Crescere senza un padre

Emanuel

Buongiorno, ammetto che non sapevo dove catalogare la mia richiesta in quanto va a toccare svariate aree. Sono un ragazzo (ormai possiam quasi dire uomo) cresciuto senza un padre, mia madre è stata con un'altro uomo per 17 anni il quale però non era nemmeno lontanamente all'altezza per quel ruolo. Mi capita di tanto in tanto di ricadere in depressione pensando a questa cosa, non riesco a farmi una ragione del fatto che io un padre non lo ho, mi sento molto ferito dal fatto che ho “creduto“ nell'ex di mia madre (sapevo che non era mio padre in quanto fui informato a 13 anni della cosa, poco dopo che mio padre biologico era deceduto) sperando che prima o poi mi riconoscesse, mi guidasse invece che evidenziare quello che non ero, quello che sbagliavo, insomma non ero mai all'altezza. Si lasciarono quando io avevo 19 anni e da allora ho abbandonato ogni speranza di avere un padre, qualcuno che “ci tiene“ se capite cosa intendo. Ora ho quasi 30 anni e mi ritrovo ancora a combattere con questi pensieri, desidero spasmodicamente un padre nonostante ormai sia una persona adulta ma non riesco a sentirmi tale. Queste insicurezze che ho continuano a riflettersi nella vita di ogni giorno, non riesco a mantenere i rapporti di amicizia o sentimentali con altri perchè c'è sempre quel tarlo in testa che mi dice “non hai nulla da offrire, non sei come gli altri“, sono incredibilmente critico su ogni cosa che faccio e spesso lascio perdere. So che non è giusto stare qui a “drogarsi con la propria storia“, questi periodi di profonda tristezza vanno e vengono però vorrei trovare un modo per lasciarmi alle spalle tutto questa rabbia, inadeguatezza. Per metterla in maniera poetica, ho un bambino di 10 anni intrappolato dentro di me che darebbe qualsiasi cosa per avere le attenzioni e il supporto del padre. Ma il tempo passa, io divento sempre più grande e so che non potrò mai avere questa esperienza e la cosa mi distrugge. Forse cerco solo conforto (in internet poi, oh wow) come al solito metto insieme una papiro di confusione che cercherete di decodificare, quindi chiedo scusa in anticipo per le informazioni frammentarie che ho messo in questo teso. C'è speranza per quelli come me?

12 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Emanuel, ho letto con molta attenzione le sue parole che non sono affatto "frammentate". Il vissuto che lei riporta è legittimo ed è già molto bravo nel "leggerselo e nel riconoscerselo". Non ha mai pensato ad effettuare un percorso di sostegno psicologico individuale che le possa permettere di elaborare una volta per tutte questo "passato" (ma ancora tanto presente)? Io le consiglio di provare ad accettare uno spazio di ascolto per se stesso all'interno del quale poter collocare tutti pezzetti del puzzle al loro giusto posto: è giovane e pieno di risorse, per cui le speranze ci sono sicuramente accettando il dovuto supporto di un professionista.

Spero di esserle stata di aiuto.

cordiali saluti

Gentile Emanuel,

crescere senza un padre "a pieno regime" sicuramente non è stato semplice, ma attribuire al passato e alle vicende dolorose che le sono capitate la principale ragione del suo malessere di oggi non è funzionale.

Lei ha, se lo desidera, la possibilità di riconciliarsi con quello che è stato o non è stato.

Lei ha, se lo desidera, il diritto di vivere il presente con la giusta dignità.

Lei ha, se lo desidera, la forza per costruirsi un futuro adeguato.

E se questi passaggi fossero troppo complessi da effettuare in autonomia, si faccia aiutare da uno psicologo. Insieme riuscirete sicuramente ad integrare il passato con il presente ed ad aprire un futuro.

Cordialmente.

Caro bambino di 10 anni,

la tua storia mi ha colpito e ho deciso di risponderti, capisco come ti senti, un padre dovrebbe essere colui che " ti porta nel mondo", che ti permette di separarti emotivamente dalla mamma e che ti prepara a relazionarti con gli altri, colui che ti insegna col suo esempio come diventare uomo. Spesso anche i padri naturali non sono all'altezza di questo compito e lasciano i loro figli in balia della confusione, ma questo accade solo perchè anche loro sono stati dei figli senza padre, o con un padre inadeguato, e quindi non sanno a loro volta prendersi cura di un figlio.

La loro ferita è destinata a perpetuarsi all'infinito, fino a quando un figlio non si fa le domande che ti stai facendo tu....tu puoi rompere la catena!!!

