Il mio problema potrà sembrare scontato ma ho il bisogno del parere di qualcuno che sappia aiutarmi. É ormai un po' di tempo che avverto un senso di oppressione che mi porta a volte a pensare anche a gesti estremi, tutto ciò é causato dalla indelicata intromissione dei miei genitori nella mia vita. La cosa riguarda principalmente mia madre la quale nell'infanzia é stata poco seguita dalla madre a causa di un problema psicologico di quest'ultima tutt'oggi ancora non diagnosticato. Durante la mia infanzia i miei sostengono di avremi trattata come una principessa riempiendomi di regali,non capendo che i regali non hanno mai attutito l'impatto degli insulti ripetuti che mia madre mi lanciava di continuo. A 14 anni ho conosciuto un ragazzo di 1 anno e mezzo più grande, un ragazzo assolutamente dolcissimo ed educato che ha sempre trattato in modo rispettoso me ed i miei genitori, in quello stesso periodo é iniziata per me un periodo di riscatto in cui grazie alla rabbia repressa che avevo accumulato ero riuscita a far valere la mia voce all'interno della mia famiglia. Un anno fa a 15 anni e mezzo ho avuto il mio primo rapporto sessuale col mio ragazzo e mia madre mi disse,dato che i rapporti tra noi sembravano essersi stabilizzati che potevo parlarle di qualsiasi cosa,mi fidai di lei e scelsi di confidarmi. Da allora mia madre crede di aver acquisito il diritto di poter gestire la mia relazione e a distanza di un anno adesso mi ritrovo a non riuscire più a reagire alle sue continue intromissioni. Si é arrogata il diritto di gestire la mia relazione,con prepotenza ed inopportunamente,al che qualche mese fa ho deciso di smettere di parlarle della mia relazione. Le cose sono peggiorate e da quel momento ha iniziato a trattarmi con sospetto, insinuando cose assurde come che io avessi rapporti anche per strada. Sento questo peso pendermi addosso,mi sento incapace di fare qualsiasi cosa col timore che lei possa pensare male e renderla sospettosa ma così facendo mi sto annullando come persona e non riesco più a vivere nemmeno la mia intimità senza sentirmi in colpa. Non ce la faccio più a vivere come se avessi commesso qualcosa di inammissibile.
Ciao a 16 anni è l'età nella quale si incomincia a capire cosa dire e cosa non dire ai genitori, ci sono argomenti come la sessualità, che si trattano con i coetanei e che ai genitori si accennano, ma non si raccontano nel dettaglio. Questo non perchè ai genitori bisogna nascondere le cose, ma perchè quando si incomincia ad arrivare ai 18 anni in poi si è adulti e maturi, almeno così si dovrebbe essere, per vivere la propria vita con autonomia e responsabilità e questo prevede non solo non chiedere più il permesso per fare una determinata cosa, come uscire la sera con gli amici, ma anche il tenere per sè questioni molto intime come i rapporti sessuali. Si chiama sfera del privato e dell'intimità che è personale e non si condivide con chiunque, nè con la propria madre. Il fatto di incominciare a scegliere cosa dire e cosa non dire ti aiuta a crescere e gestire la tua vita, se dici tutto alla mamma vivi in simbiosi con lei e non crescerai mai ed è normale che lei si senta in dovere e diritto di vivere al posto tuo, poichè tu glielo permetti raccontandole tutto. Spero di esserti stata di aiuto.
Cara Martina
capisco il senso di oppressione che provi ed è normale nella tua situazione. Ti senti invasa da tua madre, non libera di poterti vivere la tua relazione come meglio credi, ti senti bloccata perchè hai paura che le tue scelte possano portare tua madre a giudicarti come una ragazza sbagliata e inadeguata... e queste emozioni che provi come la rabbia, la paura ed il senso di colpa se non adeguatamente gestite e regolate tendono ad accumularsi, diventando man mano sempre più pesanti e tramutandosi quindi nel senso di oppressione e impotenza, come se fossi chiusa in gabbia e non sapessi come uscire. Hai mai provato a parlare con tua madre di queste tue emozioni?
Quello che posso consigliarti è di tirare fuori questo peso, magari affidandoti ad una persona esperta che ti possa aiutare a gestire al meglio questo carico emotivo che ti porti dentro... Una volta portate fuori queste emozioni la loro intensità si riduce e sarai più lucida e capace di trovare il modo migliore per te per uscire da questa gabbia.
Se ti va sono disponibile per un incontro gratuito.
Tienimi aggiornata
Ciao Martina,
alla tua età è opportuno vivere la propria intimità in maniera libera e senza sensi di colpa. Se ciò accade vai incontro, come ti sta capitando, ad emozioni negative quali senso di oppressione e rabbia che ti portano ad avere pensieri disfunzionali e a comportamenti di chiusura come quello che hai operato nei confronti di mamma. Questo tuttavia non ha fatto altro che peggiorare la situazione, portando entrambe su posizioni sempre più distanti, e come un circolo vizioso, l'emotività negativa è sempre più presente e i pensieri sempre più estremi, con conseguenze probabilmente, anche sulla relazione con il tuo fidanzato.
