Sto avendo dei problemi con il mio bambino. Lui ha 4 anni e noto che spesso è molto nervoso.
Io lavoro tutte le mattine quindi lo affido ai miei genitori che se ne occupano.
La mattina lo lascio lì molto presto e poi viene accompagnato all’asilo. È un bambino molto vivace ma anche molto testardo.
Quando gli viene spiegato il perché non può fare una determinata cosa inizia a farla lo stesso, guardandoci con sfida e subito si innervosisce e inizia a fare i dispetti. Quando viene rimproverato (solo in situazioni necessarie) arriva addirittura a gridare e ad essere violento con me. Piange, tira pugni e inizia a mordersi le mani. Subito cerco di calmarlo, cerco di capire come non farlo arrivare a questo punto.
So che è un bambino di soli quattro anni però ogniqualvolta gli viene chiesto di fare qualcosa anche la più semplice (es mettiamoci le scarpe e usciamo oppure mettiamoci il pigiamino) diventa una sfida. Dice sempre di no e non vuole collaborare in nulla, io cerco sempre di essere presente di coccolarlo di giocare con lui ma sono certa che c’è qualcosa di sbagliato, c’è qualcosa che non sto facendo.
Gentile Valeria,
per dei genitori che amano il proprio figlio e cercano di renderlo felice è difficoltoso gestire comportamenti come quelli da lei descritti.
Sembra che i nostri interventi siano sempre sbagliati, e si può entrare in crisi perché si pensa di non essere dei genitori adeguati.
Ma i motivi per cui un bambino si oppone con ostinazione alle richieste dell’adulto sono molteplici e, pertanto, è necessario valutare ogni caso come unico in sé.
La rassicuro dicendole che suo figlio le sta segnalando con i propri mezzi non che lei non è una brava mamma, ma che qualcosa gli crea disagio.
Sappia che spesso se si interviene subito, i problemi possono risolversi in breve tempo.
Pochi colloqui di voi genitori con uno psicologo vi possono mettere nelle migliori condizioni affinché il problema venga superato.
Un augurio sincero
Giordana Milani
Biella
La Dott.ssa Giordana Milani offre supporto psicologico anche online
Gentile Valeria,
come prima cosa non si giudichi, può essere che il bambino avverta per esempio il suo stress o delle emozioni magari negative che lei sta vivendo ma può anche solo essere dettato dal tipo di temperamento o da altri aspetti.
A scuola come si comporta? Con gli "amichetti"? Ha amici? Nei giochi rispetta le regole? Riesce star seduto quando gli si chiede di fare per esempio un disegno?
Quando a casa gli date regole o dite dei no, spiegate sempre il motivo? Avete un buon dialogo tra di voi? Quando "vieta" qualcosa poi mantiene "la promessa"?
Da quanto dura questo comportamento? Può essere iniziato dopo un evento per lui considerato negativo o "pauroso"?
Mi scuso per le domande poste ma quando si osserva "rabbia", "paura" o "frustrazione" in bambini così piccoli è sempre meglio aver un quadro maggiormente completo per indicare eventuali strategie o percorsi da intraprendere.
Resto disponibile se volesse rispondere in privato alle domande poste per poterle dare maggiori rimandi o per informazioni, richieste o eventuale consulenza online.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, Collegno ed online
Torino
La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online
Carissima Valeria
Lei non sta sbagliando nulla. Mi spiego: suo figlio sta "mettendo alla prova" l'adulto. Questo non è negativo, è impegnativo, ma non errato. Suo figlio sta mostrando di avere idee differenti dalle sue e le manifesta, in maniera molto decisa, perché sta "formando" la sua identità. Il ruolo genitoriale è fondamentale, per fargli comprendere che ci sono delle regole e dei limiti che vanno rispettati. Bisognerebbe "rispondere", alle sfide di suo figlio, con fermezza e determinazione, senza rabbia. Anche se complicato, si dovrebbe arrivare ad un compromesso, senza lo scontro o la discussione.
In conclusione, nè lei nè suo figlio state sbagliando. Lei da un limite, suo figlio cerca di superare tale limite, per vedere quanto "può decidere" e quanto l'adulto "riesce a reggere" senza rabbia, la sua oppositività. È un momento e passerà se, come adulto, "terra duro" e darà dei limiti che, nonostante possa sembrare che suo figlio non li voglia, li desidera e ne ha estrema necessità, per poter crescere.
Auguro con tutto il cuore buona fortuna
Dott.ssa Elisa Danza
Buona sera Valeria,
Occorrerebbe raccogliere maggiori informazioni attraverso una anamnesi completa in un colloquio clinico e una osservazione delle vostre interazioni per comprendere le dinamiche che si sono create tra lei, il bambino, il padre e ampliando ulteriormente l'indagine, tra voi e i nonni materni che si occupano di lui per parte della giornata. A tale scopo occorrerebbe affidarsi a uno specialista che si occupa di relazione madre-padre-bambino e all'interno di una consultazione mediamente di tre colloqui potrebbe restituirle la fotografia della situazione e darle indicazioni sulle dinamiche interne al sistema familiare e eventuali modifiche da mettere in atto. In alcune scuole dell'infanzia sono attivi sportelli di ascolto che potrebbero accoglierla per un primo ascolto e valutare un possibile invio per una valutazione più completa presso psicologi clinici che si occupano di questo ambito di lavoro (relazioni triadiche). I bambini talvolta trovano modi peculiari di comunicare con i propri genitori e difficili da decodificare, per cui rivolgersi a degli specialisti potrebbe permetterle di comprendere meglio ciò che sta accadendo e trovare così le risposte corrette, sia in termini di comprensione, sia in termine di comportamenti emessi da ambo le parti. Cordialmente.
Buongiorno sig.ra Valeria. La questione dei figli ricade sempre sulla genitorialità. Nessuno studia per diventare genitore e ci si improvvisa, sulla scorta di quanto ricevuto a nostro tempo quando eravamo bambini, condito da qualche lettura magari e altre componenti apprese qua e là. A mio avviso occorre un modello aggiornato, attuale che sia rispettoso dei bisogni (tutti i bisogni, che non sono solo mangiare e bere) dell'essere umano. Il modello Funzionale che seguo con passione è perentorio su questo: non si fa terapia ai bambini, ma si cerca di rendere i genitori maggiormente adeguati.
Se vuole mi può chiamare quando vuole.
Marcello Schmid
Lodi
Il Dott. Marcello Schmid offre supporto psicologico anche online