Ho un bimbo di tre anni che si rifiuta categoricamente di recarsi in bagno per scaricarsi.
Lui avverte lo stimolo, ma vuole farsela addosso. La pipì la gestisce bene. Sono sei mesi che ci proviamo e riproviamo, ma non otteniamo risultati.
Paola
Ho un bimbo di tre anni che si rifiuta categoricamente di recarsi in bagno per scaricarsi.
Lui avverte lo stimolo, ma vuole farsela addosso. La pipì la gestisce bene. Sono sei mesi che ci proviamo e riproviamo, ma non otteniamo risultati.
10 risposte degli esperti per questa domanda
Buonasera, il mio parere è che vi rivolgiate ad uno Psicoterapeuta dell'età evolutiva per una consultazione che avrebbe lo scopo di ascoltare il vostro vissuto e di valutare la necessità di comprendere anche quello del bambino. I sintomi assumono una valenza molto specifica in ciascun contesto relazionale e anche la risposta può essere altrettanto differenziata. In ogni caso non può prescindere dalla comprensione profonda dell'origine di questa manifestazione. Cordiali Saluti
Salve, è un problema che si manifesta con frequenza in quella fascia di età. È importante non ingaggiare un braccio di ferro con il bimbo o investirlo di ansia e preoccupazioni, perché in tal modo si alimenta il problema psicologico. Va affrontato con strategie indirette, usando giochi, favole, suggestioni che aggirino il blocco psicologico. Se non riuscite, vi suggerisco di andare da uno psicologo e vedrete che in 2/3 sedute vi guiderà facilmente a risolvere il problema. Cordiali saluti
Buonasera Paola,
Sarebbe importante avere delle informazioni aggiuntive per un quadro più chiaro di questa situazione. Il bambino va alla scuola materna? Presenta delle difficoltà di separazione? Si sono verificati dei cambiamenti importanti nell’ultimo periodo nella vostra famiglia, come la nascita di un fratellino?
Il modo in cui viene acquisito o meno il controllo sfinterico è molto importante dal punto di vista simbolico come messaggio che il bambino da all’ambiente circostante.
Quello che lei descrive sembra una sorta di agito “aggressivo” da parte del bambino ma è molto difficile dare un’interpretazione sulla base di così poche informazioni.
Se le fa piacere mi contatti in privato, utilizzando il modulo “scrivimi” all’interno del mio profilo.
Cordialmente.
Buona giornata, il controllo degli sfinteri è una cosa un po' complessa che richiede pazienza e una particolare attenzione. La regolazione avviene con modalità e tempi diversi in ogni bambino e tra femmine e maschi. La capacità del bambino non dipende tanto nel riconoscere gli stimoli ma piuttosto nel controllare volontariamente i muscoli collegati agli sfinteri. Cari genitori il consiglio è quello di parlare più spesso con lui (magari di come si è svolta la sua giornata, cosa è accaduto, se ci sono state cose piacevoli o sgradevoli etc..), se si sporca cambiatelo subito, non punitelo nè sgridatelo ma rassicuratelo che con il tempo imparerà e quindi non succederà più. Non so a che età è stato tolto il pannolino di solito non dovrebbe essere prima dei 2 anni. Dovete anche consultarvi con il pediatra. Sono sicura che con un po' più di tempo il bimbo imparerà. Un cordiale saluto.
Cara Paola,
in realtà il problema di suo figlio non è così raro tra i bambini della sua età. A tre anni un bambino inizia confrontarsi con le regole e con il controllo degli impulsi, deve imparare ad aspettare a soddisfare i suoi bisogni primari nei modi e nei tempi opportuni, mangiare a una determinata ora, fare pipì e pupù in bagno e quando è possibile, etc... il controllo degli sfinteri si collega direttamente a questo immaginario mentale di regole a cui il bambino impara ad attenersi e il suo significato simbolico fa riferimento alla manipolazione di queste regole. Trattengo le feci perchè non voglio "regalarle" all'adulto, o magari le faccio in momenti e in luoghi che non sono accettabili socialmente perchè sto imparando un sistema di norme a cui dovrò aderire, e cerco di mantenere il controllo su di esse. Tornando al suo caso specifico molto spesso il fatto di trattenere si associa al fatto che il bimbo è molto controllato nell'espressione di sè e delle proprie emozioni poichè teme di disattendere alle aspettative del genitore o dell'adulto. Provi ad essere un pò più morbida nei confronti di suo figlio in tutti gli aspetti educativi, senza focalizzarsi troppo sul caso specifico dello scaricarsi. Spero di esserle stata d'aiuto!
