Buonasera ho un bambino di 4 anni a cui non piace disegnare. A settembre ha iniziato una scuola materna pubblica, dopo 2 anni in un asilo privato. Quando è a scuola non colora bene come i suoi compagni della stessa età e spesso nel disegno libero disegna solo poche righe. Io e mio marito abbiamo provato a farlo colorare a casa ma spesso ci chiede che siamo a noi a fare i disegni per lui. Le maestre ritengono che si tratti di una questione di autonomia anche se mangia, si fa la doccia da solo e si veste da solo anche se con qualche difficoltà. Posso aggiungere che è un bambino particolarmente vitale a cui piace muoversi e correre ed osserva con attenzione tutte le novità e ciò che lo circonda. Come possiamo aiutaelo a sbloccarlo? Grazie Grazie
12 risposte degli esperti per questa domanda
Cara Nicoletta, dalla sua spiegazione sembra proprio si tratti di un problema di insicurezza. Non spiega come si comportava quando si trovava nella scuola materna privata. Era forse più seguito? Come ha vissuto il passaggio dalla scuola privata a quella pubblica? Forse il suo rifiuto a disegnare evidenzia un malessere dovuto al cambiamento, al fatto che si trova in una situazione diversa in cui viene meno seguito dalle insegnanti a causa del numero di bambini superiore che nel pubblico si ritrova spesso. Varrebbe la pena provare ad insistere un pò nel non sostituirsi a lui nelle normali attività quotidiane, compreso il disegno, e nel premiarlo ogni volta che le svolge da solo, semplicemente gratificandolo e dicendogli che ha fatto bene. Forse basterebbe dirgli che è bravo anche se non è così preciso come i compagni quando disegna, senza fare troppi confronti ma facendogli sentire la nostra approvazione. Provi a parlare di questa cosa anche con le insegnanti. E cerchi di capire se a scuola manifesta altri comportamenti che possano far pensare ad un disagio superiore vissuto dal bambino. Se le cose non migliorano può sempre pensare di sottoporlo a una valutazione neuropsichiatrica, ma si dia tempo, il bambino è piccolo e forse ha solo bisogno di crescere e di essere spronato all'indipendenza.
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Cara Nicoletta, le informazioni che mi dà sono insufficienti per formulare ipotesi precise sulla questione. E' sempre necessaria comunque una visita diretta diagnostica. Posso suggerirle che alla età di 4 anni le difficoltà dei bambini non vanno sottovalutate. Spesso a questa età, siamo in tempo per "aiutare" e "favorire" alcune funzioni che possono ritardare a manifestarsi ed evolversi per questioni emotive, o che possono ritardare a svilupparsi per questioni diverse. Occorre valutare bene se sia una questione di gusto (lei dice non gli piace disegnare), o se il bambino in effetti non possa o riesca a disegnare per altri motivi e come mai vi chiede di disegnare per lui. Seppure i ritardi in alcune funzioni e progressi in altre siano assolutamente frequenti e normali nell'età infantile, -(si parla di una normale non uniformità nello sviluppo progressivo delle singole funzioni come attenzione, memoria, sviluppo linguistico, motorio, coordinameneto, ecc)-, il disegno infantile è una cosa che non sottovaluterei, e le suggerireri di togliersi ogni dubbio recandosi presso il Consultorio Familiare ASL di pertinenza. Infatti è molto importante fare delle diagnosi precoci e opportune e dettagliate con l'uso di specifici test su cui fondare la diagnosi e l'eventuale tecnica di intervento, questionii su cui sono molto esperti i colleghi dei Servii Pubblici. Direi che è ottimo che lei si ponga nella questione di aiutare congiuntamente con il padre il bambino,e le suggerisco così di approfondire il quadro del piccolo con un neuropsichiatra infantile e con uno psicologo suggerendole il Serviio Pubblico di pertinenza, dal pediatra, agli specialisti della ASL. Cordiali saluti.
