La fiaba, mentre intrattiene il bambino, gli permette di conoscersi, e favorisce lo sviluppo della sua personalità. Essa offre significato a livelli così diversi, e arricchisce l’esistenza del bambino in tanti modi diversi, che non basta un solo libro a rendere giustizia della quantità e della varietà dei contributi apportati da queste storie alla vita del bambino. – Bruno Bettelheim. Il mondo incantato -
“Alice era ormai stufa di starsene seduta accanto alla sorella maggiore, in riva al ruscello. Aveva sbirciato un paio di volte fra le pagine del libro che sua sorella stava leggendo, ma non vi aveva scorto ne` illustrazioni, ne` parti dialogate. Doveva dunque essere un libro ben noioso, dal momento che non aveva ne` figure, ne` dialoghi! Cosi` almeno pensava Alice.
Faceva un gran caldo, e Alice sentiva in testa una gran confusione. Stava in ogni caso pensando se valeva la pena di alzarsi per cogliere margheritine e farne poi una ghirlanda quando vide, con sua grande meraviglia, un Coniglio bianco, con gli occhi rossi, passarle accanto tutto frettoloso. Un coniglio che, a differenza di tutti i conigli di questo mondo che camminano sulle quattro zampine, se ne andava ritto su quelle posteriori, vestito con un panciotto!”
Così Alice intraprende il suo onirico viaggio nel paese delle meraviglie, del mondo incantato, nella misteriosa e complicata avventura del suo inconscio.
La fiaba senza dubbio cattura l’attenzione del bambino, nutre e stimola il suo immaginario. Nel contempo, utilizzando un linguaggio in sintonia con quello infantile, tratta di problemi umani universali, di desideri, aspirazioni, paure, angosce frustrazioni. Può diventare strumento di cura in quanto permette al bambino di familiarizzare con la natura e il contenuto del suo inconscio, non attraverso una comprensione razionale, ma attraverso una interazione con la propria immaginazione, con i propri vissuti emotivi e affettivi, con il proprio mondo interiore.
Le fiabe insegnano al bambino che la lotta contro le asprezze della vita non solo è inevitabile, ma porta un arricchimento ed una crescita possibili solo se non ci si ritrae e si affrontano gli ostacoli.
Il bambino ha bisogno di messaggi simbolici, gli unici che è in grado di interiorizzare, che lo aiutino ad affrontare i disagi e i problemi che lo affliggono.
Attraverso l’identificazione con i personaggi che il bambino in quella fase della sua vita sente più vicino a sé, al suo mondo interiore, alla sua situazione esistenziale, è possibile trovare un significato e costruire un altro pezzo della propria identità.
La costruzione della fiaba
Risulta molto efficace, in terapia, aiutare il bambino a costruire una sua fiaba personale. Ancor più che nell’adulto, il potere catartico dell’immaginario è potente e sorprendente.
Si offre al bambino uno Stimolo Immaginativo (uno spunto per iniziare), tratto dalla sua storia, ma, soprattutto ponendo un attenzione fluttuante a tutto ciò che “circola” e che può essere definito linguaggio non verbale: silenzi, suoni, posture del corpo, espressioni del viso, gesti, etc. Il bambino inizia a verbalizzare nel caso in cui il linguaggio sia alla sua portata e il suo canale preferenziale o a posizionare oggetti e personaggi che cerca e trova all’interno della stanza. Oppure è possibile che scelga di disegnare, dipingere, utilizzare il das, accartocciare della carta o qualsiasi altra forma creativa. È importante e necessario lasciare il bambino libero di scegliere il materiale con cui esprimere il proprio immaginario, perché anch’esso è portatore di significati legati all’individualità e ai vissuti personali. A questo punto inizia il viaggio nel Paese delle meraviglie, dove il bambino verrà accompagnato, tenuto per mano, sostenuto e, qualche volta, lasciato libero di affrontare da solo le paure, gli ostacoli, rappresentati dai vari personaggi malefici che lui stesso sentirà il bisogno di introdurre. La rielaborazione dei contenuti emersi avverrà attraverso il gioco, il disegno, la costruzione di un’altra storia, momenti durante i quali inserire, con delicatezza e rispetto dei tempi, elementi di aiuto utili ad attribuire significato, attraverso il linguaggio simbolico del gioco, dell’immaginario, del sogno.
[1]Pour vous qui aimez aussi le petit prince, comme pour moi, rien de l’univers n’est semblable si quelque part, on ne sait où, un mouton que nous ne connaissons pas a, oui o non, mangé une rose...
Regardez le ciel. Demandez-vous :
« Le mouton oui o non a-t-il mangé la fleur ? » Et vous verrez comme tout change...[1] Le Petit Prince – Antoine de Saint-Exupéry-
[1] Per voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia nell’universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa. Guardate il cielo e domandatevi: “La pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore?” E vedrete che tutto cambia…
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