Mia figlia dopo aver cambiato scuola non si sente accettata

Sabrina

Buonasera, scrivo perché mia figlia ha appena cambiato scuola, causa trasferimento di casa, è in seconda media, ci siamo trasferite io e lei in un'altra provincia e dopo il primo mese di scuola, si sente esclusa dalla classe. Lei ogni giorno si inserisce nei discorsi e prova a farsi accettare dalle nuove compagne di classe ma senza successo. Premetto che è sempre stata molto socievole, sia alle elementari sia in prima media, si è sempre integrata alla grande e non ha mai avuto problemi. Ora piange tutti i giorni, non vuole andare a scuola e soffre per questa esclusione. Come posso fare per aiutarla? Le ho già detto di avere pazienza e che la situazione migliorerà e le ho raccontato la mia esperienza e quella del fratello maggiore alle medie.... parlerò con i professori a dicembre in vista del primo colloquio con loro, ce qualcos'altro che posso fare per aiutarla?

10 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno.
Per prima cosa bisognerebbe chiedere, se non l'ha già fatto, quali sono i motivi di tali pianti e cosa è cambiato nel vostro sistema famigliare oltre allo spostamento, che credo abbia implicato lasciare delle amicizie pregresse. 
Dopo solo un mese possono esserci delle dinamiche del tipo che lei racconta da parte di un gruppo già strutturato.
Cercherei però di capire le emozioni di sua figlia e se lo ritiene opportuno sono disponibile ad un consulto o ad un colloquio psicologico con sua figlia. Sono disponibile ai recapiti che trova sul sito.
Le auguro cose belle! dr. Gugiana Nicola

Dott. Nicola Gugiana

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Como

Il Dott. Nicola Gugiana offre supporto psicologico anche online

Gentile Sabrina,

capisco quanto questa situazione possa essere difficile sia per lei che per sua figlia. Trasferirsi in una nuova scuola e provincia non è facile, soprattutto in una fase delicata come quella della seconda media e alle volte entrano i gioco anche sentimenti ed emozioni legati al trasferimento e alla nostra storia personale che si mischiano con la nostra quotidianità. È positivo che le abbia già parlato con empatia e le abbia condiviso la sua esperienza, e il fatto che sia sempre stata socievole è un buon segnale per il futuro. Alcune strategie che potrebbero aiutarla sono: 

  1. Ascolto attivo e comprensione: Come già ha fatto, continui a offrire uno spazio sicuro dove sua figlia può esprimere i suoi sentimenti. A volte il semplice fatto di sentirsi ascoltata e capita può alleviare parte dello stress.

  2. Attività extra-scolastiche: Potrebbe incoraggiare sua figlia a partecipare a corsi o sport fuori dall'ambiente scolastico, seguento le sue attitudini e i suoi interessi personali. Questo può aiutarla a stringere amicizie in un contesto diverso, magari con altri compagni di scuola o nuovi amici che le permettano di sentirsi meno isolata.

Il confronto con gli insegnanti è molto importante, al fine di poter avere anche una prospettiva diversa rispetto alle dinamiche e agli avvenimenti raccontati. Se nota che lo stress e l'ansia di sua figlia persistono potrebbe valutare di chiedere un colloquio anticipato con i docenti, rispetto a quello di dicembre, e potrebbe anche valutare un supporto psicologico per sua figlia per capire come gestire al meglio la situazione.

Infine, è importante ricordare a sua figlia che ogni cambiamento richiede tempo e che il suo valore non dipende dall’accettazione immediata degli altri. Col tempo riuscirà a trovare il suo posto.

Spero che questi suggerimenti possano esserle utili, rimango a disposizione per eventuali approfondimenti o, qualora fosse interessata, ad un consulto. 

Cordialmente

Dott.ssa Alessia Izzo

Buonasera,

Sua figlia sta attraversando un momento delicato della fase del suo sviluppo, e sicuramente questo cambiamento importante la sta destabilizzando un pò.

Può capitare di trovarsi in situazioni di questo tipo, quello che le consiglio e di continuare a supportare ed ascoltare sua figlia dal punto di vista emotivo, affiancandola in questo inserimento in un contesto completamente nuovo, 

Provi anche a stimolare sua figlia ad inserirsi anche in contesti extrascolastici (sport, associazioni, palestra.. ). Questo potrebbe anche aiutarla a trovare dei contatti nuovi extrascolastici che possono compensare questa carenza attuale.

Il supporto psicologico può essere uno strumento che può guidarla in questo periodo: una persona esterna di cui può fidarsi (oltre a lei) può aiutarla e fornirle anche degli stimoli in più.

Mi faccia sapere se ha bisogno di ulteriori approfondimenti.

La saluto.

Dott. Filippo Fortunato

Buongiorno Sabrina,

quella che descrive è una situazione al quanto normale e usuale quando si affronta un cambiamento importante soprattutto in un'età così delicata come quella di sua figlia.