Pisa
La Dott.ssa Federica Guerrini offre supporto psicologico anche online
Gentile signora, premesso che per avere una visone più chiara in base alla quale fornirle indicazioni, sarebbe opportuno osservare vostro figlio il relazione a voi in una sezione di gioco e di studio, per almeno tre quattro incontri, in modo che sciolto l' imbarazzo iniziale sia possibile per noi professionisti osservare con naturalezza il comportamento sia di vostro figlio che di voi genitori in relazione a lui. In linea approssimativa possiamo pero' suggerire le seguenti indicazioni: generalmente ci si aspetta che tutti i bambini seguano determinate linee di sviluppo e questo e' vero fino ad un certo punto perche' ognuno poi ha le sue caratteristiche individuali, quindi rassicuratevi voi per primi sul fatto che vostro figlio non segua perfettamente lo sviluppo tipico. Secondo Il fatto che a casa voi incentivate vostro figlio e' positivo ma può diventare bloccante al suo sviluppo nella misura in cui lui avverta la vostra ansia e il bisogno di rassicurarvi con le sue prestazioni. Quindi se volete aiutarlo a sboccarsi dovreste prima rassicurarvi voi, questo potete farlo da soli o se non ci riuscite con incontri presso uno psicologo.
Gentile Nicoletta, il disegno rappresenta uno strumento espressivo molto importante per il bambino. E' il modo in cui comunica, esprime le sue emozioni, il suo stato d'animo e può essere utilizzato anche per comprendere il livello cognitivo. E' importante che il suo bambino non si senta costretto o che percepisca che, attraverso il disegno, qualcuno lo sta paragonando a qualcun altro o lo sta mettendo alla prova. E' altresì importante che comprenda che quello spazio è il suo, che non deleghi ad altri l'espressione di sè, e che nessuno lo faccia al posto suo. Provate a fargli fare più disegni liberi, standogli accanto. Quando chiede aiuto, provate a capire cosa non sta riuscendo a fare. Stare nei contorni? Non importa, spiegategli che quello che fa è bello, e che va bene così. Non riesce a rappresentare quello che vuole? Provate a capire insieme a lui. Aiutatelo facendo un disegno su un altro foglio, ma cercate di non occupare il suo. Provate a comperargli uno dei numerosi libretti che vendono in cui il bambino può esercitarsi a copiare, a colorare,a completare i disegni, ma lasciate che viva questa esperienza con gioia e senza ansia. Se vedete che è agitato che ha voglia di muoversi, lasciatelo sfogare e riprovate quando vi sembra più sereno. Provate a mettergli della musica e a colorare seguendo il ritmo. Trovate occasioni piacevoli in cui fargli capire che disegnare è un divertimento, non un obbligo. L'importante è che nessuno gli trasmetta l'ansia da prestazione, o la paura che sia diverso, meno all'altezza degli altri. C'è tempo per fare valutazioni cognitive, nel caso in cui le educatrici osservino altri comportamenti o, più avanti, altre indicazioni che possano far pensare che ci sia un rallentamento nello sviluppo di alcune competenze allora potrete pensare ad una valutazione complessiva. Cordialmente.