La strada non è facile, ma sei già a metà strada, l'altra metà dovrai farla scegliendo un terapeuta che possa accogliere il tuo dolore e sostenerti fino a quando non diventerai "padre di te stesso", fino a quando riuscirai ad amarti abbastanza da non soffrire più, o comunque abbastanza da avere la forza di superare da solo le difficoltà che la vita riserva a tutti.

Ti auguro tanta energia e gioia.

Bella idea la forma poetica! Un bambino di dieci anni da far crescere.  E chi meglio di lei potrebbe dare a quel bambino ciò di cui ha bisogno.

E' un uomo, si prenda cura di quel bambino, lo accompagni nelle strade della vita come avrebbe voluto facesse suo padre, vedrà che pian piano prenderà sicurezza e il bambino di 10 anni crescerà, ne avrà 13, 16 e poi 18 e 20 e gradualmente si ritroverà ad essere l'uomo che lei è. Potrà smettere di cercare nel passato qualcosa che non ha avuto (non tutti i padri sono come lei se li rappresentaa, eh?!) e cercare dentro di sé la fiducia e la sicurezza con cui affrontare la vita.

Credo che sarebbe utile un 'compagno di strada' con cui confrontarsi e mettere a fuoco cosa le serve  e cosa può offrire, quali obiettivi perseguire, affinare le modalità con cui affrontare le difficoltà pratiche: insomma una "guida" nelle scelte di tutti i giorni.  Non le so dire, sulla base di poche righe, se sia necessaria una psicoterapia, ma un  confronto sereno e autentico potrebbe darle strumenti e condivisione che ora  le mancano. Per costruire relazioni belle e stabili nella vita.

Accolga il suo bambino e lo aiuti a crescere, diventerà un uomo consapevole magari anche contento di sé: il vantaggio di non avere avuto un padre è che... adesso è libero di scegliere come vuole essere.

Gentile utente,

lei  è l’esempio classico del problema psicologico per cui sono assolutamente necessari gli psicologi e la psicoterapia. Come giustamente ha individuato le mancano  una figura e una relazione affettiva di primaria importanza che non ha avuto, né mai avrà, così come solitamente dispone la biologia e il vivere sociale.

Se non potrà avere la presenza  e la cura di un padre biologico,  tuttavia  la carenza relazionale potrà essere efficacemente controbilanciata  da un’altra relazione: quella terapeutica con uno psicoterapeuta e ciò le darebbe quella sicurezza e serenità che le mancano.  La invito pertanto a scegliere con cura uno psicoterapeuta con cui si senta a suo agio, ad esporgli con chiarezza problemi , obiettivi, dubbi  e quant’altro vorrebbe sapere in merito alla psicoterapia  e a se stesso. Auguri!

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Caro Emanuel,

il vissuto che tu porti è di una fortissima intensità, esprime un senso di abbandono e di mancanza che sembra tu non riesca a colmare. Parli solo di ciò che ti è mancato, ma non descrivi nulla di quello che invece hai avuto. L'uomo che è stato con tua madre, per esempio, dici solo che non è stato all'altezza di quel ruolo. In che senso? Non si è curato di te? E tua madre? Che legame hai con lei? E quali altri legami significativi hai,adesso, nella tua vita? In ogni caso ti consiglio di provare a guardare alla tua situazione in un'ottica differente, di cercare gli aspetti positivi. Quello che ti è mancato non potrà mai esserci, in qualche modo dovrai imparare a conviverci. Quello che hai invece ti appartiene, ed è giusto continuare a nutrirlo ogni giorno. Forse questo cambio di prospettiva non è così facile da realizzare, prova a rivolgerti ad uno specialista della tua zona, vedrai che ti sarà d'aiuto. 

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Caro Emanuel

la prova a cui sei sottoposto è di certo molto dura. La soluzione sta solo nel cercare nella profondità della tua persona la forza per diventare padre di te stesso. E' molto impegnativo, ma prova a relazionarti con il tuo Io più profondo dedicandoti del tempo e delle attenzioni paterne. Anzichè riflettere sulle tue sofferenze impegnati ad aver cura di te stesso. Anche le piccole attenzioni che di certo ti sono mancate, cerca di regalartele quotidianamernte. Sono certa che ciò che ha maggiormente influito sulla mancata elaborazione del lutto è stata la presenza di un padre non all'altezza del suo ruolo. Se avessi avuto al tuo fianco un uomo capace di amarti come un vero padre, tutto sarebbe stato più semplice e meno doloroso. Per cui il compito di diventare l'oggetto del tuo amore spetta proprio a te. Nel rispetto verso la tua persona e nella cura che saprai dedicarti ritroverai l'equilibrio e la possibilità di far crescere il bambino di 10 anni che vive in te e chiede ancora di essere ascoltato.

