Buonasera, vi ringrazio per l'opportunità che mi offrite con questo servizio e per l'attenzione che vorrete prestarmi. Sono molto angosciata perché la mia "bambina" di 13 anni, ha preso una cotta per uno zingaro, un sinto. Sono circa sei mesi che combattiamo tra punizioni, divieti, momenti di confronto sereno, ore di spiegazioni e momenti di tensione e litigi. Si attiene al divieto per brevi periodi poi lo rivede o lo risente e ci ricasca. Ultima battaglia ieri sera, divieto di uscire e di vederlo, blocco del contatto su tutti i sociali. Marta è molto matura, intelligente ed educata, dopo ore di spiegazioni e chiarimenti, ha accettato le imposizioni ma soffre molto. Vederla così triste mi ha così addolorata da richiamarla a me stasera...l'ho tenuta abbracciata per un'ora e abbiamo pianto insieme. Mi ha detto che vorrebbe solo frequentarlo il sabato o la domenica in paese con gli altri amici, niente famiglie ovviamente perché in casa nostra non usa familiarizzare troppo con i fidanzatini...che vorrebbe solo viversi questo flirt passeggero in modo spontaneo e semplice e senza impegni da parte di nessuno. Che passerà presto perché lei non è ancora molto costante! Mi ha spiegato che lui la rispetta, è educato e che c'è e ci sarà solo qualche bacio perché sono piccoli. In altre parole mi ha molto tranquillizzata con un approccio così sereno e maturo da farmi sentire di avere imparato qualcosa io da lei....questa volta. Ora sono confusa , è giusto proseguire sulla via del divieto assoluto o questo potrebbe portare all'esasperazione di un sentimento che, lasciato sfogare durerebbe davvero molto poco? Vale anche in un caso del genere il principio "vietato vietare" oppure, come la pensavo io, trattandosi di un soggetto proveniente da una realtà pericolosa, in questo caso è una mossa giustificata? Vi sarei davvero grata se poteste concedermi un Vostro pregiato parere. Con molta gratitudine Giorgia