Salve, da alcuni giorni mia figlia grande di 12 anni evidenzia un comportamento che ci sta facendo preoccupare tantissimo. Praticamente, durante la giornata, alterna momenti lucidi ad altri momenti in cui chiede a me e la mamma di andare via di casa perchè non siamo i suoi veri genitori così come stamattina ha rifiutato un gioco dalla sorellina piccola di 2 anni perchè diceva che non la conosceva. Quando invece abbiamo pranzato si è "ricordata" di noi magari chiamando correttamente la mamma per chiedere la pasta o me (il papà) per l'acqua. Ieri mattina invece, di ritorno da scuola, non voleva salire perchè affermava che quella non era casa sua e si era sbagliata.....vi prego aiutateci, grazie 1000
Gentile Roberto,
Portate al più presto vostra figlia da un neurologo. Non aspettate.
Chiedete alla pediatra di base impegnative per EEG e Risonanza magnetica cerebrale.
Oppure, durante una di queste crisi, portate vostra figlia in pronto soccorso, in un ospedale dove ci sia un reparto ben attrezzato di Neurologia (la Neurologia NON È la Psichiatria).
Tutto si cura, basta non perdere tempo.
Teneteci informati.
Cari saluti.
Buonasera,
il vostro racconto fa sorgere indubbiamente sentimenti di preoccupazione.
Sembrerebbero episodi dissociativi, di depersonalizzazione.
Possono accadere, a volte sono transitori a volte si rilevano come risposta ad un'evento traumatico.
A volte fanno parte di una modalità particolarmente fantasiosa di approccio alla realtà, a volte costituiscono i segnali di qualcosa di più complesso.
Il consiglio è di rivolgervi alla vostra pediatra o ad un servizio di neupsichiatria infantile.
Mantenendo comunque con vostra figlia un comportamento calmo e di ascolto, di attenzione al suo ambiente famigliare, in casa con voi, ma anche consultandovi con gli insegnanti a scuola, con le persone che la frequentano cercando di ricostruire quali fattori possono aver determinato questi episodi.
Voi conoscete vostra figlia, potete quindi valutare se questi eventi sono del tutto anomali rispetto alla sua normalità o se possono essere rintracciati nei primi anni della sua infanzia segni in qualche modo associabili a questi comportamenti.
Vive un'età complessa, di passaggio dal mondo infantile a quello di giovane adulta.
E' importante comunque approfondire questi episodi con uno specialista.
Con serenità, controllando la vostra apprensione.
Un caro saluto.
Milano
La Dott.ssa Nicla Viviana Morfini offre supporto psicologico anche online
Buonasera Roberto,
spesso i ragazzi intorno a quell'età sviluppano pensieri che ruotano attorno alla loro origine, alla appartenenza alla famiglia, fino a sfociare in veri e propri romanzi familiari in cui si vivono come figli adottivi e per questo diversi dagli altri membri. Sono fasi passeggere legate all'ingresso nell'adolescenza, ben presto passano senza lasciare tracce .
Nel caso di sua figlia potrebbe trattarsi di una situazione simile, magari esasperata da aspetti oppositivi o di gelosia verso la sorellina più piccola, per quanto non si evidenzino altre manifestazioni esterne.
La pregherei comunque di valutare altri parametri esterni della vita di sua figlia, attività scolastica, ritmo veglia-sonno, relazioni con i coetanei e di programmare al più presto una serie di incontri con uno specialista dell'età evolutiva della sua zona o, meglio ancora con uno psicoterapeuta dell'età infantile.
La saluto e mantengo la mia disponibilità per ulteriori chiarimenti.
Pisa
La Dott.ssa Rosanna Bertini offre supporto psicologico anche online
La prima cosa che deve fare è portare la bambina a visita specialistica da uno psicologo dell’infanzia o da un neuropsichiatra infantile, se fossi in lei opterei per il secondo in modo da poter innanzitutto avere la lettura di un accertamento strumentale come l’EEG (ElettroEncefaloGramma), per eliminare ipotesi di danno cerebrale.
Entrambi gli specialisti saranno in grado di effettuare un APD (Approfondimento Psico Diagnostico), e indicarle l’intervento terapeutico necessario o suggerirle altro.
La sua descrizione si sofferma soprattutto sull’incapacità della bambina di ricordare importanti informazioni personali e ciò rientra nella sintomatologia del Disturbo dissociativo dell'identità.
Questo quadro clinico è riconosciuto come più familiare nell’età adulta, ma può essere inquadrato anche nei bambini.
È un profilo che colpisce le persone che da piccole sono state esposte a abusi, traumi o gravi negligenze.
Di seguito cercherò di esporre in modo semplice le caratteristiche di questo disturbo sperando che possa aiutarla a capire e a cercare il suo bandolo della matassa.
Il Disturbo Dissociativo dell’Identità è determinato dal fatto che i bambini non riescono in alcun modo a reggere emotivamente i maltrattamenti fisici o psichici perché non hanno le risorse adeguate; quasi sempre tali maltrattamenti sono ad opera dei genitori ed è per questo che ancor più i bambini non riescono a recuperare delle modalità efficaci per combattere o evitare queste situazioni. L’unico strumento che hanno è quello di rifugiarsi in scenari fantastici durante l’abuso e questo determina l’insorgenza di meccanismi dissociativi.
Si può trattare anche di eventi fortemente traumatici non per forza legati ad abuso.
Cosa succede: la dissociazione interviene sulla memoria (nei processi di codifica), in modo che l’evento traumatico non sia conservato (almeno non con consapevolezza); ovviamente la dissociazione finisce per influenzare negativamente tutto il bagaglio della memoria.
Quando sussiste un fenomeno di dissociazione il bambino non mantiene un funzionamento corretto nella vita quotidiana soprattutto nelle relazioni sociali.
Questa diagnosi è molto difficile, in genere si tende a inserire il quadro sintomatologico in disturbi mentali più comuni come un deficit di attenzione e iperattività o la depressione.
I segni che le suggerisco di osservare per orientarla a una diagnosi di questo tipo sono i seguenti:
- stati di trance come il sognare ad occhi aperti o silenzi prolungati quasi da non sapere dove la bambina sia.
- lamentele della bambina su persone che spesso si arrabbiano con lei senza motivo (frasi tipiche “tutti sono sempre arrabbiati con me”)
- cambiamento dei gusti relativi a qualsiasi aspetto come giochi vestiti cibo.
- amnesia ricorrente o blocchi mancanti di tempo, come ad esempio non riuscire a ricordare il giorno precedente.
Vorrei aggiungerle due aspetti importanti.
1. Tutte le diagnosi richiedono la ripetizione della sintomatologia per un determinato periodo di tempo; “alcuni giorni” sono pochi per definire un quadro, ma ha fatto benissimo ad allarmarsi ed io procederei già a un approfondimento specialistico.
2. I bambini hanno speciali reti invisibili di comunicazione con i genitori che vanno da cervello a cervello, traggono informazioni che entrano nella loro storia fino a diventare come proprie… valuti anche la possibilità che il problema possa essere di un altro membro della famiglia.
In qualsiasi caso le suggerisco l’intervento di uno psicoterapeuta esperto dell’infanzia e della famiglia in modo che possa aiutare sua figlia e tutto il nucleo familiare.
Spero di esserle stata utile.
Saluti
Napoli
La Dott.ssa Tiziana Vecchiarini offre supporto psicologico anche online