Ti auguro una buona giornata!

    

Gentile utente,

c'è assolutamente speranza per Lei, anzi direi che c'è speranza IN Lei. Lo si intuisce dalla sua richiesta, per come è posta e per quelle poche ma significative cose che traspaiono dalle sue parole. Inoltre lavoro da anni con persone che hanno subito abbandoni precoci e posso garantire che, anche se ogni storia è a sé, si può certamente cambiare la prospettiva da cui si guarda la propria vita. Certo avrà bisogno di una guida preparata ed esperta per compiere insieme il cammino che la porterà a far pace con la sua difficile storia e a vivere finalmente la sua vita di giovane uomo adulto come merita. Non si fermi e continui a cercare aiuto FUORI da internet. Le auguro di trovare un/a terapeuta che possa supportarLa.

Cordiali saluti

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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Gentile Emanuel, mi sento di rassicurarla che chiunque in una situazione come la sua potrebbe sentirsi, come dire, incompleto oppure, parafrasando una sua dicitura, frammentato. Le questioni non risolte, ancora di più se toccano i nostri affetti più profondi, necessitano una posizione, necessitano una collocazione, anche se questo potrebbe voler dire “metterli” finalmente fuori dalla nostra vita, dalla nostra sfera psichica. Ma è importante dare loro un nome, un significato. Lei mostra di avere una certa capacità introspettiva che, però, necessita un orientamento per fare combaciare il puzzle e portarla ad essere più sereno. Mi sento, quindi, di consigliarle sicuramente di intraprendere una psicoterapia che potrebbe darle una mano in questo. Per altri chiarimenti non esiti a contattarmi pure. Cordialmente

Buongiorno Emanuel,

la sua lettera mi ha passato l'immagine di un bambino rinchiuso in un corpo adulto che è andato avanti senza che il mondo si accorgesse che gli affetti erano rimasti "intrappolati"in una buca.Al momento come ha scritto si trova a "drogarsi" con la sua storia in modo che possa giustificare in qualche modo la sua rabbia e il suo malessere.Trovo che la sua consapevolezza del suo desiderio "spasmodico" e dei possibili effetti sulle relazioni siano un buon punto di partenza per esplorare il suo profondo innegabile bisogno e far sì che prenda un senso nella sua storia e le permetta di andare oltre.In questo senso c'è davvero speranza per lei!Mi rendo disponibile per un eventuale percorso. Buoni pensieri e buone emozioni...

Dott.ssa Stefania Pollice

Dott.ssa Stefania Pollice

Varese

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Gent.ssimo Emanuel,

la maggior parte delle persone starebbero come te ma non è detto...dipende da quanto tua madre sia riuscita a sopperire al vuoto di non avere un padre accanto. E' possibile che tu sia arrabbiato molto con tua madre per questo motivo e rivolgi la stessa aggressività verso potenziali partner o amicizie..? se non ti puoi fidare di tua madre come potresti fidarti degli altri? ti servirebbe avere o una storia stabile che ti possa aiutare ad alzare l'autostima o un etrapeuta che ti faccia sentire "pesnato" ovvero sentire di essere nella mente di qualcuno.Chiedi a tua madre la possibilità di vivere une'serienza relazionale sana con un terapeuta vedrai che il bambino capriccioso che è in te crescerà in fretta ;)  Un caro saluto.

ciaoo

hai perso il papa troppo presto questo mi dispiace non dovrebbe accadere ma succede, poi un presunto padre che non non lo ha fatto che ti ha lasciato qualche insicurezza. Ma in tutto questo un padre c'è l'hai quelo biologico con cui hai vissuto sino a 13 anni , cercarlo tra i ricordi, i racconti di tua madre, vai sulla sua tomba parla con lui, lui è conte non so che padre fosse ma tu sei una parte di lui, fatti raccontare di lui come era , forse alcune cose le hai dimenticate, rimosse, poi cerca un terapeuta per affrontare i tuoi sensi di colpa, le insicurezze..

Immagino che ti manchi molto nessuno aime possa ridarti tuo padre ma trovare un modo per parlare con lui lo puoi trovare poi un modo per lasciarlo andare via ...

ti auguro di fare un percoso che non sarà facile ma che ti aiuti a darti risposte ....

Dott.ssa Filomena Lopez

Dott.ssa Filomena Lopez

Roma

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