Conflitto con mia madre

Paula

Buona sera, sono una donna di 35 anni ormai e aspetto la mia prima figlia, sono al settimo mese di gravidanza. La mia vita nel giro di un anno è cambiata totalmente. Ho conosciuto il mio attuale compagno a luglio e dopo pochi mesi mi sono trasferita da lui dal Trentino alla provincia di Brescia. Ci siamo innamorati e così poco dopo abbiamo deciso di provare ad avere un figlio. Noi stiamo molto bene insieme e all'inizio anche mia mamma era felice. Noi abbiamo sempre avuto un rapporto molto particolare per via del nostro passato, diciamo sempre in simbiosi. Unica cosa è che non sta accettando il fatto che io mi sto facendo una famiglia e non va mai bene il tempo che trascorriamo insieme, vuole sempre di più, da la colpa al mio compagno, l'ha insultato e ha rovinato il rapporto che si era creato. In più essendo incinta penso che abbia bisogno di serenità. Con lei non si può chiarire perchè pensa di avere ragione lei solo per il ruolo che porta. Non so più che fare perchè non voglio che mia figlia viva questo clima. Cosa posso fare? grazie mille Paula

3 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Paula, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Cara Paula,
comprendo bene la difficoltà nel gestire un rapporto che lei stessa definisce di simbiosi con sua mamma. Ciò significa che il processo separativo che crea due individui separati e completi non si è mai compiuto. Tale percorso inizia, fisicamente e psichicamente, nel momento in cui viene tagliato il cordone ombelicale, e continua per molti anni della vita del bambino. Se ciò non avviene si rimane imbrigliati in una condizione in cui le due identità sono confuse, e non nettamente definite. La Simbiosi è una condizione che va bene soltanto In Utero, quella che lei sta vivendo come genitrice. Ora lei, spinta da tendenze individuative, ha deciso di rompere questo legame fusionale per diventare una donna autonoma intera e realizzata, ma l'altra parte non è sulla stessa linea e ciò crea il vostro conflitto. Quindi è giunto il momento di compiere questo cammino di distacco, dal quale non potrete uscirne che arricchite perché vi riapproprirete entrambe della vostra completezza. Le consiglio di rivolgersi ad un* collega per farsi sostenere in un momento così delicato, elaborando le forti emozioni in gioco, dalla paura al senso di colpa, e per ritrovare la serenità necessaria ad affrontare la nascita della bambina, che beneficerà sicuramente di questo percorso, venendo accolta da una madre solida e definita. Lei ha tutto il diritto di vivere in ambiti definiti il suo rapporto di coppia e quello con la famiglia di origine. Potrebbe affrontare il discorso con sua madre spiegandole che questo cambiamento nella sua vita nulla toglie al vostro rapporto, all'amore, all'affetto e allo scambio che c'è tra voi, ma è anzi un arricchimento, in un dialogo tra due donne adulte e non più semplicemente tra due ruoli in cui uno ha ragione a priori.
In bocca al lupo per tutto, spero di esserle stata utile e resto a disposizione anche online.

Cari saluti
Dottoressa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Torino

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Buongiorno Paula, capisco che lei in questo periodo stia vivendo una situazione molto pesante da un punto di vista emotivo. Come ha scritto con sua mamma aveva un legame molto stretto, dalle sue righe s’intuisce che a legarvi è stato anche il condividere un passato doloroso, la sua vita però è cambiata radicalmente nel giro di poco tempo. Sua mamma sta facendo fatica ad abituarsi al cambiamento (da madre si è trovata subito suocera e adesso sta diventando nonna), a rendere difficile la cosa è anche una certa distanza logistica, penso che sua mamma abbia paura di perdere il rapporto che ha con lei. Lei tuttavia ha il diritto di vivere questo meraviglioso momento con il suo compagno in tranquillità in attesa della nascita della sua bimba. Provi a far capire a sua madre che il legame con lei c’è, rimarrà, ma è per forza di cose diverso da quello che ha costruito con il suo compagno e che avrà con la sua bimba. Provi a coinvolgerla nella giusta misura, non lasciando cioè che che diventi troppo pressante e, soprattutto, cerchi di farle capire che non deve metterla nelle condizioni di scegliere che rapporti privilegiare, che anche “gli uccellini” una volta cresciuti lasciano il nido per costruirne uno proprio. Potrebbe anche essere che nata la bimba le cose si sistemano. Tutti i cambiamenti, dai più semplici ai più complessi richiedono tempo per essere metabolizzati. C’è una poesia di Gibram, gliela riporto qui, secondo me può adattarsi a quello che sta vivendo lei adesso nel rapporto con sua mamma.

“I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa. Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi. E sebbene stiano con voi, non vi appartengono. Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri. Perché essi hanno i propri pensieri. Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi. Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane."

Paula le faccio i miei migliori auguri per tutto.

Dr.ssa Roberta Dalla Vecchia

 Roberta Dalla Vecchia

Roberta Dalla Vecchia

Vicenza

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