Il tempo in queste dinamiche aiuta sempre, soprattutto se la ragazza è socievole e propositiva.

Io le darei un consiglio molto pratico, dato che l'ascolto empatico e la complicità mi sembra di capire che non manchino tra lei e la sua ragazza: le faccia invitare qualche compagna di classe a casa, organizzando una piccola festicciola, una giornata divertente di sole ragazze, con qualche attività che possano fare a casa o fuori, qualcosa di "appetibile" anche per un gruppo di compagne -amiche già solido e strutturato. Essere propositivi in queste situazioni di stallo è sempre una via utile a costruire qualcosa di nuovo, per mettersi alla prova e per riuscire ad esternare le proprie emozioni e la propria personalità. 

A prescindere dal trovare nuovi contesti per instaurare nuove amicizie (sport, attività sociali - culturali- artistiche), "la porta da aprire è quella della classe" e se fa fatica a spalancarsi troviamo lo strumento per aprire anche solo una fessura, creando magari un po' di curiosità "dall'altra parte". 

Sono sicura che con un po' di pazienza, creatività e perseveranza riuscirà ad amalgamarsi bene in quella scuola.

In bocca la lupo!

Federica Vella

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Cerchi di capire soprattutto quali azioni e gesti, nel dettaglio, rendono la ragazza non accettata.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Sabrina

Non smetta di fare quello che già sta facendo, ovvero rincuorarla e farla sentire fiduciosa nel futuro. A volte ci vuole un tempo più lungo di quello prospettato, comprensibile a questa età così delicata e già piena di cambiamenti. I ragazzi devono affrontare i loro cambiamenti fisici, relazionali, il distacco dai genitori che segna l'inizio della loro autonomia: un nuovo elemento in classe potrebbe essere visto come un altro cambiamento di difficile gestione. Ma è altrettanto vero che a questa età si riescono a trovare dei punti in comune che li possono far sentire meno soli. 

Per quanto sia doloroso vedere i nostri figli soffrire, tutto questo fa parte di un percorso che la aiuterà a gestire un insuccesso, che sicuramente sarà provvisorio, per mettere in discussione se stessa e diventare più forte di prima

 

Dott.ssa Paola Schizzarotto

Dott.ssa Paola Schizzarotto

Padova

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Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia. Capisco la sua preoccupazione e condivido con lei la posizione che ha assunto: il tempo di solito è di aiuto, ma ci vuole pazienza per inserirsi in un gruppo già formato, i suoi compagni hanno avuto un anno per poter trovare un equilibrio e le amicizie e la presenza di una nuova compagna potrebbe sconvolgere tali equilibri. Sicuramente parlare con il coordinatore, che conosce la situazione della classe, potrà aiutarla a trovare una via. Ha provato ad organizzare una festa con i compagni di classe? A fine mese sarà Halloween, potrebbe essere un'occasione perfetta.

Se desidera parlarne, io sono a disposizione anche online.

Dott.sa Elena Bonini

Dott.ssa Elena Bonini

Dott.ssa Elena Bonini

Reggio nell'Emilia

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Cara Sabrina,

capisco quanto sia difficile vedere sua figlia soffrire. È normale che si senta così, soprattutto dopo un cambiamento così grande come il trasferimento. Innanzitutto, la incoraggi a parlare: le chieda cosa la fa sentire esclusa, cosa prova quando cerca di interagire con le nuove compagne. Questo l'aiuterà a elaborare meglio le sue emozioni. Parlate insieme delle sue nuove compagne, cercando di trovare degli interessi o delle passioni in comune: questo potrebbe essere un buon punto di partenza per iniziare a costruire delle relazioni.

Per quanto riguarda la scuola, come ha già detto, parlare con i professori a dicembre è un'ottima idea. Potrebbero avere degli spunti o suggerimenti su come aiutarla a integrarsi nella classe. Nel frattempo, potrebbe provare a contattare l'insegnante di fiducia o lo psicologo scolastico, se presente. Con il tempo e il suo aiuto, sua figlia riuscirà sicuramente a superare questo momento difficile e a trovare nuove amicizie. In ogni caso, non la forzi a socializzare, deve sentirsi libera di approcciare le nuove compagne con i suoi tempi e modi.

Se nota che la situazione non migliora o che sua figlia mostra segni di disagio persistente, non esiti a consultare un professionista.
Resto a disposizione.

