Si é sempre creduto che alla cura dei figli dovesse, di fatto, provvedere la madre. E così è, sarà sempre cosí, in quanto é la "figura materna" il primo oggetto d'amore per il bambino.
É Lei, che sarà messa sotto accusa dalla psicoterapia, se il bambino, poi adulto, avrà delle turbe psichiche.
Del resto, un padre assente può non aver fatto molti danni?
La risposta non é a Suo favore, in quanto la sua assenza é una reale mancanza ad una crescita adeguata del figlio. Il benessere dei bambini dipende dal loro rapporto genitoriale con entrambi.
Sia chiaro che l'assenza di un padre, non é necessariamente fisica, di lontananza da casa, quanto una mancanza, da parte di lui, alla partecipazione alla vita del figlio, alla condivisione dei suoi interessi, alla quotidianitá dei suoi "piccoli" o "grandi" problemi. Il ruolo del "padre" moderno é assistenziale, relativamente, e di supporto, ma la responsabilità resta tutta alla madre.
Ciò accade, in genere, nelle separazioni, in cui egli vive quei momenti stabiliti dalla sentenza e, poi, al massimo intercorre la telefonata, tra l'altro, magari neanche giornaliera.
Questa rottura del nucleo familiare associata, di frequente, alla conflittualità tra i genitori, crea nel figlio anche una sorta di responsabilità per quanto accaduto, da sentirsi, in alcuni casi, persino colpevole. La modalità ormai tanto adottata, cioè l'affidamento congiunto, é corretta sul piano teorico, ma poco praticabile sul piano pratico ed "il bambino" viene sempre più destabilizzato da questi continui e mutevoli spostamenti genitoriali e/o domiciliari.
Un'indicazione fondamentale é quella di dare "stabilità" e "sicurezza" e tali aspetti devono essere sentiti come fondamentali, sia nel padre che nella madre. Ogni genitore, deve saper scegliere la strada per "esserci" nella vita del proprio figlio o, inevitabilmente, sarà attanagliato da un "senso di colpa".
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