Cara Paola,
Il vostro piccolino si trova probabilmente ancora alle prese con il naturale conflitto interno dell'età del NO. Mollare o non mollare, e a chi darla vinta ... A quel qualcosa di interno che vuole farti comandare su tutto? Oppure a papà e mamma che chiedono di indirizzare le energie in modo più da grandicello?
Forse il vostro bimbo sta tentando di prendersi uno spazio di comando, almeno sul suo corpo. Forse invece è proprio un testa a testa, ma se vincesse lui non avrebbe più una immagine di genitori solidi a cui affidarsi davvero.
Ci sono due strade: incoraggiarlo senza dare troppo peso, ma sottolineando accuratamente che trattasi di problemi da bambino PICCOLO. E, ahimè, i bimbi piccoli decidono ben poche cose: dal cibo, ai giochi, a con chi stare, a quando è il loro turno per parlare ... Eeeeh, se uno è piccolo, è piccolo!!! ;-)
Oppure lasciare il tutto in mano al papà. In questa età la mano del padre è fondamentale: introduzione delle regole, obbedienza, tagliar corto con le scuse eccetera eccetera. Però allora, quando si imparano le regole, si è anche bambini GRANDI.
Ecco qua. In bocca al lupo.
Buongiorno,
non è inusuale che talvolta i bambini abbiamo qualche difficoltà in più a gestire la defecazione, che peraltro crescendo riescono a controllare meglio rispetto al fare la pipì. Si rifiuta di farla in bagno, ma non mi è chiaro se la fa nel pannolino o dove. Va alla scuola dell’Infanzia/ Nido? E in quel caso, come avviene la gestione? Il suo bambino soffre per caso di stitichezza?
In generale, mi sento di dirle che è importante non trasmettere la propria ansia al bambino. Provi con serenità a farlo sedere sul water (prenda l’adattatore in modo che stia comodo) e rimanga lì accanto, leggendo ad esempio una storia o facendogli vedere un libro in modo che possa rilassarsi e distogliere il pensiero dal “fare la cacca”. Cercate in famiglia di non parlare di questa sua difficoltà e di non fare confronti con compagni o amichetti. Se riesce a farlo sedere sul water anche senza risultato lo premi comunque per averci provato.
Stia tranquilla non ho mai visto dei bambini che crescendo preferiscono ancora farsi i bisogni addosso.
Gentile utente,
Il controllo sfinteriale, ossia quando il bambino inizia a manifestare il suo bisogno di dovere fare la pipì o la cacca, coincide, dal punto di vista psicologico, si verifica, normalmente, tra i 18 mesi e i 3 anni. E' un evento assolutamente naturale, ed è considerato una delle più importanti conquiste di un bambino nella prima infanzia dal momento che rappresenta un primo passo verso l’acquisizione dell’autonomia ed è strettamente collegato alle attitudini psicologiche e organiche del piccolo. Esigenze che non sono innate ma che si conquistano progressivamente. Pertanto, a meno che non ci siano stati, per i motivi svariati legati a un cambiamento (un trasloco, la nascita di un fratellino, inserimento al nido o alla materna, un lutto…), l'acquidiszione di tale abilità dovrebbe essere intesa in senso naturale. In caso contrario un trauma può aver determinato un arresto del suo percorso dal punto di vista maturativo. La fiducia di voi genitori, il vostro sostegno e la consapevolezza che questo può succedere ed è normale, sono fondamentali per aiutare il piccolo a superare la crisi.
Cordialità
Buonasera,
Le consiglio di rivolgersi ad una psicologa perinatale.
Io sono Psicologa e psicoterapeuta perinatale. Sarei felice di aiutarla e capire insieme a lei cosa non permette a suo figlio di fare questo passaggio e trovare il modo per aiutarlo e aiutare lei a vivere con meno ansia questo delicato momento.
Ricevo però a Seveso (MB).
Cordiali saluti
Gentile Paola,
la questione del controllo degli sfinteri può essere estremamente delicata per il bambino: sia per la difficoltà di lasciare andare una cosa 'sua', sia perché può rappresentare una questione di potere , come a dire "decido io come , dove e quando farla". È determinante come reagisce il genitore di fronte a questi episodi, quanto sia preoccupato, allarmato o arrabbiato e che cosa trasmetta al bambino. A volte può anche arrivare a diventare una sorta di ‘braccio di ferro’ tra genitore e figlio. Rivolgersi a un professionista potrebbe aiutarla a individuare delle strategie maggiormente funzionali per essere meno in ansia e per poter aiutare suo figlio a "lasciare andare"
La saluto cordialmente e rimango a disposizione.
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