Ho un figlio che ha compiuto 19 anni, finito le superiori e nell'ultimo paio d'anni ha avuto un'evoluzione negativa nel comportamento in famiglia. E' diventato sempre più svogliato (a casa e scuola), taciturno, indifferente e insofferente alle esternazioni di disagio e preoccupazione di noi genitori di fronte a questa sua indolenza che sfocia talvolta in aggressività verbale nei nostri confronti (in cui ribalta la realtà dei fatti, accusando noi di "stargli addosso" e di essere ossessivi e ripetitivi). Contemporaneamente ha accantonato le vecchie amicizie aggregandosi a nuovi soggetti coetanei (dai comportamenti discutibili), con cui condivide uscite regolari tutti i pomeriggi e le sere, occasionali "fumate" in compagnia ecc.
E' passato dall'essere affettuoso, empatico e responsabile (compatibilmente con l'età) al manifestare disagio rispetto alle regole familiari, diventando refrattario al dialogo e alla collaborazione richiesta. E poi non sorride più, ci guarda con espressione sempre impassibile e monotona, con l'attenzione costantemente rapita dal cellulare. Lo abbiamo cresciuto con amore e attenzione, trasmettendogli valori morali e umani, ma mi ora mi crolla il modo addosso, non capisco cosa gli sta succedendo. Non è un po' "grande" per questo tipo di atteggiamenti? Sarebbe utile la psicoterapia?
Buongiorno signora Marzia, i comportamenti che lei cita di suo figlio possono indicare una fase precisa adolescenziale, nella quale il figlio vive sentimenti contraddittori, ricerca di una nuova autostima, e bisogno di avere una sua visione critica della realtà, dei genitori e delle regole all'interno della famiglia e degli altri. Potrebbe anche sentire dentro di sé momenti depressivi, poiché si rende in parte conto del cambiamento globale dell'immagine di sé, che sta attraversando. Non è tardiva questa manifestazione comportamentale di crescita. Poiché ha ricevuto valori e messaggi educativi adeguati, come lei stesso afferma, dovrebbe superare questo periodo turbolento, senza grosse difficoltà. La figura paterna è stata sufficientemente autorevole?! Da parte vostra osservatelo mantenendo comprensione, ma senza evitare qualche inevitabile confronto, anche conflittuale se necessario. In modo da dire a lui quello che vedete e quello che pensate, senza giudizio. Un apporto psicologico non credo lo accetterebbe suo figlio. Ma se doveste percepirlo proprio in difficoltà, potete proporgli una "chiacchierata" con uno psicoterapeuta, anche in forma di consulenza on line.
I miei auguri,
Dr. Cameriero Vittorio
Gentile signora, se fossi in lei indagherei sui nuovi amici di suo figlio e sulle nuove abitudini che condivide col nuovo gruppo di amici, che chiaramente influenzano la capacità di pianificazione e progettazione di vita. Probabilmente sta vivendo in ritardo la trasgressione adolescenziale che da "bravo bambino" non si è concesso di vivere prima. Lei non dice cosa fa attualmente il ragazzo, a 19 anni deve scegliere quale strada intraprendere, ci sta pensando?
Quello che mi preme sottolineare, cara signora, è che in famiglia dovete fare attenzione ai segnali che state osservando e non sottovalutarne le conseguenze. A costo di affrontare l'ostilità del ragazzo, non si esima dall'esprimergli cosa pensa e teme per lui. Sicuramente andare da un terapeuta potrebbe giovare a suo figlio in questo momento, a patto che sia d'accordo con questa soluzione, altrimenti non gli servirebbe a nulla. In questo caso, farebbe senza dubbio bene a lei consigliarsi con uno psicologo dell'adolescenza per affrontare la questione nel migliore dei modi e per rafforzare la sua percezione di efficacia come genitore. Cordiali saluti
Padova
La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online
Gentile utente, come è noto l'adolescenza segna il passaggio tra l'infanzia e l'età adulta ed è fisiologico che suo figlio sia diverso dal bambino che era. Chiaramente sarebbe da capire se sta attraversando un disagio personale o, se la ricerca di compagnie nuove, sia attribuibile al suo bisogno di svincolarsi dalla famiglia per fare le sue esperienze, indipendentemente dal fatto che i genitori le approvino oppure no. Inoltre suo figlio adesso è maggiorenne e ciò rende il vostro intervento ancora più intollerabile ai suoi occhi. Credo che l'unica cosa che voi genitori potreste fare è cominciare a trattarlo da "adulto" e fargli capire che voi ci sarete se lui avrà bisogno, ma che avete fiducia in lui e lo lasciate libero di fare le proprie scelte. Solo così, a mio avviso, potrete migliorare i rapporti tra di voi. Per quanto riguarda la psicoterapia, sicuramente potrebbe essere utile una psicoterapia familiare per cercare di migliorare la comunicazione tra voi e sciogliere eventuali nodi, ma chiaramente suo figlio dovrebbe essere d'accordo e accettare di intraprendere questo percorso. La saluto cordialmente e mi rendo disponibile per ulteriori consigli e chiarimenti.
Salve, la risposta è si, credo che la psicoterapia possa essergli di aiuto.
Se da una parte è normale che la persona cerca di individuarsi per trovare la propria strada da percorrere, dall'altra l'eccessiva aggressività potrebbe diventare un problema.
Con il tempo la situazione migliorerà, ma è importante che la persona interessata trovi uno spazio per se stessa.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Roma
Il Dott. Valeriano Fiori offre supporto psicologico anche online
Cara Marzia
Suo figlio "sta crescendo". Per crescere, però, è indispensabile "passare attraverso la tempesta". Gli i insegnamenti dati non sono stati vani. Sono solo "momentaneamente dimenticati". Suo figlio sta cercando la sua identità, sta cercando di comprendere "chi è, cosa diventerà". È un momento complicato per tutti, genitori e figli. Ma è necessario. Ascoltatelo senza essere troppo intrusivi. Leggete i suoi stati d'animo. Ricordategli che ci siete. Ha bisogno di voi, anche se potrebbe sembrare esattamente il contrario. Abbiate pazienza. Lui è spaventato e disorientato. Una psicoterapia potrebbe essere utile, tale non deve essere vista, da vostro figlio, come un'imposizione, ma come una risorsa. Provate a capire se sente la necessità di poter essere sostenuto da un esperto, nel frattempo rimanete accanto a lui con la consapevolezza che questo passaggio di vita lo porterà ad essere differente, non necessariamente "peggiore". Non escluderei la possibilità di avere anche voi come genitori, un supporto ed una guida, per aiutare in modo differente vostro figlio.
Auguro con tutto il cuore buona fortuna
Dott.ssa Elisa Danza
Gentile Marzia,
il passaggio dall'adolescenza all'età adulta è una fase molto complicata soprattutto per chi la vive e, di conseguenza, anche per gli affetti più vicini. È il momento in cui il giovane adulto deve compiere delle scelte importanti ponendosi delle domande del tipo: “Chi sono io?” oppure “Posso controllare da solo la mia vita?” o ancora “Sarò in grado di mantenere un rapporto d’intimità con un'altra persona”? Come lei può ben capire sono domande alle quali non è semplice dare risposte immediate e sicure. Richiedono valutazioni, successi, errori, esperienze personali e interpersonali. La crescita passa anche attraverso la risoluzione di questi conflitti interiori che inducono il giovane adulto ad assumere gli atteggiamenti più "strani" e a volte, per un genitore, incomprensibili. Detto questo, non parlerei di evoluzione negativa in famiglia, piuttosto di ricerca d’indipendenza e di creazione di un proprio spazio all’interno della famiglia e della società. Da queste esigenze, probabilmente, nascono le accuse di “stargli addosso” e le relative sfumature aggressive. Non dimentichi che a volte il nostro atteggiamento di riflesso condiziona anche quello dell’altro. I valori che gli avete trasmesso non saranno persi, rifioriranno al momento opportuno. Lei cerchi di rasserenarsi, magari può confrontarsi con uno Psicologo (anche attraverso una consulenza on line) per avere ulteriori consigli.
Cordiali saluti
Dott. Pasqualino Lupia
Catanzaro
Il Dott. Pasqualino Lupia offre supporto psicologico anche online