Salve, mi chiamo Stefania e scrivo per cercare una risposta ad alcuni atteggiamenti messi in atto da mio figlio di 6 anni e mezzo. Periodicamente si chiude nella sua stanza ed indossa le mie scarpe, inoltre manifesta apertamente il suo desiderio di essere donna perche' dice che le donne sn piu' gentili mentre i maschi sn aggressivi. Riguardo all' abbigliamento dice che gli piacerebbe indossare gonne, maglie colorate perche' quello dei maschietti nn e' scintillante.. Aveva una bambolina come amica immaginaria che mio marito ha buttato e guarda cartoni animati nn ' aggressivi' ma tipicamente femminili anche se nn disdegna cartoni come spiderman o timmy tarner. Per questo motivo viene preso in giro dai suoi compagni di classe.. E' un bambino molto sensibile e intelligente ha da 2 anni persino la " fidanzatina" ( per questo mi destabilizza) ma nn riesce a legare piu' di tanto con i bimbi del suo stesso sesso...e devo ammettere che ha un rapporto conflittuale con il papa' con il quale nn condivide nulla, un po' perche' mio marito rientra tardi da lavoro e quindi e' "stanco" un po' perche' nn c'e' una vera complicita' tra i due per via di una rigidita' mentale da parte di mio marito, da qui gli scontri.... Ha invece con me un rapporto affettivo molto forte.... Spero di aver spiegato dettagliatamente la situazione e di avere una risposta circa il comportamento che devo adottare quando mi confida il suo desiderio che avrebbe voluto nascere donna...grazie di cuore
16 risposte degli esperti per questa domanda
Gent.ma Stefania, non è facile tramite internet dare consigli o dare un giudizio sulla situazione. Interessante però è il modo in cui descrive la Vostra famiglia: il bambino sembra avere un rapporto poco positivo con il papà (che se ho ben capito Lei descrive come molto rigido e poco disponibile e "in contatto" con il bimbo), mentre ha una relazione - all'opposto - molto stretta con Lei. Certamente diventa difficile capire se questa situazione relazionale è in qualche modo collegata con i comportamenti del bambino e con lo stato di confusione che sembra esserci, ma indubbiamente questa situazione è causa di un forte squilibrio all'interno della vostra famiglia, con lei e il bimbo alleati e il papà "emarginato" e chiuso nelle proprie posizioni. Per approfondire la situazione Le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo, che sarà senz'altro in grado di svolgere anche un breve percorso di consulenza per determinare meglio quali sono gli aspetti di maggiore impatto rispetto ad uno stato di disagio del piccolo (che senz'altro c'è, dato che Lei stessa descrive le relazioni con il papà come conflittuali, e che quella con Lei sembra molto molto stretta, in uno stato di forte squilibrio quindi) e che sappia aiutarVi o a gestire diversamente la relazione con Vs. figlio o ad affrontare i comportamenti confusi del bambino in merito alla volontà di appartenere al genere femminile. In bocca al lupo per tutto
Cara Stefania, quella che descrivi è sicuramente una situazione che potrebbe procurarti ansia. Vorrei però tranquillizzarti per il fatto che il bambino è ancora piccolo e questa preferenza per la sfera femminile potrebbe facilmente risolversi. E' anche vero però che è bene non trascurare i segnali che lui ti sta inviando con questo comportamento, ovvero cercare di coltivare maggiormente il rapporto tra lui e il padre, coinvolgendo tuo marito nel vostro legame il più possibile. Tutti i bambini hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali, in particolare i maschietti hanno bisogno di confrontarsi con il padre per potersi poi identificare con un valido modello maschile, soprattutto pensando al futuro periodo adolescenziale. Prova quindi a confrontarti con tuo marito su questo, provando a migliorare il loro legame e chiedendo a lui di essere meno "ruvido" nei suoi confronti, in modo da non creargli rifiuti o ansie. In bocca al lupo!
