Mia figlia, 20 anni, vuole avere solo rapporti con me e non con la madre, rea di averla trattata male durante il percorso adolescenziale. È andata a vivere da sola e ha tagliato i ponti. Cosa fare?
Pierluigi
Mia figlia, 20 anni, vuole avere solo rapporti con me e non con la madre, rea di averla trattata male durante il percorso adolescenziale. È andata a vivere da sola e ha tagliato i ponti. Cosa fare?
8 risposte degli esperti per questa domanda
Salve, al momento non può costringere sua figlia a forzare il rapporto con la madre. Lei deve cercare di non parlar male della mamma supportando e spiegando a sua figlia le ragioni delle sue accuse. In futuro, quando sarà possibile dovrà inviare sua figlia da uno psicoterapeuta perché lavori ed elabori il vissuto con la figura materna.
Difficile dare una risposta a queste poche righe che ha scritto. Certo, se lei avesse un rapporto di fiducia con la figlia potrebbe dirle che la credeva più coraggiosa ma invece vede che è sempre una bambina. Potrebbe indurle il pensiero che si diventa grandi accettando anche gli errori dei genitori, altrimenti ci si portano sempre dietro e si rimane bambini incapricciati. Non cercherei di giustificare la madre, ma nemmeno di giustificare questa posizione di rifiuto. Le cosa vanno affrontate. Di sicuro la ragazza pensa di vendicarsi facendo un torto alla madre che dal suo punto di vista l'ha fatta soffrire. Bisogna girare questo contro di lei, come se questo suo comportamento dasse ragione alla madre. Potrebbe funzionare, senza darle però troppo spago e lasciandola cuocere un po' nel suo brodo. E' possibile che quello che le ho scritto non calzi la situazione. Come le ho detto da una parte è uno scenario noto, dall'altro, ogni famiglia è fatta a modo suo. Cordiali saluti.
Gentile Pierluigi,
sarebbe interessante innanzitutto sapere se sua figlia ha potuto permettersi di andare a vivere da sola grazie a un suo lavoro (quale?) oppure è andata a convivere con un partner.
E' da rilevare poi che, avendo 20 anni, sua figlia è molto giovane ( si potrebbe dire ancora adolescente ) e forse per questo è difficilmente in grado di valutare con serenità quello che è stato definito maltrattamento da parte della madre.
Sarebbe anche interessante sapere se, come sembra, lei è separato da sua moglie oppure no perchè anche questo fattore può aver avuto importanza nella decisione presa da sua figlia.
In ogni caso, per approfondire questo tema ed anche altri, è consigliabile un percorso di psicoterapia individuale per lei e/o per sua figlia oppure una terapia di famiglia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
Caro Pierluigi, la tua lettera è molto intelligente perché come padre ti preoccupi del rapporto madre-figlia. Non capisco se tu sei separato da tua moglie?
Comunque puoi aiutarle attraverso un percorso psicologico mirato. Tu puoi essere molto utile per fare da mediatore.
Se la mamma ha sbagliato è giusto che lo riconosca e ci lavori con la figlia che le dice in cosa l' ha ferita.
Una figlia di 20 anni che taglia i ponti non lo fa a cuor leggero quindi le motivazioni sono importanti e meritano di essere ascoltate. Ti consiglio di parlare con entrambe e di fare una proposta capace di accogliere le esigenze ma soprattutto le emozioni che hanno da esprimere.
Un caro saluto.
Gentile Pierluigi,
per rispondere alla sua domanda, dovrei avere più informazioni. Lei non sa cosa è successo e quali sono le emozioni provate da sua figlia e dalla madre. La ragazza ha raggiunto i 20 anni, quindi si avvicina all’età adulta. Lei potrebbe, in questo caso, esortarla a rendersi conto che da adulta dovrebbe affronta re la madre e dirle cosa pensa e cosa sente nei suoi confronti. Nascondersi dietro emozioni non raccontate è da bambini, risulta solo una fuga. Le situazioni vanno, comunque risolte, le gestalt non debbono rimanere aperte.
Le auguro buona fortuna
Buongiorno, ho letto la sua richiesta. Ci possono essere un sacco di motivi che vanno al di là di quello che ha scritto lei. Ha mai pensato di consigliare a sua figlia di andare da uno psicoterapeuta per essere aiutata a chiarirsi le idee? Non che le abbia confuse (e come potrei mai affermarlo visto che non so chi sia?) ma forse c'è altro da valutare.
Se vuole possiamo parlarne anche online. Può trovare i miei riferimenti su questo sito.
La aspetto e, nel frattempo, porgo cordiali saluti.
Buonasera, la mia risposta non può che essere parziale perché occorrerebbe sapere più precisamente qualcosa sulla natura del rapporto tra la ragazza e la madre già a partire dall'adolescenza della prima. In ogni caso parto dalla sua domanda finale: "che fare?". Questa domanda nasce spesso da una mancata comprensione del problema, che è compito faticoso di tutto il nucleo familiare affrontare. Le soluzioni calate da altri sono posticce, soprattutto se si dimostrano poco sintoniche con il modo di essere di chi le chiede. Detto questo provi a pensare a delle domande che non si è fatto, ad esempio: se io mi sentissi trattato male da qualcuno a cui voglio bene, non vorrei forse delle scuse? Non mi sentirei alleggerito se chi ho di fronte accettasse di confrontarsi con me e al limite anche di ammettere i suoi errori? Se ciò non accade significa che chi mi sta di fronte ha necessità di sentirsi perfetto e rifiuta di sperimentare qualsiasi senso di colpa e in più io faccio l'esperienza di avere dentro di me una cattiveria insopportabile per l'altro...moltiplichi l'intensità di questo grave conflitto perché quello che descrive capita ad una ragazza che sta mettendo il piede nell'età adulta. Consideri anche che tagliare i ponti costituisce in questo caso, anche un modo per proteggere l'altro dalla mia rabbia che, in caso contrario non saprei controllare. Queste riflessioni dovrebbero aiutarla ad avere una visione diversa della situazione e a vedere la ragazza con occhi diversi e di conseguenza ad agire anche diversamente.
Buona fortuna
Buongiorno
Ho letto la sua richiesta. Sua figlia è una ragazza grande e, credo, libera di poter scegliere come gestire la relazione con la mamma. Purtroppo, comprendo il suo dispiacere nel vedere la loro lontananza, ma credo non si possa concretamente fare molto. Credo si possa cercare di parlare a sua figlia comprendendo (senza essere insistenti) i motivi della sua lontananza dalla madre. Lei come padre rimanga in "ascolto" non solo verbale di sua figlia ma anche non verbale attraverso atteggiamenti e manifestazioni emotive. Provi, se le è possibile, fare da mediatore ad eventuali "incontri" o comunicazioni tra sua figlia e la mamma. Aiuti, se può in qualche modo, la possibilità di relazione e avvicinamento tra di loro. Tutto con gradualità. Si renda disponibile e comprenda sua figlia accettando, suo malgrado, le decisioni in merito al rapporto con la madre.
Auguro buona fortuna
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