Salve, ho 17 anni e vivo in una famiglia composta da 4 persone, mia madre, mio padre e mio fratello. Da quando sono entrato nell'età dell'adolescenza, mi sono incominciato lentamente ad "allontanare" dalla mia famiglia, senza mai parlare con i miei, con mio fratello. Non scambiavamo mai qualche parola, se non saluti e domane di servizio.... I miei mi hanno sempre rimproverato questa cosa, ma io fino a poco tempo fa non gli davo retta, mai, non me ne fregava nulla di loro. Ora mi rendo conto di aver sbagliato per tanto tempo, senza aver mai parlato con la mia famiglia dei miei problemi, dei miei sogni, ecc. Ormai mi considerano un asociale, egoista e che non li voglio bene, come se secondo loro per me loro non esistessero, quando non è così. Glielo sto dimostrando molte volte, ma loro non sembrano vedere i miei gesti di affetto. Cosa devo fare? Mio padre è una persona molto intelligente e riflessiva, mi fa sempre tantissimi discorsi e ha un difetto, non da mai la ragione agli altri, in più la situazione economica della famiglia non è mai stata delle migliori, quindi nella mia vita ho ricevuto sempre dei NO ad ogni mie richieste. Potrebbe essere questa la causa che mi ha portato a non parlare mai con loro? Sperando che ho descritto bene la situazione, attendo gli esperti.!
13 risposte degli esperti per questa domanda
Ciao Pasquale, effettivamente trovare l'equilibrio nel rapporto con i genitori è una delle questioni più complesse da affrontare nella fase adolescenziale che tu stai vivendo da qualche anno. Da un lato, non si può più vivere sempre a stretto contatto con loro come si faceva fino a pochi anni prima, perché si sente naturalmente un bisogno di autonomia e indipendenza necessario per iniziare a costruire la propria identità; dall'altro lato, loro restano pur sempre le persone che hai più vicine da quando sei al mondo, forse quelle che ti conoscono meglio, per cui è doloroso per entrambi questo distacco. In questa dinamica a volte si prende la strada del distacco totale e assoluto su tutti i fronti (non li ascolto più, non gli parlo più di me, faccio quello che voglio, anzi meglio se è in contrasto con quello che vorrebbero loro). Altre volte si resta invischiati, come dei "bambinoni" che non sanno vivere pienamente la propria autonomia sperimentando ciò verso cui si sentono attratti, ma rimanendo dipendenti del "nido familiare". Nel tuo caso, mi pare di intuire da quanto scrivi che ti domandi tu stesso quale sia stata la ragione del distacco che hai iniziato a mettere in atto all'inizio dell'adolescenza, poiché ti è come venuto naturale, giusto? Poi, crescendo e probabilmente anche grazie alle varie esperienze che hai fatto, ti sei reso conto dell'importanza che ha la tua famiglia per te, ma loro sono rimasti così "scottati" dal tuo precedente distacco che non vedono i tuoi tentativi di riavvicinamento. In più, mi pare di capire che tuo padre ha un carattere abbastanza intransigente, portato cioè ad avere dei valori che ritiene giusti e ai quali si attiene fermamente, divenendo magari poco disponibile ad andare incontro alle differenze nei modi di pensare o agire altrui...forse per questo non ha accettato il tuo momento di necessario distacco. In ogni caso, oggi traspare dalle tue parole la motivazione e la maturità giusta per far comprendere alla tua famiglia quello che è avvenuto tra te e loro, spiegando la tua esigenza di allontanarti e, al tempo stesso, il tuo esserti resto conto che avevi esagerato nelle modalità e che ora sei convito di quanto siano persone importanti per te e soprattutto dell'affetto che provi per loro. Parlare apertamente con onestà e rendere manifeste le cose è il consiglio che mi sento di darti. Se poi senti l'esigenza di fare ulteriore chiarezza dentro di te e di avere un sostegno in questa fase, io sono disponibile ad incontrarti per un colloquio conoscitivo in cui vedere insieme cosa e come potremmo fare. In bocca al lupo per tutto.
