Mia figlia quando colora usa il nero

Teresa

Salve,

sono una mamma di due bimbe, una di un anno è una di tre anni.

Ultimamente mia figlia di tre anni assume dei comportamenti inusuali.

Innanzitutto voglio subito precisare che mia figlia va a scuola materna dov’è in classe ha come insegnante mia suocera, lei non vorrebbe andarci, ma io insisto anche perché così socializza con altri bimbi, perché a casa è abituata a stare sempre con persone adulte.

Allora dicevo che appunto ultimamente assume dei comportamenti che mi fanno preoccupare: è ribelle su tutto quello che le dico, qualsiasi cosa gli dico lei mi dice che non la voglio bene e che voglio più bene alla piccola insomma dei comportamenti che prima non manifestava.

L’altro giorno stava colorando e ha preso il colore nero e mi ha detto che lo usa quando é arrabbiata.

Mia suocera a scuola ha notato questa cosa del colore nero.

Volevo sapere Come comportarmi anche perché ora mi alza anche le mani e io per punizione la metto nella culla dove gli dico appunto che deve riflettere su quello che fa.

Grazie per la vostra riposta.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Teresa,

non mi preoccuperei per l'utilizzo del nero in sè nei disegni, i bambini usano il disegno come modalità di espressione emotiva e nel caso di sua figlia è chiaro che la scelta del colore nero è dovuta ad uno stato emotivo di rabbia come lei stessa riferisce.

Piuttosto le manifestazioni di ribellione che lei descrive sono probabilmente dettate dal fatto che la bambina avverte in lei il senso di colpa dovuto al doverla mandare all'asilo, unito alla presenza della sorellina che suscita in lei gelosia per mancanza (naturale) di attenzione. I primogeniti sono spesso soggetti a vissuti di questo tipo, quindi tutto rientra nella norma.

La invito a prendere in considerazione il suo vissuto e il suo stato d'animo, in modo da mostrarsi più autorevole e serena nel lasciare la bambina all'asilo e saper gestire con fermezza le sue esplosioni di rabbia. Più che allontanarla fisicamente la lascerei vicino a lei e alla figlia minore ma le toglierei attenzione fino a che non cambia atteggiamento, funziona di più che una punizione, poichè la punizione implica comunque attenzione da parte sua, che è quello a cui la bimba aspira con il suo atteggiamento negativo. La cosa giusta da imparare è invece che l'attenzione dei genitori si guadagna con le buone azioni, magari coinvolgendola nelle cure della piccola.

Spero di esserle stata d'aiuto.

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online

Gentile Teresa,

è importante che i bambini vengano educati a esprimere e riconoscere le proprie emozioni, a validarle e a dar loro significato, in modo da diventare abili nel regolarle. Il ruolo cruciale in questo aspetto è svolto dalla famiglia perchè è all'interno delle interazioni familiari che ogni persona apprende o non apprende il linguaggio degli affetti e il contatto con se stessa. Sono proprio i genitori, con ciò che dicono e ciò che fanno a fornire ai piccoli una competenza, un'educazione emotiva che man mano si organizza, si consolida e si sviluppa, durando per tutta la vita.

Sua figlia dice di sentirsi arrabbiata e in merito a tale rabbia possono essere fatte molte ipotesi. La prima che mi viene in mente è che semplicemente la bambina provi un sentimento di gelosia nei confronti della sorella più piccola. Se così fosse, si tratterebbe di una fase del tutto naturale che spiegherebbe l'insorgenza dei comportamenti inadeguati in concomitanza con l'ingresso nella scuola materna (se effettivamente l'inizio può essere collocato in tale periodo). Selvaggiamente, si potrebbe dire che non voglia lasciarvi da sole o che pensi di essere mandata a scuola per raggiungere questo scopo. Queste però sono solo ipotesi.

Ciò che é importante invece è che lei si faccia promotrice del processo di validazione delle emozioni che ho descritto all'inizio. La reazione punitiva, anche se messa in atto per far fronte a comportamenti inaccettabili, non ha molto senso, oltre a rafforzare nella bambina la convinzione di non poter trovare in lei la comprensione empatica e la vicinanza di cui ha bisogno. Sintonizzandosi invece con i suoi stati d'animo, riconoscendoli e cercando di comprenderli, può innanzitutto placare la preoccupazione della bambina di non essere amata,  e potrà aiutarla per il futuro a scegliere la via delle parole per comunicare le frustrazioni piuttosto che quella delle mani e della ribellione. In una famiglia in cui le emozioni negative non possono essere manifestate e non vengono riconosciute, un bambino crescerà con la convinzione che quelle emozioni sono sbagliate e quindi vanno rimosse, non sentite, non "rese valide". Invece, le emozioni negative fanno parte del bagaglio emotivo di ciascun individuo ed emergono naturalmente dinnanzi a tutte le situazioni di vita che "non ci piacciono".