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Gentile Stefania, l'orientamento sessuale è un tema piuttosto complesso, non sempre di univoca interpretazione, a volte destabilizzante per i genitori. Eppure con esso bisogna fare i conti, e certi aspetti non si possono eludere, per quanto scomodi, ma devono essere affrontati con determinazione, intelligenza e sensibilità. I bambini sono molto curiosi rispetto alla sessualità, hanno bisogno di esplorare e conoscere, a volte anche in maniera ambigua. Alcuni comportamenti possono modificarsi nel tempo, difficile interpretarli in modo precoce; tuttavia, non è da escludere che si manifesti, già in età infantile, un orientamento diverso, quindi non eterosessuale. Se così fosse, sarebbe fondamentale da parte di Voi genitori affrontare la cosa nel modo più sereno possibile, evitando di trasmettere ansie e forti disapprovazioni al bambino. In questo senso, ciò che lei scrive in merito all'atteggiamento di suo marito dovrebbe essere oggetto di un'attenta valutazione. L'orientamento sessuale, comunque si ponga, non è una questione di moralità o di malattia (salvo l'area della psicopatologia sessuale e delle parafilie, ma l'argomento è complesso e non può essere sviscerato in questa sede). Occorre essere prudenti, affettivi, inclini al dialogo, e magari rivolgersi ad uno psicologo se faticate a gestire la situazione. Un cordiale saluto
Cara signora Stefania, permetta a suo figlio di sperimentare i ruoli e semplicemente non soffochi le sue domande, o curiosità o stranezze. Ha detto che il papà è più rigido, cerchi di non esserlo lei e se possibile intercetti qualche possibile gioco che possano fare padre e figlio. Si cresce anche con i genitori tanto diversi oppure con quelli con i quali si hanno conflitti. Solo se si accorge di una sofferenza psicologica del bambino può preoccuparsi, per tutto il resto c'è la vita.
Cara Stefania, Quello di cui ci parla è un comportamento che, soprattutto negli ultimi decenni, si osserva in diversi bambini maschi, e succede lo stesso anche per alcune femminucce. Il superamento che storicamente si è avuto rispetto ad alcuni confini rigidi tra i generi fa sentire i suoi effetti anche nei comportamenti infantili. Non è facile darle un suggerimento senza conoscervi personalmente, però possiamo partire da alcune considerazioni generali. Prima di tutto le vostre paure: capisco che, soprattutto per un padre comportamenti di questo tipo facciano pensare a tendenze omosessuali o transessuali del figlio. In realtà non è detto che sia così. Potrebbe essere soltanto un gioco che il bambino fa per entrare in contatto con un mondo come quello femminile che lo incuriosisce, e trattandosi di un bambino così sensibile la curiosità ci sta tutta. Potrebbe anche non essere solo questo, ma a quest'età, e soprattutto senza conoscere il bambino, è difficile dirlo, quindi non mi sentirei di escludere questa ipotesi. Poi c'è quella frase che lei mette quasi in secondo piano "i continui scontri". Avere due genitori che si scontrano per causa sua non è certo positivo per la serenità del vostro bambino; potrebbe maturare in lui un conflitto tra ciò che gli sembra normale fare e il fatto che proprio quel comportamento causa liti tra i suoi genitori. Infine la presa in giro da parte dei suoi compagni: da bambini tutti siamo stati presi in giro per qualcosa, fa parte del fatto stesso di vivere situazioni sociali. Probabilmente voi vedete quello che succede a vostro figlio come una cosa particolare perché siete allarmati dal suo comportamento, ma i bambini utilizzano moltissimo questa modalità di interazione, ed imparare a parare e rispondere alle frecciatine e alle provocazioni è parte integrante della loro crescita. Aggiungo poi che esiste una teoria secondo la quale quanto più si tenta di reprimere i comportamenti tipici dell'altro sesso nei bambini, tanto più questi tenderanno ad emergere con prepotenza da grandi. In definitiva il mio suggerimento è di evitare ogni repressione di questi comportamenti, anzi parlarne col bambino, farvi raccontare ciò che prova, le sue fantasie, magari anche i suoi turbamenti. Può darsi che da grande avrà preferenze omosessuali, ma può anche darsi che, come dicevo all'inizio, questo sia solo un gioco come un altro, che, vissuto senza conflitti e senza doversi sentire sbagliato per qualche motivo, andrà a finire nello scatolone dei giochi con tutti gli altri quando lui crescerà. Suggerisco anche di rivolgervi ad un collega della vostra zona, sopratutto se avete bisogno di aiuto per gestire la relazione tra voi genitori al fine di evitare che, come dicevo sopra, diventi motivo di conflitto per vostro figlio. Le faccio i miei migliori auguri e la saluto cordialmente.
