Mia figlia 17enne

Cristina

Mia figlia ha appena compiuto 17 anni. So perfettamente che l'adolescenza non è un periodo facile, ho un altra figlia che oggi ne ha 25 e che viene da una separazione dal mio primo marito e l'inserimento/adattamento al mio nuovo marito con la nascita di due fratelli minori. Malgrado ciò però pur avendo anche lei avuto le sue crisi adolescenziali (scuola/periodo di omosessualità) l'ho sempre sostenuta in tutto e non siamo mai arrivate a periodi drammatici, il dialogo tra di noi è sempre rimasto. Con la ragazza di 17 anni invece trovo un muro, non accetta nessun tipo di dialogo che non sia di sua iniziativa, alla minima domanda come va? che fai oggi? si può scatenare l'inferno e io rimango basita perchè cerco di andarci sempre molto delicatamente ma non riesco mai a percepire quando poter iniziare una qualsiasi banale discussione con lei che non finisca poi in litigio/accuse ecc... La situazione in casa non è delle migliori, i rapporti tra me e mio marito sono altalenanti e questa sembrerebbe essere la scusa per additarci in qualsiasi momento come cattivi genitori. Abbiamo sempre concesso massima fiducia sapendo che è una ragazza intelligente ed anche abbastanza matura quindi non vive con il nostro fiato sul collo. Si assenta spesso da scuola e la trascura malgrado noi facciamo dei sacrifici per garantirle una scuola privata di buon livello, ma anche lì pare che stiamo sbagliando tutto...Ora ha iniziato una terapia psicologica per darle un supporto esterno visto che a suo dire noi di lei non abbiamo capito nulla ma malgrado ciò resta una situazione abbastanza difficile per me da gestire (il padre lascia molto correre sperando che cresca e si risolva da se) e purtroppo a volte mi porta la punto di farle capire che in questo momento non la riconosco...non è la persona che conoscevo pochi anni fà ed ecco...cado nel trabocchetto e quindi non la stimo, non l'apprezzo e non sono contenta di lei. Non so piu' come prenderla e soprattutto essendo io una persona ansiosa di mio finisco per lasciarmi assalire dall'ansia. Grazie per un qualsiasi consiglio.

13 risposte degli esperti per questa domanda

Capisco quanto possa essere difficile vedere cambiare una figlia e sentire di non riconoscerla più. L’adolescenza è una fase di grande trasformazione, in cui i ragazzi cercano la propria identità, a volte anche attraverso comportamenti che possono sembrare distanti o provocatori. È naturale che questo generi ansia e frustrazione.

Forse potrebbe aiutarla provare a separare il comportamento della ragazza dalla sua persona: sua figlia sta crescendo e cambiando, ma questo non significa che abbia perso le qualità che amava in lei. Potrebbe essere utile trovare nuovi modi per connettersi con lei, cercando di ascoltarla senza aspettative rigide, lasciandole spazio ma facendole sentire che c’è sempre una base sicura a cui tornare.

E per l’ansia che prova, ha mai pensato di prendersi un piccolo spazio per sé, per gestire queste emozioni? A volte, quando siamo sopraffatti, prendersi cura di sé aiuta anche a ritrovare una connessione più serena con gli altri.

Se lo desidera può contattarmi per fissare un appuntamento conoscitivo. 

Buona giornata 

Così offri uno spazio di comprensione, validi le sue emozioni e suggerisci uno spunto di riflessione senza colpevolizzarla.

Se lo desidera puo contattarmi per fissare un appuntamento conoscitivo 

Buona giornata 

 

Dott.ssa Valentina Giglio

Dott.ssa Valentina Giglio

Roma

La Dott.ssa Valentina Giglio offre supporto psicologico anche online

Cara mamma, dalle parole che scrive emerge un grande dolore dato dalla difficoltà di gestire ed affrontare il rapporto con sua figlia. E' vero che l'età adolescenziale porta con sè un contrasto continuo di emozioni ma è altrettanto vero che rappresenta il periodo in cui i ragazzi iniziano ad identificarsi come individui a se stanti dai genitori barcamenandosi nel trovare quel difficile equilibrio tra bisogno di essere indipendenti e bisogno di essere accettati. Da ciò che ho letto mi sembra un genitore attento e premuroso e certamente la scelta di iniziare un percorso di sostegno psicologico sarà utile ad un buon sviluppo di sua figlia e al vostro rapporto. Potrebbe essere necessario che anche voi genitori prendeste in considerazione di fare altrettanto, per mettervi in discussione e trovare le risorse adeguate a gestire questo momento in modo che possiate "parlare la stessa lingua" nel momento in cui la ragazza sarà aperta al dialogo.

