I momenti di passaggio fanno parte della vita e del percorso di crescita di ciascuna persona. A volte sono cambiamenti accompagnati da difficoltà, imprevisti e da qualche lacrima, ma se un bambino e i suoi genitori sono pronti ad affrontarli ogni percorso si evolverà naturalmente e senza traumi.
Lo sviluppo è un meraviglioso susseguirsi di tappe da affrontare insieme ai propri figli con calma, consapevolezza, curiosità ed entusiasmo. E una tappa certamente cruciale è quella dell’ingresso nel contesto scolastico. Si tratta ovviamente di un momento particolarmente delicato e, come tale, deve essere affrontato adeguatamente: non deve essere banalizzato perché ogni esperienza va rapportata all’età e alla maturità del bambino.
Se un bambino prima di iniziare la scuola dell’infanzia è sempre rimasto a casa, magari con la mamma o con i nonni, l’inserimento scolastico rappresenta la prima e importante esperienza di distacco dalle rassicuranti figure di riferimento e dal suo solito ambiente di vita. L’ingresso nel mondo della scuola pertanto può diventare un momento difficile e cruciale per il bambino, per i genitori e anche per gli insegnanti: nuove paure e angosce e nuove emozioni riguarderanno sia i più piccoli che i grandi.
Talvolta si pensa che i propri figli non siano pronti o in grado di affrontare un determinato passaggio o una specifica situazione: è comprensibile che un bambino di due o tre anni non accetti sempre serenamente di essere lasciato dalla mamma, all’improvviso, in un ambiente per lui nuovo e sconosciuto.
Soprattutto la fase iniziale dunque sarà importante e quanto mai delicata perché permetterà al piccolo di familiarizzare gradualmente con una nuova realtà.
Se fino a quel momento i genitori o i nonni avranno rappresentato per il bambino tutto il suo mondo, con l’inizio della scuola egli instaurerà altre relazioni con gli adulti e con i pari: incontrerà altre persone, suoi coetanei e adulti, e nuove figure di riferimento.
Tanti sono gli aspetti che influenzeranno i tempi e i modi dell’inserimento: tra questi certamente l’età e il carattere del piccolo così come la qualità delle sue relazioni con i genitori. Il piccolo però vivrà certamente meglio le nuove situazioni se i suoi genitori per primi le affronteranno con serenità, convinzione e naturalezza.
Molte volte sono le mamme e i papà che non accettano serenamente il cambiamento in atto e non riescono a delegare e condividere l’educazione e anche l’affetto del proprio figlio con altre persone estranee alla cerchia familiare.
Il distacco è dunque un passaggio delicato anche per i genitori - soprattutto per le mamme - ma è bene provare a viverlo serenamente impegnandosi innanzitutto a collaborare e dialogare costantemente con le insegnanti: per le mamme e i papà l’inizio della scuola sarà un’opportunità per osservare il proprio piccolo in una nuova dimensione.
Una madre apprensiva e ansiosa probabilmente trasmetterà questi stati d’animo anche al proprio piccolo, che, di conseguenza, si affiderà e fiderà con maggiori difficoltà delle nuove figure che lo accoglieranno.
Non ci si deve scoraggiare dunque se il bambino non dovesse vivere con tranquillità la prima o la seconda settimana di inserimento: ciascuno avrà bisogno di un suo tempo! E’ comprensibile al tempo stesso che il piccolo pianga e in questa fase richieda, anche con atteggiamenti e comportamenti insoliti, più attenzioni. Accade spesso ad esempio che nel periodo dell’ingresso nel contesto scolastico i bambini richiedano di tornare a dormire nel letto dei genitori o perdano il controllo sfinterico. Anche in questi casi è necessario che i genitori si mostrino sereni e pazienti.
Sarà bene inoltre facilitare il bambino nel vivere l’importante cambiamento in atto facendo in modo che non ce ne siano contemporaneamente degli altri.
E’ utile inoltre mantenere con il proprio bambino la stessa routine: orari del sonno e dei pasti, organizzazione delle attività, momenti dedicati all’igiene personale e al gioco.
Sebbene possa essere complicato conciliarlo con altri impegni e con il lavoro, è consigliabile che questa fase coinvolga un’unica persona della famiglia. In questo modo il piccolo acquisirà maggiore sicurezza perché avvertirà la figura di riferimento come una costante in un periodo in sé già ricco di novità e cambiamenti.
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