Buongiorno, mio figlio Filippo ha 4 anni. Ha cambiato scuola quest’anno ( è passato da una scuola infanzia privata ad una pubblica): Le maestre mi dicono che: a scuola sembra distratto; non disegna bene e non argomenta eventuali scarabocchi; se le maestre lo riprendono lui a volte le ascolta a volte no; gioca con i compagni anche se a volte interrompe il gioco se non si fa come dice lui o se semplicemente viene attratto da altro; se interpellato a volta dice la verità, a volte inventa storie fantastiche, a volte non risponde; in ultimo non sta sempre fermo. Morale: lo porti da PSICOLOGO. Faccio qualche premessa: Non è l'unico bambino della classe a cui sono state evidenziate certe ploblematiche ( a quanto pare a tutti i maschietti e alcune femminucce). A casa appare distratto solo se sta guardando la TV, rispetta le regole ( il non si fa è NON SI FA gli va ripetuto), capricci ne fa : ad esempio non si vuole sempre vestire da solo o non vuole raccogliere i giocattoli; passa ore a fare costruzioni con i LEGO, gioca con i suoi amichetti senza entrarvi in conflitto, vuole dipingere e colorare. Ha una sorellina di 2 anni con la quale litiga/gioca. Entra in conflitto con me dicendomi che sono Cattiva se non gli faccio fare cio che vuole e sempre piu spesso afferma “ io non sono capace” “ il mio cervellino è piccolo e mi fa fare sciocchezze”. Il fatto che non sappia disegnare è così preoccupante ? Possono le insegnati nascondersi dietro il “blocco emotivo” se non argomenta?la cosa che piu mi preoccupa è che Filippo a lungo andare si convinca di non saper fare le cose. Ringrazio anticipatamente per ogni eventuale consiglio.
13 risposte degli esperti per questa domanda
Gentile signora e' normale per un bambino non avere un comportamento preciso, attento, come in genere lo vorrebbe un adulto, infatti la scuola ha proprio il ruolo di formare il bambino in crescita attraverso la strutturazione di regole che possa nel tempo sempre piu interiorizzare. Così avrà da più grande un comportamento idoneo alla società, che inevitabilmente e' piena di regole e stress. Quello che mi colpisce e' che suo figlio, almeno da come lei scrive pronuncia delle frasi insolite per un bambino, generalmente i bambini ripetono alcuni concetti che gli vengono detti spesso, e trasmessi dalla famiglia e dalla scuola. Chi e' che secondo lei trasmette al bambino che non sappia fare le cose ? Lei dice che suo figlio non sa disegnare, ma questa capacita' andrebbe verificata , probabilmente disegna semplicemente come un bambino di quattro anni.
Gent.ma Gaia, dalla sua lettera traspare una comprensibile preoccupazine per Filippo considerate "le problematiche" evidenziate; la situazione che le insegnanti descrivono è certamente da monitorare, senza però allarmarsi troppo (cosa che non aiuta). Anzi, in questi casi è utile procedere con calma affrontando le cose una alla volta. Le informazioni che fornisce sono un pò poche, ad esempio mi viene da chiedere: perchè Filippo ha cambiato scuola? Che importanza le insegnanti davano al disegno nell'altra scuola? Come è stato l'inserimento nella nuova scuola? E lo sviluppo motorio e del linguaggio? Rispetto a cosa non si sente capace? Quali sono le sciocchezze a cui si riferisce quando parla di "cervellino piccolo"? E ancora ... Come vengono affrontate queste "problematiche" a scuola e in famiglia? Il comportamento del bambino in classe, che, se ho ben compreso, a casa si manifesta solo in parte (qualche capriccio è del tutto normale!), potrebbe avere diverse cause. Un colloquio con lo psicologo può aiutare a comprendere se sia il caso di effettuare una valutazione più approfondita ed eventualmente fornire gli strumenti per affrontare la situazione. Ad ogni modo quello che mi sento di consigliarle (il primo aspetto su cui mi concentrerei) è di: incoraggiarlo e lodarlo molto sulle cose su cui è più capace; i bambini a quest'età si confrontano con i loro coetanei; diventa di fondamentale importanza sostenerli nell'autostima, cosa che sono certa lei già fa! Se desidera avere qualche indicazione in più può contattarmi al mio numero, che trova nel sito, per un colloquio telefonico. Cordialmente
