Bambino introverso/bassa autostima

Marta

Gentili Dottori, vi scrivo perché non so come gestire al meglio la situazione di mio figlio, che compirà quattro anni tra un mese. Frequenta regolarmente la scuola materna, e le maestre ci hanno segnalato alcune difficoltà.. ovvero il fatto che parla poco, tende a giocare sempre con gli stessi 2/3 bambini.. fatica a lasciarsi andare nelle attività motorie di gruppo (alle quali partecipa solo se preso per mano dalla maestra)..a volte sembra perso nel suo mondo e pensieroso, si distrae facilmente quando propongono lavoretti di scrittura. Effettivamente io noto che l’atteggiamento di mio figlio, quando entra a scuola, non è lo stesso che ha fuori. Mi spiego meglio. É un bambino - in generale - molto introverso, timido, estremamente sensibile ed empatico. Ha un linguaggio adeguato alla sua età, pone tantissime domande ed è estremamente curioso. In ambito familiare é un chiacchierone, molto attivo, sempre curioso ed allegro. A scuola, però, sembra essere “diverso”, un po chiuso in se stesso: é come se, a mio avviso, avesse una sorta di “blocco” che, nel mezzo dei 25 bambini della classe, non gli consente di essere realmente se stesso e di sentirsi al sicuro. All’esterno non è così: certo, anche al parco se ci sono gruppi numerosi di bambini non si lancia tra loro, così come quando i giochi sono troppo affollati, (e allora preferisce quelli con meno persone). Però, se trova uno o due bimbi e un ambiente “tranquillo” non ha problemi ad andare a chiedere al bimbo/a di giocare insieme. Allo stesso modo, gioca tranquillamente con qualsiasi bimbo che ci venga a trovare a casa. Avrei bisogno di capire come poterlo aiutare ad uscire un po’ da questo guscio che si crea all’interno dell’ambito scolastico. Preciso, per dare un quadro completo, che io sono molto preoccupata per questa situazione, e temo che lui ne stia risentendo, mentre mio marito riesce a gestire la cosa in maniera molto più razionale. A me sembra che questo bambino a volte sia troppo adulto, manchi di spensieratezza e non riesca a godersi a pieno il bello della sua età. Anche la maestra della scuola mi dice che a volte sembra un piccolo adulto. Ho preso un appuntamento con una psicomotricista, pensando che un’attività di questo tipo possa aiutarlo sotto diversi aspetti. Che cosa ne pensate? Vi ringrazio anticipatamente.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno,

comprendo la sua preoccupazione. 

Suo figlio presenta caratteristiche che lo rendono un bambino sensibile e introverso, il che è del tutto normale. Questi bambini hanno bisogno di più tempo per adattarsi a nuove situazioni e ambienti, e potrebbero sentirsi maggiormente a loro agio in contesti più piccoli e familiari.

La scuola materna è un ambiente nuovo e complesso per un bambino di quattro anni. La presenza di tanti bambini, le attività di gruppo e le richieste delle maestre possono essere fonte di ansia e stress per un bambino più timido; questo potrebbe spiegare il fatto che a casa suo figlio sia più "attivo", in quanto si sente più sicuro e protetto, mentre a scuola faccia più fatica perchè si sente maggiormente vulnerabile e inibito.

La scelta di una psicomotricista è ottima, in quanto la psicomotricità aiuta a sviluppare la coordinazione, la consapevolezza corporea e le capacità di relazione con gli altri, aspetti che poi possono essere generalizzati all'esterno.

Detto questo, la situazione meriterebbe di essere analizzata più a fondo. Se lo desidera, io ricevo in studio a Genova.

Cordialmente,

dott.ssa Cristel Rubulotta

Dott.ssa Cristel Rubulotta

Dott.ssa Cristel Rubulotta

Genova

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Gentile signora,

descrive suo figlio come timido, introverso, estremamente sensibile ed empatico. La sensibilità e l'empatia sono importanti qualità che, incanalate nella giusta direzione, possono favorire le relazioni sociali. Rispetto alle attività motorie in ambito scolastico ritiene che il suo essere restio a parteciparvi dipenda, dal timore di entrare in relazione con bambini diversi rispetto a quelli con cui  solitamente trascorre il tempo, o dal non sentirsi sufficientemente "capace" nello svolgimento delle diverse attività motorie? Sarebbe interessante anche sapere se, in ambito familiare, in bimbo è a contatto con altri coetanei o si relaziona prevalentemente con adulti. Le modalità relazionali adottate in queste due  situazioni sono differenti. Il contatto con coetanei e adulti stimola il bambino in modi differenti e complementari. La relazione con gli adulti consente al bambino lo sviluppo di buone abilità comunicative e l'acquisizione di un ricco vocabolario. Nel contesto tra i pari il bambino può sviluppare importanti e differenti competenze come la negoziazione, la cooperazione e la risoluzione dei conflitti in un piano di parità. Penso che suo figlio potrebbe trovare giovamento anche dalla frequentazione di attività ricreative o sportive di gruppo che risultino utili allo sviluppo delle abilità sociali in un contesto ludico e spontaneo. Resto a disposizione per un eventuale consulto.                                                                       

Un cordiale saluto

Dott.ssa Laura Soldati

Dott.ssa Laura Soldati

Dott.ssa Laura Soldati

Rimini

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Gentile Marta, la sua attenzione amorosa a suo figlio viene fuori anche da queste descrizioni minuziose e particolareggiate. Lei sta ponendo il giusto interessamento verso alcuni aspetti comportamentali di suo figlio, che destano la sua attenzione di mamma.

Ritengo che accanto a queste opportunità di crescita, che sta offendo a suo figlio, sia utile per il suo benessere e per quello del suo bambino, che anche lei si conceda   uno spazio di ascolto ed elaborazione del suo vissuto materno. Provi a pensare di parlarne con uno specialista che possa accoglierla e sostenerla. Per altri dubbi, può contattarmi privatamente. La saluto.

Dott.ssa Maria Assunta Mobilio

Dott.ssa Maria Assunta Mobilio

Potenza

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Buongiorno Marta,

partendo dal presupposto che ogni bambino è diverso dall'altro, la mia esperienza in età evolutiva mi ha permesso di osservare come i bambini più sensibili e introversi vengano attenzionati di più, come se vi fosse la regola generale che tutti i bambini debbano essere estroversi e pieni di amici! 

Vi sono numerosi ragioni per cui un bambino preferisca giocare in ambienti più tranquilli e con un gruppo meno numeroso di coetanei, non per questo si debba parlare necessariamente di patologia.

Può essere semplicemente che suo figlio abbia bisogno di più tempo per sentirsi sicuro in contesti nuovi oppure faccia fatica a socializzare proprio perchè più introverso e quindi "oscurato" da bambini più vivaci.

Mi soffermerei di più sul lato dell'adultizzazione, che se è stato notato sia da lei mamma che dalle maestre: evidentemente è un fattore da esplorare, che dipende più dal contesto familiare che scolastico. 

Per questo consiglio sempre a tutti i genitori di affiancare ad interventi sul minore (come ad esempio lei scriveva sulla psicomotricità), anche un percorso per voi genitori, per abbassare i livelli di ansia e riorganizzare genitorialità e rapporto genitori-figli, laddove sia necessario.

Le auguro buona fortuna e la saluto caramente.

dott.ssa Alessia Serio

Dott.ssa Alessia Serio

Dott.ssa Alessia Serio

Torino

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