Ho un figlio aggressivo che non vuole fare i compiti e dice parolaccie

Mariachiara

Buongiorno ho un figlio di 6 anni e molto aggressivo dice sempre parolacce ma sopratutto non vuole farsi i compiti, inizia con delle scuse per poi finire con dei capricci senza fine . La mia domanda è vorrei sapere come comportarmi io nei suoi confronti per aiutarlo e fargli fare i compiti con Tranquillità e sereni tutti e due . Grazie in anticipo per la risposta

7 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Signora, ho letto le sue righe di richiesta d’aiuto per suo figlio di 6 anni. Mi sono venute in mente alcune domande, tipo se è sempre stato così, o dall’inizio della scuola… se ci sono stati episodi dopo i quali lui abbia iniziato questa aggressività; inoltre come si manifesta? Generalmente si tratta di disappunti, che i bambini non sempre sanno come raccontare. Attendo maggiori informazioni. Grazie,
Buongiorno MariaChiara, il momento dei compiti è un momento "particolare" per tutte le famiglie e possono spesso capitare le situazioni che lei descrive ... interi pomeriggi di mamme che inseguono i bambini per fargli completare il loro lavoro, bambini che si innervosiscono e mamme che si arrabbiano ancora di più. La prima cosa che le consiglio di fare, se non l'ha già fatto naturalmente, è di parlare con l'insegnante per comprendere qual è il comportamento in classe e se ci sono ragioni che possano giustificare un tale rifiuto. Per quanto riguarda la gestione dei compiti,questi dovrebbero avvenire in un tempo definito ed in uno spazio tranquillo e organizzato senza distrazioni. Molto spesso i genitori cedono ai capricci concedendo svaghi (tipo giochi e TV) nella speranza che poi il bambino mantenga la promessa e cominci a lavorare, ma quasto poi non avviene; se la situazione è questa la prima cosa da fare è stabilire una regola ad es. "se finisci i compiti entro le ... potrai ...". La calma,anche se è difficile da mantenere è sempre d'aiuto; spesso i bambini mettono in atto comportamenti provocatori che sfiniscono i genitori, ma è meglio ignorare le provocazioni se quaste non sono gravi (cioè se il bambino non rischia di fare male a sè o agli altri) rinforzando invece i comportamenti positivi con lodi verbali quali "bravo" "hai fatto un ottimo lavoro" "vedo che ti sei impegnato molto ... ora ti meriti proprio un pò di relax davanti alla TV". Se la situazione continua le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo nella sua zona che possa fare una valutazione accurata e darle indicazioni più mirate alla sua situazione, al fine anche di monitorare l'aggressività di cui parla nella sua mail. Cordialmente
Cara Mariachiara, purtroppo capire a fondo le cause che spingono il bambino ad un tale comportamento diviene difficile, oltre che riduttivo, basandosi sulle poche informazioni fornite. Come comportamento generale sarebbe buona regola mantenere un atteggiamento fermo e sicuro: è il genitore che ha il comando, non il bambino, quindi la regola va fatta rispettare senza preoccuparsi troppo della sua reazione, ovvero tollerando l'aggressività e ascoltando le sue motivazioni, ma tuttavia restando irremovibili su ciò che è giusto fare. Potrebbe inoltre assicurarsi che suo figlio non abbia difficoltà di apprendimento, ovvero cercare di capire se ha bisogno della vicinanza dell'adulto per lo svolgimento di alcune attività che gli risultano ostiche. Le consiglio di provare ad ascoltare il bambino, avvicinarsi a lui con un atteggiamento comprensivo ma fermo, ed eventualmente rivolgersi ad uno psicologo per una consulenza e un sostegno che la aiutino a capire bene come sia corretto intervenire. Cordialmente
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Buongiorno.Lei conclude con un desiderio che è quello, legittimo, di infondere tranquillità a suo figlio e poter fare i compiti, serenamente, insieme.Per fare ciò Lei si deve interrogare sui motivi che scatenano l'aggressività in suo figlio. Non dà informazioni sulle difficoltà che il bambino incontra nel fare i compiti.Il problema potrebbe stare proprio lì. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo dell'età evolutiva o ad un neuropsichiatra infantile che abbia una formazione specifica in disturbi dell'apprendimento. Con l'aiuto di un esperto deve poter risalire ai motivi che spingono suo figlio a comportarsi così. Una volta escluso un problema di apprendimento, si potranno poi fare altre ipotesi.Cordiali saluti,