Bisogna considerare che un bambino di 4 anni non può stare sempre fermo, è curioso ed ha bisogno di esplorare rinforzando quello che fa...sicuramente attraverso delle regole che lo aiutino a sentirsi anche contenuto e non solo limitato. Cosa significa disegnare bene per un bimbo di 4 aa? Il disegno è un espressione emotiva ed anche uno scarabocchio ha il suo significato e non va mai giudicato. Le insegnanti potrebbero appunto insegnare la tecnica del disegno ma non criticarlo...Il bambino va indirizzato e non dominato altrimenti per affermare la sua autonomia dovrà per forza ribellarsi...Quando il bimbo dice di non essere capace, bisognerebbe approfondire questo suo malessere e sensazione di inadeguatezza chiedendo meglio a cosa si riferisce ed in cosa pensa di non riuscire. Approfondisca con il bambino la percezione che lui ha delle sue insegnanti. Infine evitiamo di psicologizzare sempre tutto cadendo nell'errore di trasformare una fase evolutiva normale in disfunzione. In bocca al lupo.
Catanzaro
La Dott.ssa Maria Mirabelli offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Gaia, sicuramente suo figlio è un bambino dal carattere molto forte e determinato, per questo è fondamentale continuare a fargli rispettare le regole. All'età di 4 anni non esiste un "sapere disegnare". Il disegno è molto importante e dipende da una maturazione dello sviluppo psicomotorio, in particolare della coordinazione oculo-manuale, che non è uguale per tutti i bambini. Questa è l'età in cui la manualità e la coordinazione occhio-mano, che in seguito diventeranno la base per l'apprendimento della scrittura, vanno sviluppate con tutta una serie di attività che le insegnanti dovrebbero proporre. E' possibile che la frustrazione e l'insuccesso portino Filippo a fuggire dal compito, attraverso il rifiuto o spostando l'attenzione su altre attività. Sarebbe opportuno motivarlo con adeguati rinforzi o attraverso lo svolgimento di attività a lui più gradite (disegnare cose che gli piacciono o inserire l'attività di disegno all'interno di un gioco). Altro discorso è quello del disegno come "espressione creativa". Tutti possiamo essere creativi e soprattutto i bambini a questa età se non sono ancora intrappolati da affermazioni di giudizio (giusto/sbagliato, bello/brutto) e riferimenti normativi (si fa così). La creatività va solo espressa, come ogni bambino la sente.
Buongiorno, non credo che sia ancora il momento per allarmarsi. Le consiglio comunque una consulenza con uno psicologo alla quale sarebbe bene che partecipaste Lei e il padre di Filippo. Da quanto scrive, il bambino potrebbe aver bisogno solo di un incoraggiamento rispetto alle sue capacità, ma sarebbe opportuna una valutazione più approfondita.
Può rivolgersi ad uno psicologo infantile, per capire se effettivamente suo figlio ha qualche lieve difficoltà, oppure se è necessaria solo qualche piccola modifica sul modo di educarlo, o se non sussiste alcuna problematica. Cordialmente
Cara Gaia, non credo che di per se il fatto di non saper disegnare costituisca un problema, quella è un'attitudine che non ha nulla a che vedere con eventuali disturbi. Dalle sue parole non rilevo nulla di troppo preoccupante, tuttavia credo varrebbe la pena prendere in considerazione il consiglio delle insegnanti, poichè osservano il bambino e lo valutano all'interno di un contesto normativo e di apprendimento con un punto di vista diverso da quello del genitore, quindi sempre prezioso. Non si lasci condizionare dagli altri, semplicemente porti il bambino spiegando la situazione e lasci che un esperto possa valutare l'eventuale presenza di problemi di apprendimento o comportamentali. Nel caso questo venga smentito potrà allora giustamente far presente tale diagnosi alle insegnanti. Spero di esserle stata d'aiuto.
