Salve a tutti! Ho tre figli adolescenti due maschi e una femmina ; I due più grandi (17 il maschio e 15 anni la femmina) non mi danno retta e non so cosa fare, come comportarmi con loro. Quella che mi causa più problemi è mia figlia non vuole studiare,non mi ascolta, risponde male,molte volte mi chiamano da scuola e mi dicono che mia figlia non è in classe. Vi prego datemi qualche consiglio Grazie!
Buongiorno Sig. Giorgio,
l'adolescenza è l'età del cambiamento, della crescita, dell'acquisizione di un'identità adulta e definitiva, che richiede fatica sia per i figli che per i genitori. Un certo livello di oppositività nei confronti delle figure genitoriali è del tutto normale, anche se nel suo caso sembra ci sia forse un eccesso di comportamenti trasgessivi e oppositivi. Tuttavia ho pochi elementi per capire a fondo la situazione. Quello che le posso dire è che essere un buon genitore con un figlio adolescente significa continuare ad essere un punto di riferimento per lui, dare le regole in modo autorevole, che è diverso da autoritario, accettandolo nonostante gli sbagli e cercando, con pazienza, di tollerare la frustrazione derivante dal non sentirsi più l'idolo che si era stati fino a qualche anno prima. Se sua figlia fatica ad andare a scuola si chieda quali possono essere i motivi delle sue trasgressioni e di conseguenza cerchi di intervenire in modo da esserle di supporto. Se riconosce un certo livello di sofferenza in lei può pensare al supporto psicologico, consiglio che dò anche per voi genitori, al fine di approfondire la situazione e ottenere dei validi consigli sul modo più corretto per affrontare la situazione.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Caro Giorgio,
l'adolescenza è un periodo molto delicato, tante emozioni confuse dentro, spesso non condivise con gli adulti, tenute per sé in un luogo segreto della camera o con gli amici, è un caos di emozioni e sensazioni nuove, in un corpo nuovo. Provi ad immaginare un pirata che non ha bandiera, che va alla ricerca di un'identità e alla conquista dei suoi tesori e di terre inesplorate, ribelle ad ogni regola e limitazione. Lo scontro con le figure adulte, insegnanti e soprattutto genitori è un passaggio che va tollerato, entro i limiti ovviamente. Il padre inoltre è la figura che rappresenta l'autorità con e contro cui confrontarsi per affermare la propria volontà e la propria unicità, ma allo stesso tempo una figura di riferimento a cui i ragazzi si aggrappano per non perdersi. Il mio consiglio è di mantenere chiare e ferme le regole, che saranno percepite da loro come linee guida nella tempesta che stanno attraversando. Le regole servono per dare valore alle persone, alle cose. Questo va trasmesso prima di tutto. Poi ci vuole apertura e dialogo, se loro non "ascoltano" allora ascolti lei, senza pregiudizi e senza paura, tutti i segnali di disagio che sua figlia le sta comunicando. Provi ad ascoltarla ad interessarsi alla vita di sua figlia, alle sue passioni, per poi aiutarla a capire ciò che la turba in questo momento. Cercate insieme di dare un nome alle sue emozioni, a ciò che prova, se è arrabbiata, se è disorientata, se è spaventata... Provi a farle capire che è preoccupato per lei, e che lei ha un valore come persona e come figlia.
Gentile Giorgio,
l’adolescenza è il periodo della “ribellione” e della messa in discussione delle regole e delle figure genitoriali: si tratta del periodo che porterà all’affermazione di sé come persona all’interno della società, della famiglia, del gruppo di amici, ecc.
Si tratta di una fase delicata e complessa che deve essere presa in considerazione caso per caso; è giusto occuparsi di comportamenti di fronte ai quali non si sa come reagire. Risulta, quindi, difficile dare dei consigli proprio per l’unicità di ogni situazione.
Il suggerimento che mi sento di darle è quello di non lasciar cadere le difficoltà ma di dare spazio e ascolto alle difficoltà che vive.
Qualora fosse interessato ad una consulenza per valutare meglio la situazione non esiti a contattarmi.
Cordialmente.
Milano
La Dott.ssa Valentina Delfrati offre supporto psicologico anche online
Salve in merito alla sua domanda, non c'è una risposta unica. L'adolescenza è una fase di ribellione, di conflitto per i giovani che incominciano a sperimentare l'autonomia ed il distacco dai genitori. E' una fase delicata, durante la quale ci possono essere accese discussioni, e difficoltà a farsi ascoltare, come da lei raccontato. Non c'è un metodo per affrontare un adolescente in lotta con il mondo per affermare sè stesso. I genitori possono mostrarsi disponibili, pazienti, comprensivi, ma mai assenti, nel senso che se da una parte bisogna lasciare che il ragazzo sperimenti da solo le novità per lui della vita, il classico "fargli sbattere la testa", dall'altra il genitore, anche se è molto faticoso, ha da non perdere il polso, nel senso che nonostante i litigi, la rabbia per non essere ascoltati, i continui problemi. Ascoltate sempre i vostri figli e parlate con loro, se sbagliano, perdonateli, non lasciateli soli. Per quanto impegnativa sia questa fase della vita dei figli per un genitore, passa. Inoltre è importante crescere e mettersi in discussione come genitori, anche se l'adolescenza è stata superata, in quanto adulti, i figli ci ripropongono una sorta di "seconda vita", con loro si possono rivivere le fasi della nostra vita, ogni genitore se ricorda le proprie può decidere di aiutare il figlio a viverle diversamente, dalle sue. E' durante l'adolescenza che i genitori si rendono conto che i figli stanno crescendo e che stanno scegliendo liberamente della loro vita e gli adulti che vorranno essere, indipendentemente dai consigli dei genitori. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.
Gentile Giorgio, spesso i genitori hanno la percezione che il comportamento dei propri figli sia sbagliato e in molti casi in effetti può non essere il modo migliore di comportarsi, ma vederla da questo punto di vista tende a non essere utile a risolvere il problema. Se i suoi figli persistono in questi atteggiamenti é probabile che pensino sia corretto comportarsi cosi ed insistere solo sul comportamento spesso non é convincente. Provi a iniziare a chiedersi perché per i suoi figli é giusto comportarsi in questo modo, cosa glielo fa pensare, e provi a conversare con loro di questi argomenti; é possibile che lì si trovi lo strumento per concordare con loro comportamenti più efficaci. Parlare dei comportamenti é il secondo punto del discorso, se salta il primo, i pensieri, rischia di trovare sempre un muro. Spero di esserle stato di aiuto. Cordiali saluti.
Gentile Giorgio,
l'adolescenza è quel periodo della vita in cui, spesso, l'Autorità (genitori, scuola ecc.) è messa in discussione a volte con modalità che, agli occhi degli adulti, possono apparire esagerate. Quello che, mi sembra, Lei segnali è un suo senso d'impotenza nei confronti della figliola "ribelle" ed una forte preoccupazione per i rischi che potrebbe correre. Le consiglierei di rivolgersi o, se esiste, allo sportello di ascolto psicologico della scuola, oppure a qualche professionista che possa aiutarvi a ritrovare un canale di dialogo. Le ricordo che i ragazzi spesso provocano, scandalizzano e ci sembrano quasi incomprensibili... e qui il discorso sarebbe lungo e non è questa la sede per affrontarlo. Spero e credo che riuscirà a riannodare un rapporto meno conflittuale coi Suoi figli che, se sono fonte di ansia, sono anche fonte di risorse vitali che ci costringono a metterci in discussione.
Cordiali saluti
Buonasera,
come le avranno già detto altri colleghi, l'adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti e comportamenti "ribelli" sono spesso presenti; gli adolescenti mettono alla prova i genitori, si aprono maggiormente verso il rapporto con i coetanei e spesso sembrano voler passare tutto il tempo con altri. Questo non significa che non abbiano però bisogno della presenza di un genitore disponibile e fermo nelle proprie decisioni; provi a non essere giudicante, ma ad interessarsi agli interessi di sua figlia e alla sua vita, senza per questo sembrare controllante. Se è preoccupato, lo faccia presente con calma, rendendosi disponibile al dialogo; non importa se all'inizio risponderà in modo "brusco": se coglie che lei è davvero interessato al suo stato di benessere, sarà di per sè un intervento che aprirà maggiori possibilità di confronto. Se ha una compagna/una moglie, cercate di mantenere una linea comune. In ogni caso, non siate giudicanti! E soprattutto, non usate l'ironia per dire dei no; siate decisi, ma disposti a spiegare le vostre motivazioni e a proporre anche ai vostri figli di contribuire alle soluzioni dei conflitti...e se qualche volta vi arrabbiate e "scattate" con qualche urla, siate disponibili a verbalizzare in seguito che siete dispiaciuti per quanto accaduto. Non vi scoraggiate! In bocca al lupo! Se sentite il bisogno di un confronto, mi contatti pure! In bocca al lupo!
Gentile Giorgio, è inconsueto ma molto bello trovare una richiesta come la sua formulata da un papà. Tre figli in età adolescenziale mettono a dura prova qualsiasi sistema familiare, tuttavia mi sembra che Lei soffra per il comportamento dei suoi ragazzi, sia giustamente preoccupato e voglia capire come affrontare al meglio questa delicata e complicata fase della vita. A Milano ci sono alcuni validi centri specializzati in adolescenza che possono dare valide consulenze ai genitori. Non ha molto senso darLe altri consigli via internet senza conoscere a fondo la sua situazione. L'unica cosa che posso suggerire nel frattempo è di armarsi di pazienza e voglia di capire, cercando, per quanto difficile, di non giudicare i ragazzi, mettendosi in posizione di ascolto. Molti auguri!
Buongiorno,
il problema che lei porta merita un approfondimento un po' più ricco. La conflittualità tra genitori e figli adolescenti è abbastanza normale, anzi molto spesso attesta il buon sviluppo psicologico dei ragazzi. Mi pare però che nel suo caso la problematica abbia raggiunto toni e fin troppo accesi.
In questi casi, ai fini di un intervento efficace, è necessario conoscere i modi in cui i genitori reagiscono alle provocazioni dei figli. Sulla base delle risposte degli adulti infatti, si strutturano le risposte comportamentali dei figli che possono essere più o meno problematiche. Per rimanere su un tono generalizzante posso affermare che ultimamente si nota una mancanza di autorevolezza genitoriale che porta i figli a sentirsi fragili, insicuri e molto nervosi.
Per gestire con successo questo tipo di interazione tra genitori e figli io le consiglio di rivolgersi vivamente a un terapeuta che possa condurla a comprendere che cosa sta accadendo tra di voi, al fine di poter superare questo difficile momento.
A presto
Milano
Il Dott. Andrea Calò offre supporto psicologico anche online
Gentile Sig.,
Mi sembra di percepire nella sua domanda una certa sofferenza ed forse anche una certa "solitudine" nell' affrontare nel modo più adeguato questa fase della loro crescita psico-fisica. L'adolescenza è un periodo molto complesso sia per i figli che per i genitori. L'adolescenza è un momento delicato in quanto si passa dallo stadio di bambino a quello di giovane adulto con tutte le trasformazioni bio-fisiche, psicologiche e sociali che questa fase comporta. Il figlio può cercare di istaurare un rapporto diverso con l'ambiente esterno e con il suo nucleo familiare. Tra dipendenza e desiderio di indipendenza, l'adolescente può provare sentimenti molti contrastanti e forti nei confronti delle figure di attaccamento sfidando a volte regole e limiti. In questo periodo l'adolescente definisce la propria identità e questo influenza anche chi si prende cura di lui. Il rapporto può spesso essere problematico ma il dialogo e una comunicazione più simmetrica possono aiutare a vivere con meno conflitti questa fase che trasforma anche il genitore. Lei ha forse già provato a comprendere se esistono dei disagi o delle difficoltà a casa, a scuola o in altri contesti, che possono spiegare certi comportamenti dei suoi figli? Forse l'esprimere le proprie emozioni può essere un primo passo verso una relazione genitore-figli più autentica? Mi chiedo se provare a condividere momenti di reciproco interesse potrebbe essere una possibilità supplementare di comprendersi a vicenda e di superare alcuni scontri quotidiani? Le consiglio tuttavia di rivolgersi a un professionista, come lo psicologo, al fine di comprendere quale sono le dinamiche relazionali che instaura con i suoi figli, quale strategie comunicative e comportamentali potrebbe mettere in opera al fine di superare i disagi nella relazione genitore-figli in funzione della propria personalità e storia personale.
Spero esserle stata d'aiuto, le auguro di trovare al più presto la soluzione più adeguata per ristabilire un adeguato benessere psicologico all'interno del suo nucleo familiare e tra i membri che lo compongono.
Cordiali saluti