A volte i genitori sono gli ultimi ad accorgersi che i figli adolescenti fanno uso di alcol, e spesso ciò avviene in modo causale, come attraverso una telefonata che li informa sulla presenza dei figli in ospedale o a causa di un incidente stradale o in seguito al un coma etilico. Questa triste esperienza che non sempre si risolve positivamente, porta i genitori alla triste consapevolezza che il loro figlio/a, che sino ad allora non aveva mai manifestato, ai loro occhi, spesso disattenti, dei disagi, probabilmente nasconde un aspetto della propria vita di cui erano rimasti sono ad allora ignari.
Nei casi più positivi questo episodio diventa una opportunità per dare la giusta attenzione a un malessere che subdolamente si sta facendo strada nella vita dei propri figli, nei casi più complessi diventa l'inizio di una difficile percorso dove il conflitto generazionale, la ribellione adolescenziale e il malessere familiare si vanno a scontrare con una problematica più complessa, dove l'assunzione di alcol, spesso accompagnato da altre sostanze che generano dipendenza, assume per chi ne fa uso una funzione medica e riparativa per un malessere più profondo.
In Italia si inizia a bere sempre più precocemente, le ricerche hanno constatato che sin dall'età di 12 anni i giovani iniziano a fare uso di alcol, questo è altamente sconsigliato dato che la capacità di assorbire l’alcol si sviluppo intorno ai 20-21 anni, e ciò può provocare danni seri sia al cervello che al fegato. E’ stato riscontrato che i ragazzini che assumo alcol, soprattutto se mischiato, possono avere maggiori difficoltà di orientamento e di memoria, rispetto ai coetanei della stessa età, questo perché l’abuso di alcol provoca la distruzione delle fibre nervose, e come conseguenze nei casi estremi: delirio, allucinazioni, aggressività e diminuito controllo dei movimenti, neuropatie e tremori.
I motivi che spingono i ragazzi a provare questa esperienza sono principalmente due, la noia e la voglia di divertirsi. In Italia si sta sempre più diffondendo la moda del “binge drinking” , ovvero i ragazzi si ritrovano insieme in luoghi di aggregazione come parchi, discoteche, pub o locali notturni per bere alcolici di vario tipo, in grandi quantità e tutti in una volta, questo crea aggregazione e condivisione, favorisce la socializzazione, fa sentire più forti, aiuta a superare la timidezza, e favorisce la trasgressione.
Molti ragazzi sono convinti di riuscire a gestire la sbronza e sottovalutano le conseguenze di questo loro comportamento, in primis non riconoscendo che la capacità di tollerare l’alcol per un adolescente è minore rispetto a un adulto, possono arrivare rapidamente alla perdita di controllo e alla messa in atto di comportamenti irresponsabili che li portano a rischiare la vita, come: mettersi alla guida di motorini, minicar o automobili; camminare in mezzo alla strada senza valutare il pericolo; entrare in coma etilico; assumere contemporaneamente altre sostanze come ecstasy, cannabis, e cocaina.
Questi comportamenti autolesivi, sono spesso il sintomo di un malessere più profondo a cui è necessario dare la giusta attenzione, perché se i ragazzi cercano nell’alcol la soluzione per il loro malessere, significa che hanno difficoltà a chiedere aiuto in modo esplicito.
L’adolescenza è un momento particolare sia per i figli che per i genitori, se da un lato il gruppo dei pari è molto importante a questa età, non significa che i genitori non abbiano la loro influenza, il loro è un compito difficile perché nel marasma della ribellione adolescenziale, devono essere capaci di coniugare l’aspetto normativo con quello affettivo. Per essere dei buoni genitori occorre essere fermi e chiari nelle regole e efficaci nelle punizioni, attenti e vigili rispetto a come stanno e ciò che fanno i propri figli e chi frequentano, amorevoli e accoglienti nel momento del bisogno.
Poiché non è semplice essere dei buoni genitori, dato che questo e il mestiere più difficile e nessuno lo insegna, laddove si dovesse presentare una problematica con figli adolescenti cha abusano di alcol, la psicoterapia familiare potrebbe essere un buon punto di partenza per aiutare genitori e figli a ritrovare il giusto equilibrio e scoprire un modo migliore per stare insieme.
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