Cordialmente,

dott.ssa Cristel Rubulotta 

Dott.ssa Cristel Rubulotta

Dott.ssa Cristel Rubulotta

Genova

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Buonasera, 

trasferimenti che implicano cambio di casa, scuola e spesso anche contesto amicale rappresentano potenzialmente importanti fattori di stress per gli adolescenti cosi come a volte anche per gli adulti. Fronteggiare a livello familiare tali situazioni richiede tanta energia e pazienza. Alcuni spunti su cui riflettere e lavorare potrebbero esserle d'aiuto per gestire la questione che pone: innanzitutto un ascolto attivo, paziente e non giudicante può essere funzionale a sua figlia, favorendo in lei la sensazione di essere capita, rispettata e convalidata nella sua dimenzione affettiva, connotata al momento da sofferenza. Riconoscere le sue emozioni, supportarla nel pensarle come sane e possibili nel corso della  sua crescita e condividere storie, amicali o familiari, come lei sta gia facendo, potrebbe sicuramente alleviare anche un probabile senso di solitudine o isolamento conseguente al distacco da quella dimensione e spazio di vita che era per sua figlia, familiare e confortevole. Sarebbe utile al momento, aprire un canale di confronto e dialogo frequente con i professori, al fine di avviare percorsi e modalità che eventualmente facilitino l' integrazione con i compagni al fine di cogliere dinamiche e intravedere possibili risorse all'interno della classe potenzialmente utili. Altra direzione di supporto potrebbe essere quella verso l'investimento in nuove spazi e contesti sociali: attività sportive, ricreative o di gruppo in generale possono favorire il nascere di nuovi legami e ripristinare un migliore tono dell'umore oltre che essere fonte di autostima e gratificazione affettiva. Fatta salva la specificità di ciascuno nel rispondere a eventi stressanti, generalmente situazioni come quella che lei ci racconta necessitano di periodi di qualche mese affinchè il senso di estraneità possa sciosciersi e il cambiamento possa essere assimilato. Se nel corso dei mesi la situazione dovesse rimanere immutata e le modalità di risposta emotiva e comportamentale di sua figlia dovessere apparirle invarianti, rigide o immutate consideri la possibilità di chiedere e valutare il supporto professionale di un professionista con esperienza sul lavoro clinico con gli adolescenti. Intanto non rinunci a mantenere una comunicazione aperta e rassicurante insieme a una presenza continua e supportiva. 

Se lo ritiene necessario potrà contattarmi.  

Dott. Dario Terenzi

Dott. Dario Terenzi

Palermo

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Buongiorno,

La situazione che sta vivendo sua figlia è sicuramente difficile e comprensibilmente preoccupante per lei. È importante riconoscere che un cambiamento di scuola e di ambiente può rappresentare una sfida significativa, soprattutto per un'età delicata come quella della preadolescenza.

Ecco alcuni suggerimenti per aiutarla in questo momento:

  1. Ascolto attivo: È fondamentale che sua figlia senta che ha un adulto di fiducia con cui può parlare. Dedichi del tempo a chiederle come si sente, senza fretta di risolvere il problema. A volte, semplicemente essere ascoltati può fare una grande differenza.
  2. Convalidazione dei sentimenti: Riconosca e convalidi i suoi sentimenti. È normale sentirsi tristi o frustrati in una nuova situazione sociale e farle sapere che è comprensibile può aiutarla a sentirsi meno isolata.
  3. Incoraggiare nuove interazioni: Potrebbe essere utile incoraggiarla a partecipare a attività extrascolastiche o a gruppi di interesse in cui potrebbe incontrare ragazzi con interessi simili. Questo potrebbe facilitarle opportunità di socializzazione al di fuori del contesto scolastico.
  4. Verificare la dinamica scolastica: Parli con i professori, come ha intenzione di fare, per comprendere meglio le dinamiche della classe e vedere se possono fornire supporto, ad esempio, facilitando delle interazioni tra sua figlia e i compagni.
  5. Sviluppare la resilienza: Condividere storie di adattamento e resilienza, come ha già fatto, è un buon approccio. Potrebbe anche incoraggiarla a riflettere su momenti passati in cui ha affrontato sfide e come ha superato quelle difficoltà.
  6. Considerare un supporto professionale: Se la situazione dovesse continuare a causare molto stress a sua figlia, potrebbe essere utile consultare uno psicologo o un pedagogista che possa offrirle ulteriori strategie e supporto.
  7. Evitare pressioni: Sebbene sia naturale desiderare che la situazione migliori rapidamente, eviti pressioni eccessive per farsi accettare. Supporti sua figlia nel trovare il suo ritmo.
  8. Monitorare i segnali: Tenga d'occhio eventuali segnali di disagio più profondo. La resistenza a andare a scuola e il pianto quotidiano possono suggerire una necessità di supporto più strutturato.

Ricordate che i tempi di adattamento variano da persona a persona e che, anche se ora sembra complicato, con il tempo e il supporto giusto, sua figlia avrà l'opportunità di adattarsi e ristabilire le sue connessioni sociali. I miei migliori auguri per questo viaggio insieme.

Cari saluti.

Dott.ssa Debora Calci

Dott.ssa Debora Calci

Varese

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