Mariachiara, a volte può succedere che in età scolare - proprio all’ingresso della 1^ elementare - i bambini manifestano qualche disagio emotivo. Ritengo che questo sia il caso di suo figlio. Avrei bisogno di conoscere alcuni dettagli importanti del tipo: è andato all’asilo nido? ha continuato poi con la scuola materna? come ha reagito i primi giorni di scuola materna? come ha reagito i primi giorni della 1^ elementare? durante questi anni ci sono stati episodi particolari? ha sempre giocato tranquillamente con i coetanei? qual è il comportamento quando è a scuola? Quando dice che è aggressivo cosa intende solo verbalmente o anche fisicamente? Tuttavia da ciò che Lei descrive del suo comportamento (aggressività - parolacce - capricci senza fine) credo di poter ipotizzare che forse il piccolo non si sente all’altezza (pur essendolo) dei compiti che gli vengono richiesti nella scuola elementare, ha paura di non riuscire, non ha sufficienti sicurezze e per lui, ora, diventa faticoso acquisirle. In lui potrebbe essere presente un senso di rabbia che non riesce a gestire e veicolare in modo adeguato. Cosa fare? In questi casi non ci sono ‘comportamenti preconfezionati’ da adottare poiché ogni bambino ha i suoi tempi di reazione e i suoi modi di espressione che sono univoci e irripetibili. La prima cosa da fare è CAPIRE COSA STA SUCCEDENDO NEL BAMBINO in questo periodo!! Parli a lungo con il bimbo, lo ascolti attentamente, e senta cosa lui - con il suo linguaggio - espone come motivazioni di non voler fare i compiti, da chi ha imparato le parolacce, quando diventa aggressivo come si sente ed altro ancora che Lei, come mamma, potrà senz'altro osservare. Chieda anche all’insegnante alcune informazioni relative all’atteggiamento comportamentale del bimbo a scuola (sia verso le insegnanti che verso i compagni). Quando piange a lungo lo lasci sfogare ‘ignorandolo’ ma avvertendolo che insieme dovrete capire cosa c’è che non va e che lei aspetterà, che finisca il suo pianto, per poi parlare. Altro passaggio: quando dice le parolacce - o usa un linguaggio non adatto a lui - gli dica che disapprova ma che é sicura che lui prima o poi capirà da solo. Quando il bimbo è tranquillo provi a scoprire cosa possa significare per lui fare i compiti. Assolutamente non punisca il bambino ma sia ferma facendogli sentire la sua vicinanza di mamma per riuscire a capire insieme.!! Se possibile in questo dovrebbe essere coadiuvata da suo marito, o insieme o alternandovi. Per fare ciò ci vuole del tempo e molta pazienza. Tenga sempre presente che il bimbo in questo momento potrebbe avere delle difficoltà emotive che interferiscono con l’apprendimento e l’adattamento scolastico e sociale. Se le indicazioni suddette non dovessero produrre alcun giovamento Le suggerisco di consultare uno psicologo dell’età evolutiva (andrebbe benissimo quello della scuola se c’è). Spero di esserLe stata utile e La saluto cordialmente.
Buongiorno, spesso la relazione genitori/figli si complica nel momento dei compiti. Aspettative, sensi di colpa, conflitti irrisolti ... tutto si condensa lì. Mi sono trovata a volte a consigliare che fosse una terza persona ad occuparsi di ciò. Un cugino, un figlio più grande di una amica ... e come genitori occuparsi solo dei vissuti, delle emozioni, delle preoccupazioni che i compiti e la scuola creano nel figlio, non della 'prestazione'. Cordialmente
Cara Mariachiara, credo che sarebbe importante capire quali dinamiche portino il bambino ad essere aggressivo, dire parolacce e rifiutarsi in maniera cosi' categorica di fare i compiti. Il bambino e' aggressivo anche a scuola? I bambini a 6 anni vanno guidati con fermezza, devono imparare a rispettare l'autorita' genitoriale, non abbia paura ad imporsi; detto questo cerchi di aiutarlo affiancandolo nei compiti definendo un arco di tempo in cui il bambino affrontera' i suo doveri legati alla scuola in modo che poi possa giocare e interagire con altri coetanei. Cerchi di capire se suo figlio ha dei problemi specifici nel gestire i compiti, difficolta' in qualche materia, questo le consentira' eventualmente di poterlo supportare con interventi mirati. Cordiali saluti