Un piccolo suggerimento: può essere utile ricorrere alla tecnica del messaggio-Io che mette in luce lo stato d'animo del parlante piuttosto che il difetto dell'altro. Quando la bambina mette in atto comportamenti inadeguati può:

1)dire: "Quando fai così io mi inquieto (oppure io mi sento...) perchè... (spiegare le motivazioni)" piuttosto che "TU SEI..." 

2)cercare insieme una soluzione di buonsenso

3)concludere in maniera positiva.

Non si tratta di una ricetta miracolistica però questa tecnica trasmette alla bambina che sono alcuni comportamenti a non essere accettati piuttosto che la bambina in toto. Inoltre, mettendo in prima linea ciò che lei stessa sente, fungerà da primo "esempio", insegnandole che quello che prova può essere comunicato e accolto, oltre che da allenatore emotivo. Infine, comunicando alla bambina come ci si sente di fronte ai comportamenti inaccettabili costituisce la strada più efficace perchè i comportamenti vengano modificati. 

 In bocca al lupo

 

Buon pomeriggio Teresa,

da quello che racconta la sua bimba probabilmente sta vivendo una situazione che spesso si presenta quando in famiglia arriva un fratellino o una sorellina, ovvero un periodo in cui i sentimenti prevalenti nella bimba sono gelosia e rabbia.

Anche il suo comportamento oppositivo nei suoi confronti si può spiegare con la gelosia; il fatto che ultimamente non voglia andare a scuola è perchè non vuole essere "rimpiazzata", mi passi il termine, con la sorellina che essendo piccola rimane a casa con lei. Il fatto che utilizzi il colore nero può essere interpretato in due modi: il primo che tramite questo colore la bimba esprima il suo malessere, la sua rabbia per le attenzioni rubate dalla sorella (così lei le interpreta); la seconda interpretazione è che la bimba utilizzi il colore nero perchè è un colore che le piace e che in qualche modo la rappresenta: il nero può rappresentare in chi lo utilizza nei suoi disegni un temperamento forte, una personalità forte.

Quindi signora Teresa non si preoccupi per l'utilizzo del colore nero. Un consiglio che posso darle è di spingere la bimba a manifestare le sue emozioni, ci parli molto, si prenda del tempo da passare solo con lei. Magari disegni con la bambina e si faccia raccontare quanto disegnato, il disegno è un ottimo strumento di comunicazione per i bambini

Per qualsiasi cosa rimango a disposizione, spero di esserle stata d'aiuto.

 

 

Buongiorno, sua figlia sta attraversando un periodo di forte stress e occorre avere pazienza. Potrebbe sentirsi non più al centro dell' attenzione sia a causa della sorellina sia all'asilo dove vorrebbe una nonna tutta per sé. Dover dividere gli affetti è sempre una esperienza traumatica per una bambina. Se alza le mani la porti gentilmente, con fermezza, senza urlare e senza rimproverarla, in cameretta, ma non nella culla, non è una neonata. Le dirà che potrà uscire  è solo quando si comporterà bene. Lei le dedichi qualche attenzione in più facendola sentire importante. Mi riaggiorni.

Cordiali Saluti

 

Buongiorno Sig. ra Teresa,

da quello che leggo sembra che sua figlia le stia comunicando il disagio che sta vivendo.

Sua figlia è stata chiara nel comunicarle che non vuole andare a scuola e nonostante questo lei insiste nel volerla mandare. In questo caso sarebbe opportuno indagare, con la bambina, il perché del suo rifiuto dell’ambiente scolastico. I motivi potrebbero essere svariati e forse non sono collegati al fatto che ci siano suoi coetanei a differenza del suo ambiente abituale. Bisognerebbe, inoltre, capire quando ha avuto inizio questo rifiuto.

Passando alla questione del colore nero, sua figlia è stata nuovamente chiara nel comunicare la sua rabbia, anche qui andrebbe indagata la natura di questa emozione e verso chi o cosa essa sia diretta.

Andrebbe, altresì, tenuto in considerazione che la bambina sta vivendo un distacco da lei e che mentre la sorella è a casa, a godersi la mamma, lei è a scuola con la nonna e altri bambini.

Cara Teresa, intanto è positivo che è riuscita a cogliere in sua figlia dei comportamenti anomali, non sono passati inosservati come spesso succede, purtroppo! Sua figlia, da ciò che scrive, le dice esplicitamente che è arrabbiata, in particolare quando usa la matita nera. Mi chiedo se ha già provato a sondare questa rabbia, a chiederle come mai e cosa la fa arrabbiare. In questi casi è importante l'ascolto e un suo atteggiamento accogliente. Cerchi di ritagliarsi qualche piccolo momento con sua figlia dedicato all'ascolto e al fare qualcosina insieme. In bocca al lupo!