Milano
La Dott.ssa Simona Adelaide Martini offre supporto psicologico anche online
Cara Nicoletta, può aiutare il bambino a sbloccarsi non preoccupandosi troppo. Il disegno è uno strumento comunicativo spontaneo e importante per il bambino. E' importante "liberare il disegno dei bambini" da stereotipi: le case si fanno così, si colorano così..in questo modo si toglie potenza espressiva a questo strumento. Suo figlio in questa fase (ha solo 4 anni) preferisce esprimersi attraverso il corpo e il movimento. Quindi ha già un suo canale comunicativo. Quando sarà interessato a comunicare con il disegno sono sicura che si attiverà per provare e sperimentarsi con questo strumento. Lei gli dia fiducia e lo valorizzi per le competenze che ora decide di esplorare ed esprimere. Un caro saluto
Cara Nicoletta, nella sua descrizione lei parla di un bambino che ama giocare, non ha difficoltà nelle prime autonomie e presenta una capacità attentiva nella norma. Se il problema del suo bambino è la tendenza a non prediligere l'attività del disegno non penso che ci sia da allarmarsi,il disegno è un'importantissima attività ma tale parametro, da solo, è scarsamente indicativo della presenza di alcuna forma di patologia. Questa è la cosa più importante per il suo bambino, che potrebbe semplicemente non prediligere tale forma ludico-comunicativa, che tuttavia non è totalmente assente nel ventaglio delle forme espressive dell'età evolutiva. Dallo spunto fornitole dalle maestre si potrebbe ipotizzare che con molta probabilità si tratti di sistemi di comportamento appreso, quindi non è necessario aspettarsi che suo figlio intensifichi tale attività ma basta che la esprima come sente. La cosa importante è non focalizzare l'attenzione solo su tale livello ma osservare il buon funzionamento globale di tutte le attività del piccolo, che devono risultare nella norma. In caso dovesse avere ulteriori dubbi le consiglio di rivolgersi ad uno specialista che si occupi di valutazione neuropsicologica per l'età evolutiva.
Savona
Il Dott. Rosario Caruso offre supporto psicologico anche online
Gentile Signora, I bamnbini cercano di disegnare per rappresentarsi mmeglio il "reale", cose o persone che conosce. Il suo bambino forse non ne ha bisogno e comunque non è stato addestrato alla riproduzione visiva (iconica) del mondo esterno e di parti di esso. Per ora, poi non si sa come si evolverà il processo di crescita e di maturazione. Non dovete forzarlo anche se carta e matita dovrà esserer sempre a sua duisposizione. Colorare invece i disegni già fatti o stampati è un'attività quasi inutile e serve soltanto per abiture i piccoli a sviluppare una capacità fine della mano. Ma non è detto che non potrà farlo in seguito. Non assillatelo con le vostre pretese e premure. Deve amare quello che fa e non sentirsi costretto a farlo. State tranquilli.
Buon giorno Nicoletta, penso che non sia così grave il fatto che un bimbo di 4 anni non ami colorare e disegnare. Non dovete sostituirvi a lui quando deve disegnare, magari ogni tanto, ma senza essere insistenti, inventatevi qualche gioco in cui si debba fare un disegnino o colorare qualcosa; per esempio, si può leggere una storia che a lui piaccia e poi gli si chiede di farne il disegno o chiedergli di fare un disegno per affiggerlo nella sua cameretta o in cucina, così da dimostrargli che si apprezzano le sue produzioni. Ma non assillatelo, altrimenti, un'attività che già non ama, diventa per lui qualcosa di veramente penoso. Se il bambino è sveglio, vitale, si relaziona bene con i compagni e le insegnanti, ama giocare, allora è sano e sta bene. Diversamente sarebbe stato se avesse avuto molte altre difficoltà, perché in tal caso il non volere disegnare poteva essere legato ad una difficoltà di comunicazione e di relazione, ma da quello che scrive lei non mi sembra sia il caso di suo figlio. Stia tranquilla!