Per qualsiasi altra domanda e informazione non esiti a contattarmi.

Grazie.

Gentile Cristina

la tensione relazionale e' piuttosto marcata, ma le ragioni probabilmente si sono costruite nella storia affettiva e familiare nel tempo. Non e' possibile comprendere dalla sola lettera come sua figlia ha affrontato i cambiamenti. I comportamenti che  mette in atto rimandano ad emozioni di rabbia e richiesta nello stesso tempo. Occorrera' seguire la storia di queste emozioni per  capire meglio. La invito a riflettere sulla sua affermazione che "in questo momento non la riconosco piu'" e "non e' la persona che conoscevo pochi anni fa' ...". Forse sua figlia esprime, seppur con toni forti, un bisogno di amore e un bisogno di essere ri-conosciuta,  ma con occhi che riescano a vederla per come e' e per quello di cui ha bisogno, anziche' solo come e' stata. Credo che sia importante che anche lei possa rivolgersi ad un terapeuta per un sostegno di fronte alle sfide che la ragazza pone, a se stessa e a lei in quanto genitrice. 

Cordiali saluti

Dott.ssa Paola Poeta

Dott.ssa Paola Poeta

Roma

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Buongiorno. 

La fase adolescenziale è un momento difficile e spesso genera conflitti con i genitori. In questo caso, dal suo racconto, emerge una conflittualità soprattutto tra madre e figlia che la fa sentire in colpa e non adeguata nel suo ruolo di mamma.

Questo conflitto e questo senso di colpa possono aumentare il suo stato d ansia, definendosi lei stessa una persona ansiosa.

Sua figlia, come scrive è seguita da un professionista, ma credo che anche lei necessiti di un supporto psicologico che possa esserle di aiuto ad uscire da questa difficile situazione e sostenerla.

Io mi occupo di Eta Evolutiva e sostegno alla genitorialità. Se lo desidera sono disponibile anche on line. 

Cordialmente,

Dott.ssa Stefania Baldassarre 

Dott.ssa Stefania Baldassarre

Dott.ssa Stefania Baldassarre

Forlì-Cesena

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Capisco la difficoltà che stai vivendo in questa situazione. Come psicologa, credo che il primo passo sia riconoscere che l’adolescenza è un periodo estremamente complesso per entrambe le parti: sia per il giovane che sta attraversando il cambiamento, sia per i genitori che cercano di sostenerlo. La distanza emotiva che senti con tua figlia può derivare dalle sue trasformazioni interne, che la portano a ridefinire la sua identità e a separarsi progressivamente dai genitori, un processo naturale ma spesso doloroso per entrambi.

Il fatto che tua figlia stia intraprendendo una terapia psicologica è un buon segno. È importante che continui a supportarla in questo percorso, cercando di non prendere personalmente le sue reazioni. La sua percezione di essere fraintesa, anche se dolorosa per te, riflette un tentativo di esprimere la sua individualità e di cercare risposte a domande che, a volte, nemmeno lei stessa riesce a comprendere.

In merito ai conflitti, un consiglio utile potrebbe essere quello di continuare a mantenere aperta la porta del dialogo senza forzarlo, cercando di entrare in sintonia con il suo mondo senza criticare o giudicare. Potresti provare a comunicarle che, anche se non sempre comprendi pienamente il suo comportamento, sei comunque pronta ad ascoltarla senza pregiudizi. Evita di fare confronti con la tua prima figlia, poiché ogni adolescente è unico e la sua evoluzione è influenzata da molti fattori.

Per quanto riguarda il suo rendimento scolastico, ti suggerirei di adottare un approccio più rilassato, cercando di capire le sue difficoltà senza focalizzarti esclusivamente sul risultato. Se ci sono disagi o difficoltà più profonde dietro alla sua scarsa motivazione, è importante affrontarli con la stessa delicatezza con cui affronti i suoi conflitti relazionali.

