Non sono Orgogliosa delle mie figlie

Angela

Non sono orgogliosa delle mie figlie adolescenti (17anni) e nonostante trovi scritto dappertutto che sia giusto per la loro autostima dirglielo spesso, io mi sento di ingannarle, quindi glielo dico in certi momenti, vedi ad es. inizio anno scolastico, ma poi durante l’anno visto che non studiano come voglio io, le richiamo in continuazione con esempi del tipo ”ai miei tempi…” in sostanza un giorno glielo dico tipo se hanno una verifica per rassicurarle e poi mi tiro indietro, oppure se non hanno studiato gli dico che sì faranno diversamente la prossima volta ma intanto io non sono contenta di come si sono comportate. La verità è che io non sono orgogliosa di loro allora perché dovrei dirgli il contrario? Mi sembra dicendogli che sono orgogliosa di loro di accettare questi comportamenti sbagliati, del tipo un figlio ruba qualcosa, gli dico e gli spiego che ha sbagliato e poi l’indomani per rafforzare la sua autostima, devo dirgli che sono orgogliosa di lui? Oppure se dovessi scoprire che fumano, io non riesco a dirgli che sono orgogliosa di loro… io non sono orgogliosa, ecco perché non riesco a dirglielo eppure non sono cattive ragazze ma per me non basta per essere orgogliosi di loro. Scusi il papiro spero di essermi fatta capire' non voglio prenderle in giro se non sono orgogliosa di loro, è diverso dai genitori che invece lo sono e non lo dicono perché non hanno voglia o tempo. Grazie per l’attenzione.

7 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Angela,

l’adolescenza è un momento molto importante per le sue figlie in quanto è il periodo che le definirà come individui discostandosi dai genitori. Quasi sicuramente faranno scelte diverse e spesso non sarà facile accettarle in quanto non condivise.

Ciò che deve fare è continuare ad educarle (come ha fatto per esempio con l’argomento “furto”), pensi anche che i tempi, la cultura, la società sono in continuo mutamento e loro lo stanno vivendo in prima persona.

Se vuole sono a disposizione per un sostegno psicologico che potrebbe esserle utile per capire meglio la situazione che sta vivendo, anche online.

Dott.ssa Martina Gazzola

Dott.ssa Martina Gazzola

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Treviso

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Gent.ma Angela, la sua confusione è comprensibile in quanto applicare indicazioni genericamente corrette alla realtà delle relazioni familiari e alla complessità dei sentimenti non è automatico.

Le domande che si pone mi sembrano segno del suo desiderio di fare del proprio meglio, di informarsi su come fare il genitore e di essere di sostegno alle sue figlie e al tempo stesso sincera e onesta con loro, tutti fattori positivi. In questa direzione potrebbe rivolgersi ad un/a psicologa per una consulenza di sostegno alla genitorialità, che possa permetterle di pacificare le contraddizioni che rileva.

Nel frattempo avanzo qualche riflessione che spero possa contribuire all’osservazione. In età evolutiva la fiducia ed il sostegno dei genitori e degli adulti importanti per i piccoli sono effettivamente cruciali per alimentare la fiducia in se stessi. Fiducia e sostegno non sono necessariamente “essere orgogliosi”, però. Ad esempio si può essere orgogliosi quando i figli raggiungono un obiettivo apparentemente grande per la loro età o capacità, mentre si può avere e dimostrare fiducia e sostegno anche quando trasgrediscono o falliscono: possiamo avere fiducia che cresceranno e si impegneranno, possiamo fornire sostegno perché attraversano un momento di fragilità e spaesamento. Anche manifestare la contrarietà rispetto ad alcune azioni dei figli può essere un momento costruttivo, se non orientato ad umiliarli, ma invece rivolto a condividere i valori e offrire sostegno. Ad esempio nel caso del fumo non c’è motivo di mentire se questo la delude o la fa preoccupare per la loro salute. Determinante può essere la comunicazione sia dei motivi di preoccupazione (“Fumare fa male! Non voglio che tu corra rischi per la salute!”) insieme all’offerta di aiuto e ascolto interessato (“Che cosa ci trovi nel fumo?” “Non pensi anche tu che faccia male?”) Il dialogo potrebbe aprire spazi in cui coltivare una buona relazione con i figli, anche nei momenti di disaccordo, alimentando in loro la consapevolezza che i genitori hanno rispetto per loro, anche quando non sono d’accordo con gli specifici comportamenti.

