Salve a tutti. Sono una ragazza di 24 anni e ho un problema con mia madre. Sostanzialmente siamo due persone molto diverse per certi punti di vista, e lei non accetta che io stia crescendo. I suoi intenti, ovviamente, sono buoni. A suo dire ogni cosa che fa e che dice è solo per proteggermi e impedirmi di soffrire. Ciò che non capisce è che non è possibile, per quanto si possa stare attenti, non soffrire. Lei è una persona molto credente, e la sua visione cristiana del mondo influenza pesantemente la mia vita. Sono fidanzata da due anni e mezzo con un ragazzo più grande di me. Ovviamente posso scordarmi la convivenza. Ma per lei, anche il fatto di lasciarci partire insieme per qualche viaggetto è qualcosa di “immorale“. Non riesce ad accettare la cosa e per di più, anche se non lo ammette, ha anche un pregiudizio nei confronti del mio fidanzato, che è figlio di divorziati e non è esattamente il rampollo di sangue blu e di incrollabile fede che lei vorrebbe per me. Sembra quasi che il fatto lui sia una persona onesta, seria e che mi ama davvero non conti niente. Anzi, per lei è proprio così. Sono sempre stata una figlia non perfetta, ma quasi. Senza falsa modestia, perchè non serve. Sempre prima della classe, massimo dei voti, vincitrice in ogni competizione a cui abbia partecipato, obbediente, affettuosa. Sono però sempre stata una persona profondamente indipendente, autonoma in ogni cosa. Non ho mai pesato nemmeno economicamente sui miei genitori, neppure per l'università, che mi sono pagata da sola lavorando (e lavoro tutt'ora). Non vado a ballare, non mi drogo, non fumo, non ho amicizie strane, non sono menefreghista nè maleducata. Eppure a 24 anni mi ritrovo a mentire se devo partire per un fine settimana col mio fidanzato. Ovviamente mia madre l'ha scoperto e ne abbiamo parlato. Le ho detto che mi dispiace e che ha ragione, ma che ho dovuto mentire perchè ogni benedetta volta che si tratta di partire, in casa partono tragedie greche insostenibili. Le ho detto che ho 24 anni e che voglio vedere il mondo e non trovo ci sia nulla di male a farlo con la persona che ti ama (e che detto per inciso, lei neppure si sforza di conoscere). Le ho detto che non può mettere a paragone la sua vita e la sua generazione (lei ha 56 anni) con la mia. Che i tempi sono diversi e che se voglio partire con la persona che amo non è perchè voglio “compiere atti impuri“ (che tra l'altro potrei compiere anche quando usciamo il sabato sera, per esempio, ma mia madre non sembra afferrare il concetto)ma perché sono una persona con interessi e passioni e amo scoprire il mondo. Lei dice che può capirlo ma fino a un certo punto, perché tutto questo non rientra nei suoi valori, e che cercherà sempre di proteggermi. Non mi sta proteggendo, sono abbastanza brava ad evitare i guai da sola. Mi sta impedendo di essere sincera, di essere una adulta e di comportarmi come tale, nel mondo e in famiglia. la sua apprensione infinita mi rende difficile parlare, confidarmi, confrontarmi. L'unico dialogo che esiste è quello che segue le litigate furiore in cui un problema che soggiace da tempo finalmente viene a galla. E non è possibile. Dice che lei sa bene che sono una persona brava, matura e responsabile. E io mi chiedo, ma perchè queste cose le sa solo DOPO che sono successe le cose peggiori? Perchè non se ne ricorda quando provo a parlarle? Insomma, non so come comportarmi. E' molto testarda e fermamente convinta di quello in cui crede. Temo che la sua influenza cattolica continuerà a mettere bocca su tutto nella mia vita. Ho paura che possa compromettere anche il rapporto col mio ragazzo. Cosa devo fare con una persona così? Continuare a parlarle? Fare di testa mia e litigare ogni volta, anche se mi fa male farlo perchè la amo infinitamente? Assecondarla e vivere la vita che lei vuole che io viva? Non lo so più, spero che qualcuno mi aiuti a chiarirmi le idee.