Gentile Signora Da quello che lei descrive emergono due aspetti importanti: 1- lei ha un giudizio negativo verso suo marito che ritiene rigido e non comunicativo 2- suo figlio ha ben percepito questo e si sta schierando con lei contro il padre visto come aggressivo, da qui i suoi comportamenti. Il mio suggerimento affinchè suo figlio abbia una crescita armonica e un’identificazione corretta con il padre, quindi con la figura maschile, è che lei cambi atteggiamento verso suo marito, riconoscendogli le sue caratteristiche specifiche maschili e non lo denigri verso suo figlio. Faccia un buon lavoro di valorizzazione del padre, che contiene anche l’accoglienza dei suoi limiti; in questo modo suo figlio, percepirà il suo permesso di potersi identificare con il padre e non di doversene allontanare come sta facendo ora.
Salve Stefania, ha spiegato dettagliatamente la situazione che riguarda suo figlio. Capita a volte che i bambini scelgano di mettere in atto comportamenti che appartengono al sesso opposto, per loro si tratta di un gioco e spesso i giochi del sesso opposto (specialmente se si tratta di fratelli o sorelle) attraggono, solo perché sono nuovi. Mi è capitato di conoscere bambini, anche maschietti, che sceglievano comportamenti e giochi tipicamente femminili, uno di loro, all’età di due anni amava osservare la lavatrice (l’ha proprio pretesa come regalo per natale) e utilizzare accessori per le pulizie della casa. La spiegazione? Ciascuno di noi apprende ciò che vede, specialmente i bambini. Probabilmente suo figlio osserva più spesso lei o altre eventuali donne (nonna, baby-sitter,parenti, ecc.) presenti in casa o in famiglia, semplicemente perché passa più tempo con lei o con loro, dato che il padre rientra tardi dal lavoro e sono poco complici, quindi con lui ci si identifica poco. Anche il suo dire che le donne sono più gentili mentre i maschi sono aggressivi, riflette la relazione che ha con i propri genitori (quindi con lei e con suo marito) e probabilmente, vedendo nella sua mamma più gentilezza rispetto al papà, generalizza il pensiero a tutte le donne. Viene da sé che suo figlio sia più sensibile. Va bene così. Vorrà dire che la sua sensibilità lo aiuterà a svolgere, da grande, professioni specifiche che richiedono questa competenza. Del resto non si tratta altro che di convenzioni sociali. Se una maschietto preferisce cose femminili non va bene, ma se una femminuccia sceglie cose maschili allora va tutto bene e non ci preoccupa. Per quanto riguarda il comportamento da adottare con lui quando le confida il suo desiderio di aver voluto nascere donna, può semplicemente spiegargli che anche nascere uomo ha tanti vantaggi e non esclude assolutamente la possibilità di essere sensibile e fare tutto ciò che una donna può (magari può chiedere proprio a lui quali altri vantaggi comporta per lui essere donna e, laddove possibile, integrarli col suo esser nato maschietto). Importante è non bloccare questo suo modo di fare, ma lasciare a lui la possibilità di manifestare ciò che sente. Spesso si tratta solo di fasi di passaggio.
Gentile utente, non è possibile rispondere così semplicisticamente ad una domanda che scaturisce da una situazione così delicata come quella che lei descrive. Tenga presente che i problemi dei bambini necessitano di un esame della situazione psicologica relativa a tutta la famiglia, con particolare riferimento ai genitori. La invito a non sottovalutare assolutamente la situazione e a cercare un migliore equilibrio con l'aiuto di uno/a psicoterapeuta. Tale migliore equilibrio inoltre sicuramente si ripercuoterà beneficamente su tutti i membri del nucleo familiare, lei compresa. Cordiali saluti
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
buon giorno, a mio parere questa è una situazione che potrebbe scaturire dalla grossa conflittualità legata al rapporto con il padre,da un vero disturbo d'identità di genere o da mille atre motivazioni.....la cosa migliore da fare è farlo seguire da un professionista che con i giusti strumenti saprà capire il bisogno reale dal bambino per affrontarlo nel migliore dei modi!!!
