e con la mente, riuscendo così ad esprimere ciò che sembra “indicibile” agli altri e allo stesso tempo cercando un modo per esercitarne il controllo.
Il corpo per gli adolescenti diventa veicolo di espressione, parla di emozioni e di disagio. Il dolore interiore fino a quel momento nascosto viene reso visibile attraverso i tagli, soprattutto a se stessi. Per altri ragazzi questo diventa l'unico modo per sentirsi vivi, perchè in preda ad una anaffettività , ad una insensibilità emotiva.
Molto spesso invece, i giovani intorno a loro percepiscono il vuoto, l'assenza degli altri soprattutto di quegli adulti significativi che perdono di vista ciò di cui hanno veramente bisogno i ragazzi.
Gli adulti possono e devono prestare attenzione ai piccoli segnali che i ragazzi mandano e che spesso vengono sottovalutati. come il passare molte ore inbagno, isolarsi lentamente dal mondo esterno, portare con se oggetti appuntiti o taglienti, non voler più mostrare le braccia o evitare in qualsiasi modo di scoprirsi.
Gli adulti devono tornare a pensare i propri figli e nel momento in cui comprendono che c'è un problema reale; dovrebbero evitare di punirli o di colpevolizzarli, ma provare a comunicare in modo sincero, stando con loro, in quel dolore invisibile ed indicibile che fino a quel momento hanno sopportato da soli.
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