Controllo e marginalizzazione sono alla base delle reazioni sociali rispetto alla devianza ma è importante sottolineare la funzionalità di alcune trasgressioni in quanto valvole di sfogo per tensioni interne. Tuttavia, aumento di fragilità dei valori, crisi dei ruoli familiari e profonda instabilità nella sfera emotiva rendono la fascia adolescenziale estremamente esposta alle devianze, manifestandosi attraverso comportamenti di trasgressioni o considerati antisociali.
Le cause e i fattori di rischio sono diversi e comprendono la genetica e l’ambiente, un mix tra caratteristiche considerate individuali e un contesto relazionale. Anche il nucleo familiare assume un ruolo particolarmente rilevante e in tal caso la devianza si esprime in comportamenti che certificano disagio e una richiesta di aiuto. Il contesto svolge un ruolo fondamentale e così facendo, mescolandosi con le carenze educative e nei servizi di supporto, le devianze inevitabilmente aumentano.
In rapporto ai crimini, la devianza minorile non si esaurisce nei comportamenti che comportano un perseguimento penale ma comprende anche forme non criminali quali tossicodipendenza, vandalismo e fughe da casa. In ogni caso, l’età media di chi è coinvolto in reati crolla esponenzialmente, soprattutto per quanto concerne criminalità organizzata e consumo di sostanze stupefacenti.
Attraverso la devianza, in quanto forma comunicativa espressiva, i giovani cercano di affermare la propria identità o instaurare relazioni. Da questo punto di vista, la devianza è sintomo di un conflitto interno o di un malessere relazionale e non di una vera intenzione criminale.
Gli interventi in seno alla devianza minorile si sono spesso alternati tra punizioni e tentati di recupero. Il modello introdotto dal DPR n. 448/1988 cerca di coniugare queste due dimensioni, promuovendo percorsi di prova. In questo modo alla sanzione si aggiungono interventi educativi specifici.
Il recupero trae beneficio dal coinvolgimento attivo, con il minore protagonista e un costante supporto psicologico e informativo, il ruolo della famiglia dal punto di vista educativo e di sostegno, l’accompagnamento e l’assistenza grazie all’’intervento dei servizi sociali.
L’aspetto psicologico è altrettanto importante. Il minore si ritrova a doversi riorganizzare attraverso gli effetti sulla propria identità, così come i messaggi e le immagini rivolte al proprio nucleo familiare. Le azioni nei confronti delle norme sociali da parte del minore possono modificarsi da un momento all’altro.
Le dimensioni sopra citate si intersecano in un processo circolare, evidenziando la complessità del fenomeno. Il fenomeno è complesso le dimensioni raccontate si mescolano ad un processo circolare. Sfera educativa e sfera relazionale possono aiutare i minori a costruire dei nuovi schemi significativi che si mescolano ad un processo circolare, laddove modelli antisociali e dinamiche familiari problematiche spesso imperversano.
Affrontare la devianza minorile richiede un approccio integrato che tenga conto di svariati fattori: caratteristiche individuali, dinamiche familiari e delle influenze sociali. Interventi tempestivi e mirati possono risolvere alla radice problemi che potrebbero espandersi in comportamenti molto più gravi, permettendo ai giovani di riscattarsi e reinserirsi all’interno della società.
Resto a disposizione per un primo colloquio conoscitivo se sei un genitore e temi che tuo figlio possa intraprendere una strada poco affidabile oppure se sei proprio tu la persona in questione, non esitare contattami ai seguenti riferimenti.
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