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Gentile signora Gaia, da quanto Lei descrive del piccolo Filippo credo che egli possa avere un problema di ‘adattamento’ sia all’ambiente familiare che a quello scolastico/sociale. Il piccolo all’età di due anni ha dovuto riorganizzare la propria posizione affettivo-familiare per includere nei suoi affetti anche la sorellina e con lei condividere l’affetto dei propri genitori. Molte altre sensazioni emotive (oltre la solita gelosia) vive un piccolo bimbo/a quando arriva un nuovo membro in famiglia!! Tuttavia ritengo che Filippo, dopo l’arrivo della sorellina, sia comunque riuscito a ritrovare un suo giusto equilibrio emotivo. Ora in questo anno vi è stato un altro cambiamento: una nuova scuola, quindi un nuovo ambiente, nuovi compagni, maestre etc.. Il piccolo ha dovuto ancora ‘riorganizzare’ la propria sfera emozionale-affettiva ed i propri riferimenti scolastici-sociali. Tutti sappiamo come questi eventi - di normale routine quotidiana - all’inizio procurano dei disagi psico-emotivi (più o meno onerosi) in ogni individuo. Ognuno reagisce a tali eventi con i propri parametri di riferimento, con le proprie modalità e con i propri tempi. Suo figlio, quindi, molto probabilmente ha dovuto fronteggiare tali situazioni ansiogene (e forse anche altre) reagendo con i suoi tempi, le proprie modalità di gestione e con le proprie risorse interiori. Filippo, in ogni situazione, cerca piano, piano un nuovo adattamento, una nuova condizione di equilibrio ed ha bisogno di tempo e di amorevole comprensione. In questo momento potrebbe sentirsi un po’ disorientato’, avere poca fiducia in se stesso infatti egli afferma “… non sono capace …il mio cervellino è piccolo e mi fa fare delle sciocchezze”!! dimostrando - per la sua tenera età - notevole saggezza e comprensione di se stesso!! Pertanto io concederei al piccolo Filippo ancora un po’ di tempo per completare il suo ‘adattamento’ a questo nuovo ambiente scolastico. Nel frattempo Le consiglio di porre molta cura nell’ascolto di ciò che dice e che fa quando si relaziona sia in famiglia che fuori. Una mamma attenta come Lei potrà facilmente notare se vi sono elementi di reazioni particolari. Si consulti ancora con la maestra per avere delle nuove informazioni. Infine Le dico che consultare uno psicologo non è disdicevole poichè di solito si ottiene qualche elemento in più per migliorarsi; in alcuni casi può essere utile per tacitare le ansie degli adulti (familiari e non solo) più che per tacitare o gestire quelle dei bambini. Pertanto se in futuro dovesse ravvisare la necessità di una consultazione per il piccolo Filippo, lo faccia tranquillamente senza inutili pregiudizi. La informo, infine, che il saper disegnare di per se non è importante ma, bisogna tener presente che, ognuno di noi proietta spontaneamente nei disegni alcuni latenti/irrazionali stati emotivi. In particolare per i disegni infantili è sempre utile prestare una maggiore attenzione. Da ultimo Le preciso che nella scuola dovrebbe esserci uno psicologo a disposizione per qualsiasi evenienza quindi si informi se nella scuola materna del bimbo ve ne è uno. Spero di esserLe stata utile e La saluto cordialmente.
Leggendo la sua e.mail mi sono chiesta cosa c'è di stano nel suo racconto, lei ha descritto un normale bambino di 4 anni, ho ritrovati nella sua descrizione molti comportamenti di mia figlia alla stessa età . Quello che io risponderei agli insegnanti sui disegni è che non esiste un modo giusto e sbagliato di disegnare, ma semplicemente modi diversi. Chi lo stabilisce qual'è quello giusto? Se proprio ha dei dubbi le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo evolutivo e fargli vedere un disegno.