Ricorda che l’ansia che provi è comprensibile, ma potrebbe essere utile fare dei passi indietro, cercando di non identificarti completamente con il suo comportamento. La tua ansia potrebbe aumentare la tensione e rendere la situazione ancora più difficile da gestire. Potresti considerare di parlare con uno psicoterapeuta per te stessa, per avere un supporto nel gestire le emozioni legate alla sua fase adolescenziale e le dinamiche familiari in corso.

Infine, cerca di dare il giusto spazio a tua figlia per essere se stessa, pur mantenendo una costante disponibilità affettiva e di supporto. A volte, l’ascolto silenzioso e la presenza costante sono le cose che riescono ad avere il maggiore impatto.

Dott.ssa Vanessa Nasso

Dott.ssa Vanessa Nasso

Roma

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Buongiorno Cristina,

comprendo il suo stato di prostrazione e confusione ma anche rabbia e svilimento. 

Credo sia molto importante che sua figlia si sia orientata verso un aiuto esterno, fondamentale in un momento come l'adolescenza in cui mantenere un equilibrio tra rimanere legati alla famiglia e svincolarsi da essa è la sfida centrale. Certo ci vuole tempo perché le cose si modifichino.

Poi forse sembra trapelare questa sua insoddisfazione rispetto sua figlia, come dice lei cade nel trabocchetto,  e l'idea che sia l'adolescente in questione il cardine centrale del problema.

Penso che aver scritto qui mostri come si stia chiedendo se non ci sia una dinamica che viene da un sistema familiare e da un rapporto tra persone che è in crisi ( lei è sua figlia - lei e suo marito - sua figlia e il papà - voi tutti) e che va sostenuto questo approfondimento per comprendere cosa stia accadendo. 
Le consiglio vivamente di riflettere su questo aspetto. 
Un caro saluto 

Dott.ssa Francesca Fabiani

Dott.ssa Francesca Fabiani

Roma

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Buongiorno e grazie per aver scritto a Psicologi Italia.

Concordo pienamente con lei che il periodo adolescenziale sia complesso, sua figlia rappresenta un’adolescente tipica che richiede comprensione ed empatia, ovviamente difficile da gestire soprattutto quando i comportamenti oppositivi sono rivolti al proprio nucleo familiare.

Voglio complimentarmi con lei per attivato un sostegno psicologico per sua figlia, a breve tempo i benefici saranno palpabili con effetti positivi anche a livello familiare.

Sarebbe opportuna una consulenza di coppia per avere la possibilità di analizzare le dinamiche familiari e poter gestire meglio la comunicazione con i vari membri della famiglia.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Evelin Alvarez

Dott.ssa Evelin Alvarez

Roma

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L'adolescenza è un periodo di cambiamenti intensi, in cui si sperimentano nuove emozioni e si cerca di definire l'identità. Anche se il comportamento di tua figlia ti fa soffrire, prova a ricordare che il bisogno di affermarsi e di stabilire una propria autonomia può portare a reazioni forti. Cercare di capire il “perché” dietro le sue reazioni, pur non giustificandole, può aiutarti a trovare un approccio più empatico. A volte, le domande standard come “come va?” possono sembrare troppo invadenti o giudicanti in un momento di tensione. Prova a creare momenti in cui la comunicazione sia più naturale e meno strutturata: ad esempio, durante un’attività condivisa (una passeggiata, cucinare insieme o guardare un film). Questi momenti informali possono abbassare la guardia e aprire la strada a un dialogo più sincero. Anche se avete concesso molta libertà, è importante che esistano regole condivise e limiti chiari, sia per il rispetto reciproco che per la gestione delle responsabilità quotidiane (come la frequenza scolastica). Coinvolgere tua figlia nella definizione di questi limiti può aiutarla a sentirsi partecipe e responsabile, anziché sentire le imposizioni come imposizioni unilaterali. Essendo tu una persona ansiosa, potresti valutare di cercare anche un supporto per gestire la tua ansia, magari attraverso tecniche di rilassamento, mindfulness o anche una terapia individuale. Mantenere il proprio benessere emotivo ti metterà in una posizione migliore per affrontare i conflitti familiari. Allo stesso tempo, potrebbe essere utile supportare tua figlia nel suo percorso terapeutico, magari chiedendo al suo psicologo consigli su come comunicare in modo costruttivo con lei. Le tensioni tra te e tuo marito sembrano contribuire alla situazione. Spesso i conflitti coniugali si riflettono sui figli. Se possibile, valutate insieme (magari con l’aiuto di un terapeuta di coppia) di lavorare sulla comunicazione tra di voi, così da non trasformare il rapporto genitori-figlia in un terreno di scontro.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Gent.le mamma della ragazza di 17 anni,

