Buongiorno, mia figlia di quasi 14 anni, dalla prima media, ha un'amica con la quale è molto legata; fanno sempre tutto assieme. La sua amica, dalla fine dell'anno scolastico scorso, ha avuto qualche problema legato alla sua sessualità che le ha portato diverse problematiche. È andata in terapia e sembrava che le crisi le fossero passate, tanto che uscivano spesso, quasi due o tre volte la settimana. Ad un certo punto, le crisi sono riapparse ed ora questa sua amica sta sempre da sola, non vuole uscire e si è chiusa in se stessa; mia figlia quindi è da sola anche lei. Ha fatto amicizia con le altre ragazze della classe, ma dato che fino ad ora assieme a loro non era mai uscita, adesso non se la sente di entrare in gruppi e dinamiche di cui non ha mai fatto parte e quindi, di rimando, non esce più. Come posso aiutarla? Grazie.
Gentilissima,
Sua figlia sta affrontando una situazione delicata: il cambiamento di una amicizia significativa, un improvviso senso di solitudine e la difficoltà di inserirsi in gruppi sociali già consolidati. Tutto questo a quasi 14 anni, un'età caratterizzata da profondi cambiamenti fisici, emotivi e sociali.
Mi permetto, sperando di aiutare, alcuni suggerimenti per supportarla in questa fase:
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Validare i suoi sentimenti: È fondamentale riconoscere la legittimità delle sue emozioni. La perdita, anche temporanea, di un'amicizia importante può generare un vero e proprio processo di elaborazione simile al lutto. Eviti espressioni come "troverai presto nuove amiche" o "non è poi così grave". Per un'adolescente, queste situazioni hanno un impatto emotivo considerevole che merita di essere rispettato.
- Proporre opportunità sociali: Incentivi attività extrascolastiche basate sui suoi interessi personali (sport, musica, teatro, arte) dove possa incontrare coetanei in un contesto diverso da quello scolastico. Questi ambienti offrono spesso un'atmosfera più rilassata e meno carica di aspettative sociali, facilitando nuove connessioni basate su interessi condivisi.
- Considerare un supporto professionale: Presti particolare attenzione a segnali come cambiamenti significativi nell'umore, nelle abitudini alimentari, nel sonno, nel rendimento scolastico, o nella cura personale. Se l'isolamento sociale persiste o si intensifica, considerare un supporto psicologico professionale potrebbe essere opportuno.
Ricordi che è normale che gli adolescenti attraversino fasi di riorganizzazione sociale. A volte i genitori possono sentirsi impotenti di fronte a queste dinamiche, ma il solo fatto di essere presenti, attenti e non giudicanti costituisce già un supporto fondamentale. Tuttavia è anche bene tener presente la frequenza e l'intensità dei comportamenti problematici, come ad esempio il "non esce più", per decidere se si abbia bisogno di un aiuto esterno.
Le transizioni amicali possono essere dolorose ma spesso portano a nuove opportunità di crescita e a relazioni più adatte alla persona che sua figlia sta diventando e alla personalità che sta costruendo.
Come capirà è impossibile rispondere in maniera "decisa", fornendole una risposta "esatta".
Spero tuttavia che la risposta le sia utile e gradita.
Cordialmente
Roma
Il Dott. Francesco Giampaolo offre supporto psicologico anche online
Buongiorno,
la situazione che descrive è delicata e molto comprensibile: sua figlia si trova in una fase evolutiva in cui le amicizie giocano un ruolo centrale, e l’allontanamento della sua amica più stretta può lasciarla disorientata e sola, proprio in un momento in cui il bisogno di connessione è molto forte. È importante riconoscere che il dolore di sua figlia non nasce solo dall’isolamento, ma anche dalla preoccupazione per l’amica, e forse da una certa lealtà verso quel legame che finora è stato molto significativo per lei.
Nel frattempo, sembra che sua figlia abbia già fatto un piccolo grande passo: ha iniziato ad avvicinarsi alle altre compagne di classe. Anche se ora si sente “fuori dai giochi”, questo è un ottimo segnale. Potrebbe aiutarla incoraggiarla senza forzarla, riconoscendo quanto sia difficile rimettersi in gioco in un nuovo gruppo, e validando il suo vissuto (“capisco che ti senti un po’ fuori posto, è normale quando ci si affaccia a un gruppo nuovo”).