Buonasera Gaia, come da lei, correttamente premesso, alcune delle "problematiche" manifestate da suo figlio non sono presenti soltanto in lui ma anche da alcuni, se non tutti, dei suoi suoi compagni. Il bambino ha solo quattro anni e a quest'età chi non fa "capricci". Inoltre, dalla sua lettera emergono le differenze tra: Filippo-studente e Filippo-figlio, differenze che potrebbero sottolineare l'inadeguatezza dell'ambiente scolastico che il bambino frequenta. In conclusione, prima di giungere ad etichettare le problematiche di Filippo (come "blocco emotivo"), le proporrei di rivolgere la propria attenzione, non tanto sul "cosa non vada o non sappia fare" suo figlio, ma, sulla situazione scolastica presente (insegnanti e competenze relative), e solo successivamente magari riflettere su un'eventuale trasferimento del bambino in un altro istituto, e soprattutto come, anche da lei riportato, sostenerlo nella crescita di una sana autostima.
Torino
Il Dott. Giancarlo Gramaglia offre supporto psicologico anche online
Buon dì! da come lo descrive lei come mamma, sembra che Filippo sia un bimbo normalissimo: gioca, litiga, fa a volte i capricci ecc... E' pur vero che le insegnanti hanno a che fare con molti bambini, per cui un loro punto di vista potrebbe essere utile, quale consiglio o "avvisaglia"; di fatto non le hanno detto che suo figlio non è normale, ma che c'è qualche problema che forse meriterebbe un approfondimento. Non si spaventi: io le consiglierei di far vedere comunque il bimbo ad uno specialista (privatamente o presso il Servizio pubblico, per es la neuropsichiatrina infantile: la lista d'attesa è lunga, ma visto che non vi è un urgenza ci può provare). Si tratta del parere di uno specilaista, che potrebbe darle qualche consiglio per aiutare Filippo a crescere meglio oppure la tranquillizza. in bocca al lupo!
Cara Gaia, tuo figlio, come tutti i bambini a questa età, sta attraversando una fase particolare caratterizzata dal dire "no" agli adulti con l'intento di affermare se stesso. E' una fase durante la quale ricerca più spazi, individualità ed è tipica la testardaggine e la disubbidienza. Chi si approccia a questa età deve avere gli strumenti necessari per comprenderne tutti gli aspetti: la scuola per tuo figlio rappresenta il primo ambiente diverso, fatto da persone diverse rispetto a quello familiare. Tali comportamenti a scuola potrebbero essere la reazione ad una modalità relazionale adulta diversa da quella di chi si è preso cura di lui fino a qualche anno fa; al cambiamento e all'ingresso in un nuovo ambiente; al dover condividere tempi e spazi con altri bambini per lui ancora estranei ma non dimentichiamo le dinamiche familiari...insomma, il bambino a questa età si relaziona col nuovo, lo sconosciuto rispetto al quale porta le modalità che ha acquisito in famiglia ma solo ad essa note...quello che posso consigliarti è di avere sempre cura ed attenzioni, insieme a tuo marito, dei tuoi figli controllando però le eventuali apprensioni che non devono essere trasmesse ad essi. Un consulto dallo psicologo va visto come uno di questi momenti di cura ed attenzione ma senza viverlo (e farlo vivere) come un problema. A volte siamo anche noi adulti a desiderare comportamenti corretti, da "soldatino", non riconoscendo le esigenze dell'età di un bambino...
Gentile Gaia, il disegno e gli scarabocchi sono i modi con cui il bambino si prepara a scrivere nella scuola elementare. Carenze in quest'area "possono" condurre a forme di disgrafia nell'apprendimento della scrittura. Non mi preoccuperei invece del blocco emotivo. Le suggerisco di osservare la manualità di suo figlio: se ha difficoltà nelle attività di coordinazione manuale (ritagliare, allacciarsi i bottoni, ecc.)Se queste dovessero sussistere è consigliabile un intervento non di tipo psicologico, ma bensì psicomotorio, per potenziare la funzionalità della mano. Cordialmente