Signora Nicoletta, dal Suo scritto non si evince da quanto tempo il bambino ha manifestato la prima forma di grafismo (usare spontaneamente penna o matita). Il disegno nei bambini in età prescolare di solito si manifesta con i c.d. ‘scarabocchi’ - verso i 2 aa. / 2 aa. e mezzo - che per i bimbi hanno un significato di gratificazione, di piacere, vedendo la traccia lasciata da loro sul foglio. In fase successive il tratto del disegno diventa sempre più differenziato fino ad arrivare a delle forme più compiute. Ora se il piccolo ancora non usa (come gli altri bambini) i colori ed il disegno in maniera più modulata non credo sia il caso di preoccuparsi ma, riterrei utile motivarlo e stimolarlo diversamente da quanto fatto finora. Provate voi genitori a fare il gioco “degli scarabocchi”: scarabocchiando ogni tanto su un foglio, dando un interpretazione ai vostri scarabocchi e chiedendo (senza insistenza) anche al bambino una sua interpretazione. Lasciandolo libero di decidere se fare anche lui “gli scarabocchi” potrebbe sentirsi più coinvolto e meno soggetto a giudizi. Se lui disegna solo poche righe provate a capire che cosa significano per lui (facendogli delle piccole domande: es.: sono le onde del mare? I binari del trenino?) e comunque mostrate piacere ed interesse anche per le righe come se fosse un buon prodotto significativo. Io credo che con il tempo il bambino dovrebbe arrivare ad usare i colori ed il disegno il maniera più adeguata. Se le cose non dovessero cambiare prima dell’età scolare (6 aa.) provate a consultare (all’inizio solo voi genitori) uno psicologo dell’età evolutiva affinché vi possa consigliare e seguire per un certo periodo di tempo. Un cordiale saluto ed un augurio.
Salve Nicoletta, ritengo che il suo bambino di quattro anni abbia difficoltà nell’esprimere le emozioni e i sentimenti che prova nella relazione con gli episodi che vive e con le persone che lo circondano. Potrebbe avere in qualche modo il timore di esprimerli oppure difficoltà personali nell’esprimerli o non volerli di suo ad esternare i propri vissuti. Da una parte è’ vero che i bambini usano più spontaneamente il colore per riportare all’esterno quello che vivono, rispetto ai ragazzi e agli adulti, ma non è sempre cosi’. In presenza di difficoltà emotive dettate da situazioni ansiogene, il bambino può decidere sia di bloccare il vissuto emotivo e sia di evitare di esprimerlo per timore. Tuttavia tenga presente che il suo bambino dimostra abilità relazionale ed intelligenza nella scioltezza del movimento, nella curiosità, nell’attenzione verso quello che l’esterno gli offre nonché è capace di essere autonomo, adeguatamente alla sua età. Quindi, nell’obiettivo di avvicinarlo all’uso del colore, è necessario utilizzare prima di tutto le modalità che già utilizza per apprendere e relazionarsi con l’esterno come l’uso del movimento del corpo, la verbalizzazione, l’osservazione, l’attenzione o altro per poi associare alle emozioni e ai sentimenti che prova l’uso spontaneo del colore. Pertanto posso consigliare alla scuola di proporgli più disegni liberi sui vissuti emotivi legati agli stimoli proposti, di rispettare le sue scelte e i tempi. Nell’ambito famigliare propongo il disegno insieme a tutti i membri della famiglia, figlio-papà-mamma, nel quale vengono riportate le esperienze individuali vissute da ciascuno riguardo agli episodi trattati, quelle vissute da ognuno ed espresse singolarmente attraverso la parola, il movimento, le forme, i colori senza sostituirsi l’uno con l’altro. Cordiali saluti
Padova
La Dott.ssa Maria Zampiron offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Nicoletta, questa preoccupazione sembra dettata più dall'ansia delle insegnanti che devono stabilire che il loro scolaro debba avere un problema, altrimenti il loro lavoro è messo in discussione... se ad un bambino non piace disegnare, a scuola o nella vita, può voler dire solo questo, cioè che si esprimerà con altri mezzi... E poi il disegno è qualcosa che nell'evoluzione del bambino si perde in modo naturale. Considerate il vostro punto di vista e confrontatelo con gli altri in modo critico.
Cara signora magari a suo figlio non piace disegnare o colorare però si diverte con le costruzione, con il didò, con il das. Io non ne farei subito un problema proverei a vedere quali sono le altre sue competenze e proverei a spiegare questo anche alle maestre a scuola. Se vuole mi può ricontattare. Spesso sono anche a Roma dove svolgo varie consulenze familiari. In bocca al lupo