Il mio consiglio è quello di approfondire la dinamica della relazione madre-figlia, e trovare modalità alternative, più funzionali alla tua crescita emotiva e personale.
Resto a disposizione
Cara Martina, hai bisogno di essere seguita da uno psicoterapeuta che ti possa aiutare a gestire questa difficile situazione. Purtroppo attraverso una risposta su un sito non si possono fare miracoli, come immagino tu possa capire. Quindi prendi tempo rispetto a decisioni estreme che neanche tu desideri fino in fondo, intanto perchè hai cercato di sostenere questi pesi provando a reagire, perchè stai cercando aiuto e poi perchè dalla relazione intrapresa si capisce la tua voglia di vivere. Hai solo 16 anni e sebbene tu ti senta in trappola in questo momento, le cose possono cambiare prima di quanto immagini. Rivolgiti al consultorio familiare più vicino a dove abiti, in cui ci sia uno psicoterapeuta. L' accesso è gratuito e senza prescrizione medica. Eventualmente dovrai prenotare un colloquio, perchè immagino ci sia un pò di affluenza. Puoi provare a coinvolgere anche tua madre spiegandole che avere un rapporto così difficile crea sofferenza ad entrambe, non so se sia il caso, valuta liberamente.
Una domanda che mi si pone è: che ruolo ha tuo padre in tutto questo? Hai nonni, zii? fratelli non credo... come vedi ci sono troppi limiti qui.
Affrettati, chi cerca trova.
Cara Martina,
nessuno ha il diritto di indurti a pensieri che si allontanano dalla vita. "grazie alla rabbia" ti sei sentita per un pò capace di "scontrarti" con tua madre, ma non può solo la rabbia darti la forza di differenziarti. Si avverte un tuo gran bisogno di diventare una donna autonoma e capace di cavarsela in questa vita, ed è giusto che sia cosi. Hai mai pensato di iniziare un tuo percorso di psicoterapia individuale? sono certa che ti aiuterebbe ad affermarti con le persone che ami senza necessariamente doversi arrabbiare . Dovrai imparare a costruire ponti di incontro con tua madre, sapendo che seppur lei dovesse restare ferma nelle sue idee, tu le vorrai bene, ti vorrai bene e andrai avanti senza sensi di colpa. Da come scrive hai una grande capacità percettiva e introspettiva, per cui sei pronta per iniziare un percorso di crescita. Puoi contattarmi sull'albo degli psicologi. Buone cose!
Salve Martina
mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Ha detto già a sua madre che la vostra relazione di madre - figla è in difficoltà? Che dovreste affrontare il vostro problema? Che lei sta male in questo periodo?
In tutta questa problematicità della vostra relazione suo padre che posizione ha?
Se inizia a parlare con sua madre potreste farvi aiutare da uno psicoterapeuta sistemico che è appositamente specializzato per vedere le coppie e le famiglie e quindi provare a chiedere una consulenza familiare, insieme, intendo, a sua madre e suo padre. Che ne pensa?
Saluti
Gentile ragazza,
essendo minorenne, non ci è possibile darti un parere senza essere autorizzati dai tuoi genitori.
Ti suggerisco, tuttavia, di parlare del tuo disagio con loro ed, eventualmente, di chiedere un consulto ad uno psicoterapeuta della famiglia, grazie al quale poter riflettere e lavorare per sviluppare maggiori livelli di autonomia e di rispetto tra di voi.
Resto a disposizione
Napoli
La Dott.ssa Valentina Nappo offre supporto psicologico anche online
Cara Martina,
è qualcosa di incredibilmente umano di come la comprensione intellettuale degli eventi non cammini di pari passo con il vissuto emotivo. E' umano che le persone con cui si cresce sembrino poter avere un ruolo disturbante anche quando non sono presenti, come se fossero dentro di noi.
Ed è umanamente importante poter iniziare a porre dei limiti emotivi. Cosa intendo?
La realtà che porti è di una madre che mentre cerca di essere in intimità con te allo stesso tempo non ne è capace e diventa particolarmente critica e controllante. Impara a guardare a mamma per quello che è, prova ad accettarla ma a non fartene carico. Questo vuol dire che una volta chiusa la porta di casa devi lasciarla li e non portartela dietro. Ahimè quando tornerai a casa lei sarà li,è la realtà. Porre un limite vuol dire sapere che mamma è così ma che tu la pensi diversamente e che non sei costretta a vivere come vorrebbe lei.
Permettimi l'esempio banale: d'estate non sei costretta a dormire nel frigorifero perchè sai che arriverà il freddo d'inverno. Chiudi la porta di casa quando esci, chiudila fuori e dentro, chiudi alle tue spalle quegli atteggiamenti che non sono tuoi e che ti fanno soffrire. fai un bel respiro e allontanati. Talvolta mandare a "quel paese" dentro di te le cose che non ti piacciono è un bel modo per non far sì che ti si rivoltino contro. Metti un recinto interiore dove lei non possa entrare e rovinare la tua relazione. Cerca anche il modo per perdonare tua mamma per questo suo aspetto. E' l'unico modo che hai per non tormentarti, per sciogliere quella rabbia che ti sbatte dentro.
Forza!