l'adolescenza non è una fase per niente facile per nessun giovane, ma in particolare in questa situazione potrebbe essere acutizzata dall'ambiente familiare instabile sia legato alla sua ansia ed al suo rapporto instabile con suo marito. Queste due condizioni probabilmente la ostacolano nel poter ascoltare fino in fondo sua figlia, in ciò che le vorrebbe dire o che le vorrebbe mostrare della sua crisi. Non abbia paura di ascoltare il malessere di sua figlia o le critiche che può esporre nei vostri confronti come genitori. Cercate il dialogo ed il confronto per poter ristabilire un nuovo equilibrio familiare. Se ha possibilità di iniziare un percorso psicoterapeutico le sarà utile per superare l'ansia.

Cordiali saluti

Dr.ssa Iolanda Lo Bue

 

 

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

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Buonasera signora, comprendo il suo stato d animo e capisco che la situazione sia abbastanza difficile sopratutto perché le dinamiche che si manifestano alimentano la sua preoccupazione e di conseguenza il suo stato ansioso. Quello che mi sento di rimandarle è di cercare, quanto possibile, di creare degli spazi esclusivi madre/figlia in modo tale da rafforzare e rinforzare il vostro rapporto; magari organizzando delle attività che  potrebbero piacere a sua figlia o fare delle cose insieme in cui siate solo voi due fuori dal contesto familiare. A volte le dinamiche familiari e/o di coppia possono spostare il focus di attenzione e questo, specie in adolescenza potrebbe essere causa di disagio e potrebbe innescare tutta una serie di meccanismi che portano ad allontanarsi e/o a chiudersi. Creare dei momenti solo vostri potrebbe essere un terreno fertile per riacquisire un dialogo costruttivo e per aumentare anche l'autostima di entrambe.

Dott.ssa Serena Armocida

Dott.ssa Serena Armocida

Roma

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Salve Signora, intanto osserviamo che i figli non sono tutti uguali. Hanno una loro indole e vissuti che possono essere diversi, come diverse possono essere le modalità di reazione. Ha fatto benissimo a far fare a sua figlia un percorso, spero con una psicologa che sia anche psicoterapeuta. In questi casi i colleghi dovrebbero prevedere ogni tanto anche incontri familiari. Ha provato a chiedere? L'adolescenza è un momento molto delicato: uno squilibrio estremo. Il ruolo dei genitori in questo periodo è molto molto importante per quanto le modalità devono necessariamente cambiare lasciando spazio all'autonomia ma garantendo una presenza affettiva ed una disponibilità. Un caro saluto.

Nell'adolescenza è normale che ci sia della contestazione da parte dei figli nei confronti dei genitori e della società. Se tuttavia, questa fase di contestazione sfocia in una inquietudine pericolosa o compromette eccessivamente il clima familiare, è opportuno ricorrere ad uno psicoterapeuta che valuterà se ci sono criticità degne di interventi di consulenza o terapia psicologica. 

Non è infrequente che sia più risolutiva una consulenza effettuata nei confronti dei genitori o del genitore più coinvolto nel problema che interventi sul minore. Anzi a volte è assolutamente necessario parlare con i genitori ed in generale è sempre bene che lo psicologo che si accinga a prendere in carico un minore espliciti una riserva in tal senso.

Alcune tecniche della Terapia della Gestalt sono molto veloci ed efficaci nel risolvere i problemi di relazione. Su internet può trovare miei articoli sia sui problemi di relazione, sia sull'importanza dei genitori in psicoterapia. 

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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