Carissimo Pasquale, è molto bello che tu, così giovane, ti interroghi sul tuo comportamento e capisca l'importanza dei legami familiari. Non credo che tu abbia fatto nulla di strano vista la fase della vita che stai attraversando: ognuno di noi è stato adolescente, e ti assicuro che il bisogno di rivendicare i tuoi spazi e rifiutare il dialogo, pretendere una separazione dal nucleo familiare e provare a fare di testa propria sono del tutto normali! E' il modo con cui noi esseri umani cresciamo e diventiamo uomini/donne: dobbiamo scontrarci con il modello familiare per formare la nostra identità, per poi riavvicinarci una volta terminato questo processo. Quindi ora è arrivato il momento di ricucire il vestito strappato. Armati di pazienza e prova a dimostrare ai tuoi familiari la tua buona volontà, più che con le parole, impegnandoti a scuola e nel lavoro, mostrandoti disponibile nei loro confronti e aiutando in casa. Adesso non è il momento di usare il dialogo, quello verrà poi, quando ci sarà la volontà di riavvicinarsi. Sono sicura che se tieni duro la loro corazza si scioglierà, sono sempre i tuoi genitori e dopotutto non possono non amarti! In bocca al lupo
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Caro, la tua età è l'età più critica nel rapporto con i propri genitori. Non devi rimproverarti per il tuo comportamento, bensì provare a capirlo, come un pò hai cercato di fare, mi sembra di capire. Possono essere tanti i motivi del tuo allontanamento, ma sappi che a 16-17 anni separarsi in qualche modo dai genitori è fisiologicamente normale, serve per crescere, per identificarsi, per mostrare al mondo che cosa tu sei indipendentemente da chi sono i tuoi genitori. Sicuramente puoi recuperare il rapporto con i tuoi, parlagli del tuo malessere e dei tuoi stati d'animo, prova a spiegare loro ciò che hai vissuto un pò come hai scritto in questo messaggio, magari potresti parlarne anche con tuo fratello, se è abbastanza grande per parlarne. I rapporti possono cambiare con il tempo e con una buona comunicazione sincera e autentica. Aggiornami!
Caro Pasquale, la situazione che descrivi credo sia piuttosto complessa, essendo originata da una serie di comportamenti sia tuoi che dei tuoi genitori che hanno creato nel tempo una sorta di circolo vizioso. La soluzione migliori in questi casi è affrontare i problemi di comunicazione e di relazione insieme ad uno psicologo che si occupi di dinamiche familiari e che possa aiutare te in primo luogo ma anche la tua famiglia a trovare un nuovo equilibrio, che ti permetta di stare bene con te stesso e con gli altri. Provate a rivolgervi al Consultorio Familiare dell'ASL della vostra zona chiedendo qualche incontro,ci lavorano professionisti preparati ed è assolutamente accessibile a livello economico in quanto servizio pubblico! Altrimenti rimane l'alternativa di uno psicologo privato. Per eventuali tue domande o chiarimenti, non esitare a contattarmi. In bocca al lupo e un cordiale saluto.
Buon pomeriggio, quello che lei riporta sono difficoltà molto diffuse negli adolescenti, ma non per questo di poca importanza. Il confronto con i genitori ed altri famigliari può suscitare molte difficoltà e sofferenza, come mi sembra di capire nel suo caso. L'adolescenza è una fase critica in cui si cambia e ci si scopre di continuo. Le cause che l'hanno portata ad un difficile e quasi assente dialogo con i sui genitori possono essere molteplici, ma non per questo la situazione deve rimanere questa, si può cambiare come lei sta cercando di fare. Purtroppo non si può rispondere alla sua domanda solo attraverso queste poche righe. Volendo approfnondire la situazione le offro la mia disponibiltà per una consulenza.
Gentile ragazzo, i suoi problemi rientrano in quelli attraversabili nella delicata fase adolescenziale che per sua natura è una fase di graduale svincolo dalla famiglia in vista dell'acquisizione di una autonomia personale ed economica. Tuttavia questo processo per svolgersi armonicamente necessita del supporto familiare ed è per questo che lei sente il bisogno attualmente di esso. Tenga presente che una fase di contestazione o almeno di messa in discussione della famiglia e della società da parte dell'adolescente è quanto mai necessaria ed opportuna, anche se ovviamente nel rispetto di determinati limiti, perchè è indice appunto di nuove capacità cognitive ed affettive da parte dell'adolescente che sono necessarie nel processo evolutivo. Tuttavia il distacco dalla famiglia a cui deve mirare tutto il processo adolescenziale e che deve portare all'autonomia economica e personale è bene che non sia un distacco affettivo.
