Buongiorno, cercherò di essere breve. Sono la mamma 40 enne di un ragazzino di 13 anni che vive con me da 8 mesi, poichè sto affrontando una causa giudiziaria col padre. Io e mio marito 60 enne e disabile, eravamo separati in casa. Nostro figlio lo sapeva, come sapeva che sono omosessuale. Quando mio figlio compie 11 anni mi innamoro di Irene e chiedo la separazione, che viene presa molto male da mio marito che inizia una causa giudiziale chiedendo l affidamento esclusivo di nostro figlio. Io faccio altrettanto. Mio figlio insiste per voler stare col padre, e io accetto che stia col padre che gli fa tante promesse che non mantiene e dimostra di non essere in grado di occuparsene, poichè fisicamente non ne ha la forza e non ha idea di come si mandi avanti una casa. Stando col padre, mio figlio non frequenta piû la scuola (3 mesi di fila), e abbandona tutte le sue passioni, vivendo e stando a contatto col padre 24 ore su 24. Al che faccio un istanza uregente per salvare mio figlio. E ho ottenuto l affidamento esclusivo ma non definitivo. Sono riuscita a recuperare mio figlio in tempo: ha ripreso la scuola conclusa con ottimi voti, si è fatto degli amici, fa una vita normale. Mio figlio oggi ha 13 anni. Il mio problema: mio figlio si rifiuta nel modo piû categorico di convivere con la mia compagna che non ha mai conosciuto per via della causa giudiziale e perchè ostacolato e plagiato dal padre. Mi chiedo: pretendo troppo? Devo rinunciare alla vita affettiva di coppia? La mia compagna vive al nord, io al sud. Se non chiedo troppo nel voler vivere con mio figlio e la mia compagna, come posso modificare il pensiero di mio figlio che dice: assolutamente no! Ti accetto perchè sei gay, ma lo fai fuori casa. Io non la voglio frequentare la tua compagna! Qualche suggerimento? Dopo 2 anni non pesanti e sacrificati per salvare mio figlio dal padre, ho qualche lontana speranza di essere anch io serena?
Salve in merito alla sua domanda ha speranza di essere felice, il punto della questione è che all'età di suo figlio e per la storia da lei raccontata il problema non è su chi sia il compagno del genitore, il problema è che all'età di suo figlio non rinunciano ai loro genitori e li desiderano entrambi per sè, per loro è già difficile accettare la separazione, in quanto, mamma e papà li vogliono sempre con loro, poi se c'è un compagno/a viene visto come una minaccia alla relazione esclusiva che desiderano, quindi per i figli accettare le separazioni dei genitori non è facile, provi ad andare con suo figlio da un collega privatamente ed iniziare un percorso per elaborare la separazione ed accettarla, e capire come in un secondo momento gestire la relazione con il nuovo compagno/a che il genitore frequenta ed ama, ma che per il bambino è un estraneo che toglie tempo a lui di stare con la sua mamma o il suo papà. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.
Gentile Elena,
ci sono scelte in cui gioca molto la libertà personale; in questo caso tuttavia lei deve, come ha fatto finora, pensare anche alla tutela del minore. Forse, dopo aver così faticato per "recuperare", tra l'altro sembra molto bene, suo figlio da una situazione difficile, potrebbe aspettare ancora qualche anno prima di turbarlo con una convivenza sgradita.
I 13 anni sono un'età ancora molto critica in cui i preadolescenti maschi sono ancora molto attaccati alla figura materna e sensibili ad allontanamenti, perdite ecc., ma tra qualche anno la situazione sarà molto cambiata. Con l'adolescenza ci sarà un distacco sempre più forte con il passare degli anni dal nucleo familiare.
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
Gentilissima Elena,
l’età di suo figlio coincide con l’inizio dell’adolescenza, momento di grande cambiamento personale in cui già inizia un distacco dalla famiglia in favore dell’ambiente relazionale esterno.
Questo suo personale cambiamento unito alla grande quantità di cambiamenti famigliari che lo hanno visto partecipe nell’ultimo periodo rende una situazione già di per sè delicata ancora più difficile.
Sicuramente le difficoltà nell’accettare la separazione rendono ancora più difficile l’accettazione non tanto della sua omosessualità quanto il fatto che al posto del padre ci sia un’altra persona (che dal suo punto di vista non sarà mai come il padre), che in qualche modo “toglie tempo” a ciò che per lui è la coppia genitoriale.
Probabilmente ha bisogno di maggior tempo e attenzioni per accettare tutti questi cambiamenti nella sua vita. Inoltre suo figlio si sta rifiutando di convivere con una persona che non conosce, ritengo utile che il primo passo necessario sia permettere a lui e alla sua nuova compagna di conoscersi, così che una possibile convivenza futura possa essere considerata più accettabile, se non addirittura cercata e
voluta. Gli stia vicino e ascolti le sue eventuali paure o incertezze; in caso di necessità può sempre rivolgersi a uno psicologo esperto in psicologia famigliare e adolescenziale.
A presto