Salve Fabrizio,
la descrizione che ci fa della situazione è sufficientemente ricca ma non tale da permettere di inquadare tutta la situazione. Ci sono due tipi di relazione che si intrecciano: la relazione tra adulti e bambini e la relazione, di sottofondo, tra i due adulti.
Certamente per un figlio è indispensabile introiettare la figura di un genitore buono, è a quella a cui si farà riferimento nel tempo quando la vita stessa sottoporrà a delle prove, e lei fa bene a trasmettere dei valori e positività alla bambina ma soprattutto a non distruggere l’immagine della mamma che è anche un immagine di donna con cui lei tenderà ad identificarsi per un suo sano sviluppo. Nello stesso tempo sua figlia è in un età in cui si affaccia già alla formulazione di idee e concetti suoi personali, comincia a sviluppare i rudimenti di quella che ben presto sarà la sua capacità di giudizio critico degli eventi e tra un po’, se non lo fa già, potrebbe anche sottoporle all’attenzione lei stessa delle incongruenze che nota. Sarà quello il momento per cominciare a spiegarle con parole pacate quello che sta accadendo, sempre a piccole dosi, man mano che è lei che le sottopone all’attenzione delle situazioni specifiche. Fintanto che lei curerà la relazione con sua figlia, che si interesserà di cosa fa, di ciò che prova e di cosa pensa e le dedicherà il suo tempo e la sua attenzione, quella che sembra essere una minaccia esterna al vostro rapporto non potrà ostacolarvi.
Diverso è invece il rapporto tra adulti: molto spesso ci si dimentica che ci si è separati nel ruolo di marito e moglie (o partner) e non nel ruolo di genitori. Genitori lo si è per sempre! E se è già abbastanza difficile essere genitori che vanno in accordo nelle famiglie tradizionali, quanto ben più difficile può esserlo se si è “ex”. Non si scoraggi bensì sia molto determinato.
Provi ad incontrare non la sua “ex” ma la “mamma” della sua bambina e lasci che lei incontri non il suo “ex” ma il “padre” di sua figlia. Spostare l’asse mentale dalla vostra relazione a quella che avete nei confronti di vostra figlia sarà un primo passo per continuare o iniziare un dialogo che ponga l’attenzione all’esclusivo bene della bambina di cui voi, come genitori, siete i garanti. Provate ad ascoltarvi e a comprendere le motivazioni alle regole che date a vostra figlia e se proprio non siete sulla stessa linea e non trovate un accordo allora sarebbbe il caso di seguire un percorso sulla genitorialità, le scuole stesse a volte ne propongono oppure potreste rivolgervi ad un professionista. Se siete sufficientemente maturi come adulti le cose dovrebbero andare meglio e dovreste riuscire a mettere da parte le vostre lotte per concentrarvi sull’obiettivo vero della vostra relazione oggi: l’educazione di una figlia.
In merito ai consigli dei parenti: chi ci sta attorno e ci vuole bene prova a fare del suo meglio per aiutarci ma è come chiederci di indossare le loro scarpe, difficilmente ci calzeranno a pennello.
Infine al suo occhio di papà compete osservare e valutare come sua figlia vive tutto questo e che peso emotivo può avere per lei e per il suo sviluppo. Chiedere aiuto ad un professionista a volte è l’unico modo per non peggiorare le situazioni.
In merito ai suggerimenti bibliografici volentieri le indico alcuni testi tra cui potrà scegliere:
Genitori con la patente di Raffaele Arigliani
Prendersi cura di sé per prendersi cura dei figli di Raffaele Mastromarino
Fare i padri Essere figli di Roberta Vinerba
Buona lettura