Anche gli altri interrogativi che si pone sono spunti preziosi di riflessione per i genitori di adolescenti, non mi dilungo oltre ma le auguro di identificare uno spazio in cui esplorarli per chiarirli.

Dott.ssa Francesca Pieia

Dott.ssa Francesca Pieia

Torino

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buongiorno,

mi sembra opportuno fare una distinzione. Una cosa è volere bene ai propri figli, cosa che è fondamentale, altro è esserne orgogliosi.
Non è che si deve essere orgogliosi a priori dei propri figli, sempre e comunque a prescindere. Si può volere bene ai propri figli ed essere talvolta orgogliosi di loro quando fanno qualcosa che ci rende tali.
Ma è per l'appunto per qualcosa che fanno non per come sono come persone. Viceversa se fanno qualcosa di sbagliato come rubare o fumare, è giusto rimproverarli per educarli, ma senza farne una questione di orgoglio. 

 

Dott.ssa Roberta Daminelli

Dott.ssa Roberta Daminelli

Bergamo

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Gentile utente,

nella sua domanda leggo dentro un conflitto sul suo "essere" e "sull' "apparire"...Per "essere" intendo quella parte di lei che vorrebbe essere sincera e dire le cose realmente come le sente e sull'"apparire" quella parte di lei che fa le cose "perché così dicono e perché far star bene gli altri". Dentro di noi esistono più parti che possono andare in conflitto in certi momenti ma lei sa come madre quando è giusto far emergere una parte piuttosto che l'altra, l'importante è "non rimproverare" ma spiegare cosa ritiene giusto e cosa no. Poi la cosa bella è che le sue figlie...andranno avanti da sole con le proprie gambe e lei potrà solo "accompagnarle" nel loro cammino, indipendentemente da cosa ritiene lei sia giusto o sbagliato. Buona fortuna e a disposizione.

Dott.ssa Serena Sgrosso

Dott.ssa Serena Sgrosso

Vicenza

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Salve. La ringrazio per aver condiviso i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni. È evidente che desidera il meglio per le sue figlie e che si preoccupa per il loro futuro. L'orgoglio è un sentimento complesso e non sempre è facile esprimerlo, soprattutto quando ci sono aspettative e valori personali coinvolti.

È importante distinguere tra essere orgogliosi delle azioni delle proprie figlie e riconoscere il loro valore come individui. Anche se potrebbe non essere sempre soddisfatta delle loro scelte o del loro comportamento, ciò non significa che non possa apprezzare e valorizzare le loro qualità uniche e ciò che portano nella vostra famiglia.

Inoltre, esprimere orgoglio non significa necessariamente accettare o approvare comportamenti che considera inappropriati o dannosi. È possibile riconoscere e lodare gli sforzi e i successi delle sue figlie in determinate aree, pur esprimendo preoccupazione o delusione in altre.

Comunicare con le adolescenti può essere una sfida, ma è essenziale per costruire un rapporto di fiducia e comprensione reciproca. Potrebbe essere utile cercare di ascoltare le loro prospettive e condividere apertamente i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni, cercando di evitare confronti con "ai miei tempi" che potrebbero non essere sempre efficaci.

Se sente che la comunicazione con le sue figlie è particolarmente difficile o se desidera ulteriori consigli su come gestire la situazione, potrebbe essere utile consultare uno psicologo o un consulente familiare. Questi professionisti possono offrire strategie e suggerimenti su come migliorare la comunicazione e la comprensione all'interno della famiglia.

Dott. Matteo Piccioni

Dott. Matteo Piccioni

Torino

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Gentile Angela 

i figli sono altra cosa da noi fanno cose diverse, hanno punti di vista diversi, una cosa è voler bene a loro un'altra cosa è essere d'accordo su ogni cosa che fanno. Posso non condividere quello che fanno e posso anche dirglielo, ma non posso smettere di voler loro bene.

A volte è opportuno dire le nostre contrarietà e la nostra opinione sulle scelte, loro stanno cercando l'indipendenza ma hanno paura della autonomia, si aspetta non che siamo sempre d'accordo ma che vogliamo bene e che crediamo in loro come esseri umani.

fare il genitore è il mestiere più difficile.

buon lavoro dott.Giordano Lovato (Vi)