Insieme al neonato nascono anche due genitori o forse sarebbe il caso di dire “presunti tali”. L’essere genitori, infatti, è un work in progress. Lo si diventa piano piano a piccoli passi tra difficoltà, errori, successi, soddisfazione, frustrazioni. Si parla in questo caso di “transazione alla genitorialità”, intendendo quel complesso e delicato processo che conduce una coppia a diventare genitoriale. Questa rappresentazione porta con sé il cambiamento dove insiti ci sono rischi e possibilità.
Quali sono i fattori che possono intervenire nel desiderio o nella scelta di avere un figlio?
In primo luogo fattori personali. Primo fra tutti il desiderio di maternità e di paternità, il livello di maturità che uomo o donna sentono di aver raggiunto per potersi prendere cura di un altra entità. Quando in sostanza, si è sereni nell’aver trovato se stessi cercando l’altro. Oggi si può pianificare e stabilire, quando è il momento giusto per mettere al mondo un figlio. Stiamo parlando quindi di una possibilità, di scelta ponderata. La possibilità di decidere quando avere un figlio porta ad enfatizzare molto il momento della scelta. Il desiderio di un figlio però, non può sempre sottostare alla logica della ragione, in quanto in essa sono riposti aspetti legati all'istintività . Può accadere dunque, di compiere la scelta in momenti razionalmente poco adeguati, ma coincidenti in una particolare fase della storia di coppia. La nascita di un figlio comporta l'evolversi di eventi a cascata o ad effetto domino connotati da passaggi, cambiamenti più o meno evidenti con una necessaria riorganizzazione di tutto il sistema a cui si appartiene.
Da due a tre. Le aspettative, la realtà.
Dalla diade alla triade si interfacciano abitudini, spazi, tempi e modi differenti. Con un filo conduttore rappresentato dal desiderio e al contempo la paura di diventare adulti. Il lavoro che dovrà affrontare la coppia in questa fase ,ed in funzione del nuovo ruolo, sarà quello di ri-pensarsi individualmente, ri-considerare il compagno, ri-contrattare la relazione. L’ambivalenza presente in questa fase si esprime quindi con la co esistanza di sentimenti di desiderio e rifiuto, di gioia ma anche di timore, di entusiasmo e preoccupazione. Questo continuo oscillare in modo ambivalente è una condizione naturale che talvolta crea sensi di colpa. Necessaria è la gestione di essi insieme al fluttuare ambivalente dei sentimenti. Non ci sono regole o manuali che diano vita a genitori perfetti. Viva l'imperfezione, in essa troviamo sempre le migliori condizioni per evolvere. Non ci si può esimere da errori. È possibile, altresì, scegliere come e quali commettere. Avere la consapevolezza di ciò che si sta facendo è il primo passo per compierlo nel migliore delle condizioni, mettendo in scena risorse e fragilità. Contrattando ogni giorno con esse insieme a quelle del proprio partner, avviando una danza fatta di autenticità e vicinanza emotiva. Nell'affanno di cercare come poter essere perfettamente adeguati, il rischio è quello di non compiere l'unico vero ruolo dedicato ad un padre e ad una madre: Amare il proprio figlio.
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