Gli accoglimenti e i dinieghi fatti agli adolescenti dai genitori La comune letteratura psicologica sostiene che l'adolescenza é quel periodo della vita in cui si manifestano i comportamenti più disordinati, confusi, inquieti, irrazionali passando da stati malinconici a stati di euforia, da stati aggressivi a stati depressivi attraverso una rapidità enorme che annulla il tempo. Il gusto della vita all'insegna del rischio, della sensualità, della sfida si presenta come una nuova finestra sul mondo in cui talvolta si preferisce restare spettatore, ma spesso si vuole diventare "protagonista". Poi, lentamente, tutta l'energia gradualmente si assopisce fino ad estinguersi nell'età adulta in cui lo stile di vita muta ricercando sicurezza e strutturando l'abitudine alla quotidianità. L'adolescente fuori esce da schemi, rinnega uno status, una stima, una riconoscibilità e la comunicazione con i suoi simili é immediata, fugace, dettata dall'hic et nunc ( qui e ora) e non esistono parole e comportamenti precisi e tutto accade dove capita, mangiando e bevendo in modo confuso con incontri tra di loro senza alcuno scopo e senza alcun obiettivo da perseguire. Per regolare i gesti degli adolescenti, impostare stili di vita, frenare gli eccessi che spesso si trasformano in trasgressioni vi sono i dinieghi degli adulti, più precisamente dei genitori che vengono, al momento, contestati, criticati, addirittura odiati. Del resto, gli adolescenti devono essere accompagnati in questo periodo e soprattutto é fondamentale cercare il dialogo, la comunicazione, quel "punto di incontro" che nel tempo li trasforma e li matura.
La dimensione affettiva trasmessa con la comprensione, ma anche con la determinazione ed il diniego sono fattori primari per preparare questi "futuri giovani" alla vita conducendoli dal mondo scolastico/ accademico al mondo del lavoro con tutte le difficoltà presenti in questa società altamente "specialistica". Lo sprone a far bene, l'autostima, il rinforzo "positivo" quando questi giovani si impegnano, favoriscono il coraggio e la forza per il raggiungimento di un obiettivo. Un nucleo familiare ben strutturato e con due genitori che si amano sono elementi che facilitano la riuscita personale e professionale, sussistendo una stabilità psichica data proprio dall'ambiente. Se la "famiglia unita" non esiste, un buon terapeuta può comunque compiere un ottimo lavoro di recupero e preparare l'adolescente alla vita futura che, non conterrà soltanto un percorso in discesa, ma anche un percorso in salita che egli saprà affrontare. É importante prendere in considerazione anche il corpo dell'adolescente che non sempre egli accetta e cercare le motivazioni del suo rifiuto che si ritrovano spesso nella figura materna che se é ansiosa, insicura e non si piace, inevitabilmente trasmette questi stati al figlio o alla figlia portandolo/la su un terreno esasperato rispetto all'immagine estetica che può addirittura condurlo/ la verso una patologia alimentare.
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento