Gentilissimi, sono una mamma di 49 anni, sposata, con una figlia di 15 e un figlio di 14. La mia domanda riguarda la figlia di 15. Come genitori (sempre piuttosto allineati sulla condotta educativa, coesi sulle decisioni e aperti nel confronto e nel dialogo) abbiamo sempre sottolineato l'importanza della fiducia nelle relazioni. Non abbiamo applicazioni di controllo spostamenti tramite i cellulari, nè siamo ossessivi con le telefonate quando la ragazza (i ragazzi) sono fuori. Concediamo un'uscita serale a settimana e un'uscita in discoteca al mese. Vogliamo sapere chi sono gli amici del gruppo frequentato ma senza chiedere cognomi, nomi e vie dove abitano. Nostra figlia è molto riservata, ma comunica con tranquillità le sue attività e i suoi spostamenti. Non ci chiama quasi mai quando è fuori. Ha iniziato a mostrare una decisa spinta di indipendenza, tenendo per se i primi innamoramenti, pur comunicando alla famiglia che "si è fidanzata". La mia difficoltà è a tratti quella di adeguarmi a questo distacco... come genitori ci ritroviamo a volte spiazzati nel constatare che oramai lei ha una sua vita e noi siamo "di contorno", con meno confidenze e meno condivisioni. Controlliamo, siamo sempre presenti, ma non "indaghiamo" e ci fidiamo. Facciamo bene? E' corretto sentirsi spaesati a volte? Ai nostri tempi credo ci si staccasse un poco dopo... ora a 15 anni a volte ci sembra precoce... grazie per la risposta!
Buongiorno,
è normale trovarsi spiazzati di fronte all'adolescenza dei propri figli è sempre un momento complicato che mette in dubbio le proprie certezze di genitore.
Da quello che scrive mi sembra che stiate facendo bene nel lasciare qualche spazio di indipendenza a vostra figlia ma continuando a mantenere un'attenzione su di lei.
Può essere molto utile in questi casi un confronto con un terapeuta esperto in adolescenza o un gruppo di confronto con altri genitori con figli adolescenti.
Resto a disposizione se ci fosse necessità di un approfondimento .
Buongiorno Federica,
l'adolescenza è sempre un periodo delicato per le famiglie: questa spinta verso l'interezza come dice l'etimologia del termine (ad-olos) cambia le dinamiche interne del nucleo familiare e fa nascere nei genitori a volte un senso di precarietà, come avviene spesso ad ogni cambiamento.
Le domande che si pone sono legittime: è normale sentirsi spaesati? non indaghiamo, facciamo bene ? Siamo solo di contorno? A 15 anni non è precoce?
Queste domande potrebbero essere un'occasione eventualmente per consultarsi con un professionista che l'aiuti in questo passaggio per non rischiare che le modalità di relazione con sua figlia si irrigidiscano ma mantengano una flessibilità continua, di lontananza e vicinanza, propria di ogni relazione.
Per qualsiasi ulteriore domanda non esiti a contattarmi,
Cordialmente,
Dott.ssa Barbara Valente
La Dott.ssa Barbara Valente offre supporto psicologico anche online