Negli ultimi cinquant’anni le teorie sull’educazione dei bambini si sono susseguite in maniera incessante, riportando sempre più l’attenzione sull’importanza delle regole. Maria Montessori ci ricorda che il bambino, perché sia libero, necessita di avere delle regole. All’interno di queste regole infatti, il bambino può comprendere quali siano i limiti entro i quali egli può agire in sicurezza, esplorando in maniera totalizzante tutte le sue potenzialità.
Non c’è libertà senza regole dunque.
Ma di quali regole si parla?
Anzitutto le regole che spesso i genitori applicano, riguardano i comportamenti e molto frequentemente vengono espresse come divieti. Il divieto viene percepito dal bambino in maniera ambivalente: troppo piccolo per capirne le ragioni, può essere spinto da un lato a temere le conseguenze derivanti dall’infrangimento del divieto e quindi a sviluppare paura; dall’altro lato potrebbe invece essere spinto a infrangere il divieto per mettere alla prova il genitore ed il suo potere e quindi ad entrare in una modalità relazionale di sfida.
Da questo punto di vista, il divieto non permette di educare in maniera efficace il bambino. Ciò che non può essere fatto, andrebbe espresso in maniera opposta, dando quindi una serie di possibilità in positivo. Un esempio pratico. Anziché dire “non lanciare la palla in casa!” possiamo dire “facciamo rotolare la pallina nel corridoio”. Questa tipologia di prescrizione permette al bambino di sentirsi libero di scegliere e soprattutto previene lo sviluppo di meccanismi di reazione o di difesa all’autorità.
Accompagnare i bambini nella scoperta delle regole, consentirà a voi genitori di capirne il significato e soprattutto la reale possibilità di attuazione e ai vostri figli di sentirsi parte di qualcosa e non solo destinatari passivi di “cose da non fare”.
In secondo luogo, la coerenza. Le regole, ciò che si può fare e ciò che non si può fare, è bene che sia condiviso da chiunque si occupi dell’educazione dei bambini. Questi infatti rilevano con facilità le incongruenze educative di mamma e papà. Ecco perché prima di creare regole o piani educativi, è buona prassi condividere con il proprio partner e la propria famiglia uno stile educativo. Queste discrepanze possono portare i bambini a sviluppare quadri di tipo psicopatologico, a causa dell’impossibilità di accontentare due richieste diametralmente opposte tra loro.
In ultimo, non di certo per importanza, l’esempio. Occorre ricordare che i bambini sin dai loro primi mesi di vita, posseggono quella che Maria Montessori definisce mente assorbente: questo significa che tutto ciò che li circonda, dall’ambiente alle persone, viene da loro assorbito in maniera del tutto inconscia. L’assorbimento quindi non presuppone una rielaborazione di quanto percepito: le dinamiche relazionali ed emotive vissute nei primi sei anni di vita, contribuiranno a formare il carattere e la personalità del bambino. Possiamo dare ai bambini mille regole o due, ma se siamo i primi a non rispettarle, possiamo stare certi che i bambini seguiranno il nostro esempio.
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento