Mio figlio ha quasi 5 anni, inserito in una sezione eterogenea di 25 bambini (8 della sua età e 16 di 4 anni). Le insegnanti ci hanno suggerito di cercare un confronto e un aiuto per delle problematiche riscontrate che loro stesse, provando diverse strategie, non sono riuscite a migliorare.
Mattia ha un'ottima proprietà di linguaggio, con buone capacità deduttive in linea con la sua età per quanto concerne l'autonomia fisiologica e le capacità cognitive.
Da quanto osservato dal 2019 ad oggi, il bimbo presenta difficoltà nella gestione e nella relazione con il pari, non riuscendo a stabilire un legame con i bambini della sua stessa età, e un confronto, senza che esso evolva in conflitto: dove ci sono più bambini ha difficoltà ad inserirsi nelle regole del gioco e finisce ad isolarsi senza impegnarsi nel partecipare al collettivo. In genere appare più a suo agio con i più piccoli con i quali può decidere le modalità di gioco. A scuola conosce le regole e i tempi delle routine della classe ma le rispetta con fatica.
Durante le attività proposte, che siano di ascolto o realizzazione di una consegna, appare non coinvolto né partecipe, spesso interrompe insegnanti e compagni cercando di attirare l'attenzione su di sé e se ripreso non sembra dispiaciuto e continua nel suo atteggiamento.
È molto incentrato su se stesso e sulle proprie necessità, richiedendo una risposta immediata alla proprie esigenze e lamentando insofferenza finché queste non vengono soddisfatte dall'adulto.
In famiglia ha subito indirettamente diversi stress famigliari;
io, la mamma, ho sofferto di attacchi di panico e depressione in passato e ho problemi di ipocondria (magari la mia superattenzione verso di lui e la paura che si faccia male lo ha in qualche modo condizionato). Come genitori non riusciamo a trovare una linea educativa in comune e spesso ci scontriamo per questo.
Mattia è molto attaccato a me, è un bambino estremamente affettuoso e sensibile. Cerca un abbraccio in tutti i suoi amici e spesso non viene compreso e ricambiato( ci rimane male e mi chiede come mai non vogliano farlo).
Da circa un anno è nato il fratellino, al quale è molto affezionato ma verso il quale prova ovviamente gelosia.
Nonostante la sua intelligenza a volte sembra preferire essere trattato come se fosse più piccolo: vuole essere imboccato, fa i capricci, la notte ancora non vuole togliere il pannolino.
Quello che più ci preoccupa è che il prossimo anno andrà alla materna e non sappiamo come affronterà i rapporti con una classe di coetanei e un ambiente dove viene richiesta maggiore attenzione e rispetto delle regole.
Come e con chi possiamo affrontare questa situazione?
Buongiorno, è stata molto precisa e dettagliata.
La nascita del fratellino ha sicuramente complicato i suoi e vostri equilibri, sembra non riesca a gestire a livello emotivo di non essere più l'unico ad avere le vostre attenzioni, da qui i comportamenti regressivi...Come per eguagliare il nuovo arrivato e rubargli la scena. Credo questo fattore sia un punto fondamentale che ha poi conseguenze a catena all'asilo e in tutti gli ambienti.
Le divergenze educative se non si trova una modalità educativa coerente alimentano la confusione nei bambino e i comportamenti disfunzionali.
Mi rivolgerei a uno psicoterapeuta dell'età evolutiva che si occupa anche di supporto genitoriale.
Farei un colloquio voi genitori per analizzare bene la situazione è trovare strategie comuni di comportamento con il bimbo e per gestire la relazione tra fratelli
Spesso nei bimbi piccoli cambiare certe modalità dei genitori è sufficiente a ristabilire un equilibrio e risolvere il problema. Se non bastasse, in seguito potete pensare a portare il bimbo stesso a fare una valutazione da uno psicoterapeuta infantile.
A disposizione se ha bisogno di maggiori informazioni on line
Saluti
Dottssa Belinda Doria
Buongiorno,
per prima cosa è bene specificare che il bisogno di attenzione è un'esigenza naturale del bambino ma, da quanto lei riporta, sembra che questa necessità in suo figlio sia eccessiva e, usando le sue parole, richieda una risposta immediata.
Sarebbe opportuno indagare sul perché il bambino ha la necessità di questa continua attenzione e trovare qual'è il modo migliore per rispondere alle sue esigenze.
Inoltre lei riporta alcuni atteggiamenti non conformi all'età di suo figlio, attraverso cui lui sembra richiedere ancora di più la vostra attenzione (cose di cui il fratellino più piccolo invece ha bisogno). Lasciargli fare queste cose e accontentarlo vuol dire però rinforzare questi suoi comportamenti "inadeguati" (per esempio: lui sa che se si lamenta riceverà la vostra attenzione e verrà imboccato e quindi continuerà a farlo).
Consiglierei, nel caso ciò non sia già stato fatto, degli incontri con uno psicologo per valutare lo sviluppo psicomotorio, cognitivo ed emotivo del bambino e, soprattutto, suggerirei una consulenza per voi genitori, per supportarvi nell'aiutare vostro figlio ad acquisire le competenze proprie della sua età, sentirsi sicuro di sè e imparare a relazionarsi adeguatamente agli altri.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Ficola
Psicologa Pediatrica
Roma
La Dott.ssa Melanie Ficola offre supporto psicologico anche online
Salve Arianna, mi spiace per la situazione che si è venuta a creare con suo figlio. Sicuramente, da come Lei scrive, potrebbe aver vissuto situazioni di disagio a causa degli episodi da Lei descritti e sarebbe opportuno, a mio avviso, cercare di capire se hanno avuto o meno un impatto sulla condizione psicologica del bambino. Inoltre un colloquio psicologico con voi genitori risulta di fondamentale importanza per avere più informazioni circa la storia e le caratteristiche del bambino, per valutare se il quadro riportato può essere reattivo a qualche evento di vita particolare oppure una caratteristica intrinseca del bambino stesso, valutabile attraverso questionari standardizzati. Infine, ritengo fondamentale che i genitori possano essere parte attiva del percorso di vostro figlio anche al fine di poter apprendere strategie educative che possano essere più funzionali all'età ed alle esigenze di Mattia.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Roma
Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online