Un altro aspetto importante è offrirle spazi di dialogo aperti, nei quali possa parlare dei suoi sentimenti, senza sentirsi giudicata o spronata a “fare di più”. A volte, solo sentirsi ascoltati può far sentire meno soli. Infine, se vede che questa situazione inizia a influire sul suo benessere generale (umore basso, ritiro prolungato, difficoltà scolastiche), potrebbe essere utile valutare insieme l’idea di un breve supporto psicologico: non perché “ci sia qualcosa che non va”, ma per aiutarla a riorientarsi in questa fase di transizione e ad accedere più facilmente alle sue risorse.
Resto a disposizione se ha bisogno di approfondire.
Stefano Marchi
Milano
Il Dott. Stefano Marchi offre supporto psicologico anche online
Alessandra, dal tuo racconto, emerge una cosa molto chiara: tua figlia è empatica, leale e sensibile, e questo è un grandissimo valore. Ma proprio queste qualità, in certe fasi della vita, possono anche diventare un “peso” quando si legano a relazioni che si fanno complesse. Ha costruito la sua identità sociale intorno a un legame esclusivo (con l’amica). Ora che questo legame è “sospeso”, si ritrova senza un punto di riferimento. Le altre amicizie esistono, ma non c’è confidenza, né abitudini condivise, e questo la fa sentire esclusa, anche se nessuno la sta realmente escludendo. È una situazione più comune di quanto sembri, e può creare disagio, tristezza e incertezza. Ma la cosa positiva è che può essere anche un’opportunità di crescita sociale, se accompagnata con delicatezza. Dille che è assolutamente normale sentirsi fuori posto in certe situazioni sociali, specie quando si passa da un'amicizia esclusiva a una situazione più “aperta”.
Aiutala a capire che può voler bene a più persone. L’amica in crisi non deve essere “abbandonata” — ma è importante che capisca che non è giusto restare immobili per fedeltà. Si può voler bene a qualcuno senza farsi risucchiare nel suo momento buio. E si può allargare il cerchio senza tradire nessuno. Il fatto che tu stia osservando, ponendo attenzione e cercando aiuto dimostra che sei una presenza stabile, amorevole e attenta. Questo, per una ragazza di 13/14 anni, è una base d’appoggio fortissima, anche se magari non te lo mostra direttamente.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Massa-Carrara
La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online
L'adolescenza è un'età di forti cambiamenti, di iniziale conoscenza di sé stessi attraverso spesso il gruppo dei pari, che fanno da specchio.
Forse chiedere a sua figlia come si sente è il primo passo e poi magari chiederle che cosa vorrebbe adesso, la sua amica sembra sparita, come potrebbe lei trovare la soluzione? Credo che mettersi in una fase di ascolto sia il primo passo.
Auguri
Dott.ssa Barbara Pellicciotta
Gentile Alessandra,
sua figlia si trova in un momento complesso, ma non infrequente tra gli adolescenti. Non deve spaventarsi se in questa fase di crescita e di separazione forzata dalla sua amica "storica" è più chiusa e non se la sente di uscire subito con altre. In parte sembra anche un comportamento naturale. E' difficile qui, senza conoscerla direttamente, capire esattamente cosa le passi per la testa: forse ha paura di tradire/sostituire la sua amica, o timore di esporsi con persone nuove, forse prova un forte senso di abbandono che non osa nominare perché la sua amica sta male; magari un po' di tutte queste cose insieme... L'importante è che non senta ansia da parte sua, ma supporto e disponibilità ad ascoltarla, se vuole. Probabilmente non è facile nemmeno per sua figlia definire le emozioni che sta provando. Se il periodo si prolungasse e non accettasse di parlarne con lei, potrebbe proporle un colloquio con una persona vicina, ma esterna alla famiglia. L'età che attraversa può portare i ragazzi ad aprirsi più con altri adulti rispetto ai propri genitori. Se aveste la disponibilità di un/una insegnante, educatrice, allenatore/allenatrice potrebbe rivelarsi utile per uscire da questa fase. Diversamente, se faticasse a riprendere uscite e attività, proporle un colloquio con una professionista esperta di adolescenza potrebbe essere una valida alternativa. Lavoro da decenni con ragazze e ragazzi e resto a disposizione, se lo desiderasse, per un approfondimento della situazione. Può scrivermi con l'apposito modulo dei contatti.
Molti auguri