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
Gentile Pasquale, credo tu abbia ben descritto ciò, che al momento, ti fa soffrire nel rapporto con la tua famiglia. Fermo restando che gli elementi a disposizione sono, per ovvie ragioni, non sufficienti per un'analisi accurata, ritengo sia possibile fornirti qualche consiglio per provare ad aiutarti: - E' normale, in età adolescenziale, "allontanarsi" dalla famiglia di origine, crearsi spazi propri spesso custoditi gelosamente. E' una dinamica psicologica che aiuta a individuarsi come persona, a rendersi indipendenti psicologicamente da coloro da cui si è sempre dipeso. Cerca di non crearti troppi sensi di colpa. - E' altrettanto normale che i genitori si "risentano" per i comportamenti dei figli adolescenti, spesso non comprendono il senso di alcuni atteggiamenti "nuovi" e ne possono soffrire. - Generalmente tutto ciò si risolve con la crescita dei figli. - Hai dimostrato capacità introspettive (sai guardarti dentro) e non è cosa da poco. E' un aiuto che ti stai dando da solo. Un paio di consigli: - Se, i tuoi genitori, ora come ora, non riescono a cogliere i tuoi tentativi di "riavvicinamento" potresti tentare di dir loro ciò che hai scritto a noi: essere esplicito, chiaro. So che "parlare" a volte è più difficile che "fare", ma, credimi, spesso funziona. - Se ti senti tanto a disagio e preoccupato, puoi chiedere qualche colloquio a un professionista che ti supporti ad affrontare il più serenamente possibile la questione che poni. Cari saluti,
Ciao Pasquale, dalle tue righe mi arriva il dispiacere per esserti “allontanato” dalla tua famiglia pur restando in casa. Come prima cosa vorrei liberare il tuo racconto dalla parola “errore”e rivedere i tuoi comportamenti alla luce della tua adolescenza come tentativi di trovare una nuova posizione in famiglia. Ora è difficile risalire alla causa del tuo allontanamento identificandola nei "no" dei tuoi genitori.Tieni conto che anche loro sono stati e sono coinvolti nel tuo cambiamento e anche loro sono alla ricerca di una nuova posizione.Piuttosto, approfittando della tua fase di riflessione,potrebbe davvero essere utile pensare a quanto vicino o lontano vuoi restare rispetto ai tuoi familiari, scegliendo per esempio dei comuni interessi di conversazione o di momenti da condividere e riservandone altri a te e alla tua rete di amici, tenendo come faro illuminante il benessere tuo e delle tue relazioni.Così la tua famiglia e la tua casa potrebbero diventare il tuo porto sicuro da cui partire per ogni nuova esperienza e a cui poter approdare quale rifugio quando fuori c'è aria di tempesta o hai semplicemente voglia di fermarti.Prova a pensarci su.
Varese
La Dott.ssa Stefania Pollice offre supporto psicologico anche online
Ciao Pasquale, ciò che stai attraversando è piuttosto frequente alla tua età. si crea una distanza tra i figli e i genitori, è come se si iniziasse a parlare un linguaggio differente, ricco di giudizi e fraintendimenti da entrambe le parti. il cambiamento però inizia proprio da questo momento, ovvero quando il figlio si rende conto che in realtà sta male senza la sua famiglia. Non è troppo tardi, anzi probabilmente è il momento giusto e mi sembra che tu abbia descritto così lucidamente la situazione, per cui valga veramente la pena di provare. Alle volte però si fa fatica a farsi ASCOLTARE dai genitori. e se provassi a scrivergli? Scrivere ad entrambi quello che provi, quello in cui credi, quello che vorresti, chiedendo loro un aiuto. Potrebbe essere un primo passo per costruire qualcosa di nuovo.
Caro Pasquale, l'affetto cresce se viene coltivato e manifestato. Pertanto non nascondere i tuoi sentimenti e adoperati con convinzioni per mostrare il tuo affetto alle persone che ami. Quello che tu dici è vero, potrebbero essere le questioni economiche quelle che in qualche modo ti hanno chiuso, ma ora che sei più grande avrai certo modo di riflettere sul perchè di questi rifiuti e ti sentirai più vicino ai tuoi genitori. Ti auguro una buona giornata.
Caro Pasquale, quando si tratta di rapporti significativi, come quelli affettivi con i genitori e con le persone oggetto dei nostri sentimenti ed emozioni, se non abbiamo una visione realistica e positiva di questi rapporti, difficilmente ce ne possiamo allontanare. Continuiamo a mantenere rimpianti e dolori che ci costringono a rimanere attaccati. Noto che con tuo padre hai un rapporto confrontativi: concentrati su questa relazione e vedrai che ce la fai. Buona vita.
Gentile ha descritto benissimo la situazione, alla sua età direi che è quasi nella norma. Tutti glia dolescenti cercano la loro individualità e quanto più la cercano tanto più il cammino può essere arduo. Provi a parlarci sinceramente ma mettendo a nudo ciò che desidererebbe da loro, cosa vuole dalla vita, cosa sia spetterebbe. Forse in questo modo li aiuta a denudarsi e ad aprire una comunicazione diversa, se poi non basta, proponga loro qualche seduta di terapia familiare, ma non perda l'occasione di riavvicinarsi adesso che ne sente il bisogno. Sia propositivo e non lamentoso.. Vedrà che troverà il modo. Cordialità
Ciao, la tua famiglia invece di rappresentare un cuscinetto per te e' diventata come un ring dove si deve lottare per ottenere qualcosa. Il mio consiglio e'di allargare il cerchio delle conoscenze verso un ristretto gruppo di amici che potranno capire il tuo modo di inserirti nella societa'.