Gentile sig.ra Alessandra
Leggendo la sua storia mi sono venute in mente altre storie molto simili, innanzitutto vorrei rassicurarla sul fatto che si tratta di un’esperienza molto diffusa tra i bambini, in particolare dell’età prescolare. L’uscita dalla famiglia è una tappa fondamentale e di forte cambiamento.
I bambini sono di fatto chiamati a rispondere a nuove regole, a nuove figure di riferimento e a mettere in campo le loro risorse e capacità, il tutto in un confronto con i pari e all’interno di un nuovo contesto.
Si tratta per loro di una grande sfida e a volte il fatto di non essere “all’altezza” delle varie richieste li può mandare in confusione e portarli a reagire tramite la via che ritengono più facile, perché la rabbia e lo scagliare oggetti, come lei dice, permette loro di “essere visti” e quindi di entrare in relazione sia con chi si prende cura di loro, sia con i pari.
Sono d’accordo con lei quando afferma che le “botte e le punizioni” non servano a nulla, immagino, infatti, che il bambino sia portato a ripetere un comportamento che, in qualche modo, gli procura un vantaggio, e questo punto sarebbe da approfondire meglio con la terapia familiare.
Ciò che ora mi sento di consigliarle è di osservare bene il suo bimbo in quei momenti così particolari in cui sembra perdere il controllo, provare a bloccarlo fisicamente in un forte abbraccio per evitare che faccia male agli altri, ma anche a se stesso e poi chiedergli cosa ha provato, quale emozione ha sentito prima che, ad esempio, lanciasse l’oggetto. Se non riesce ad esprimersi, provare a fare un bel disegno dell’emozione. Bisogna “dare voce alle emozioni”, bisogna provare a cercare insieme a lui delle possibili soluzioni alternative quando prova quelle emozioni così forti, che non sono sbagliate, di fatto è giusto provare rabbia se una cosa non ci piace o non ci viene come noi vorremmo, ma è sbagliato il modo di incanalarla (lancio degli oggetti o alzare le mani).
Le consiglio anche di rinforzarlo nei suoi momenti positivi, quando cioè riesce a fare qualcosa di difficile o quando riesce a stare bene con gli altri, in modo tale da permettergli di vedere che anche lui è capace, è competente come tutti gli altri. Questo forse consentirà al suo bimbo di costruire un’altra storia della sua vita.
Rimango a sua disposizione per altri possibili chiarimenti.
Cordiali saluti.