Cara Signora, innanzitutto lei mostra una notevole capacità di descrivere la situazione, complimenti! Quando il suo bambino le parla del suo desiderio, cerchi di rimanere il più possibile serena di fronte a lui, dandogli la possibilità di esprimere liberamente ciò che sta attorno al suo desiderio, anche eventualmente fantasie ad esso legate, attraverso domande che aprono a questa dimensione, ad es. “cosa avresti potuto fare che non fai da maschietto?” Forse la sua difficoltà è legata all’espressione dell’aggressività, che avverte come tipica dei maschi. Le consiglio, se possibile, di rivolgersi ad un collega per esporre più ampiamente le sue difficoltà a gestire questo aspetto di suo figlio, preferibilmente coinvolgendo suo marito in questa consultazione, perché è importante che possiate entrambi educare con serenità vostro figlio. Molti auguri!
buongiorno, l'identità sessuale è una complessa fase di sviluppo che dipende da molteplici fattori, fisici, corporei, cognitivi, relazionali e psicologici,..ma anche dal contesto in cui si vive. certo il modello genitoriale fà la sua parte, i bambini dipendono dal giudizio dei genitori,e si comportano di conseguenza. ora è presto per dire quale direzione di genere assumerà lo sviluppo sessuale di suo figlio, ma certamente dev'essere chiaro che l'atteggiamento dei genitori dev'essere accogliente e comprensivo, tranquillizzante e assolutamente NON giudicante...suo figlio, come tutti i bambini, solo così potrà seguire la sua natura e divenire ciò che la sua personalità dovrà diventare. La crescita di una persona se pur dipende dai contesti ambientali, educativi, affettivi e sociali, deve anche permettere il divenire di quel dato individuo in tutte le sue forme,..possiamo forse cambiare la direzione di un albero quando cresce, o il corso di un fiume nel suo scorrere?il bello della Natura e del mondo sta nelle infinite forme delle sue espressioni, nei contrasti, nelle ombre e nelle luci, nei colori e nel buio, nelle stagioni e nell'alternarsi del clima ,...solo grazie a tutto ciò che appunto non è scontato ne ammiriamo la bellezza... un cordiale saluto
Cara Stefania, leggendo la tua domanda mi sembra di capire che tu non sia tanto preoccupata delle possibili ed eventuali preferenze sessuali del tuo mìbambino, ma piuttosto come rapportarti a lui in wìqueste manifestazioni palesi e dirette di desideri e preferenze. da quello che scrivi tuo figlio si trova ancora in una fase evolutiva in cui non si è connotati sessualmete, nella maniera in cui ragioniamo noi adulti, e molto probabilmente il suo potrebbe essere un modo semplice e ingenuo di affermare una sensibilità importante che lo rende avverso alle manifestazioni aggressive e quindi poco a suo agio nei contesti marcatamente maschili che da quest'età in poi e per alcuni anni tendono a differenziarsi dalle femmine attraverso comportamenti che si caratterizzano per forza, competizione e sfida..... pensa un po' a degli animaletti che imparano a diventare grandi e competitivi nel branco per affermare la loro identità. credo che tu abbia ragione che il mancato o quasi assente rapporto con il padre posso indurre il bambino a prediligere il tuo mondo di rappresentazioni e comportamenti, in quanto si trova più a suo agio e più tranquillo e capace. mi sembra ovvio dirti che non serve fare un dramma sulle affermazioni di tuo figlio, ma sicuramente aiutarlo a trovare degli ambienti in cui possa assumere competenze che potremmo definire "più maschili" che gli diano più sicurezza nel rapporto con gli altri coetanei. magari fare dello sport a suo scelta, magari di gruppo, potrebbe essere utile. nel frattempo si possono utilizzare delle figure maschile di supporto, come i nonni e gli zii per bilanciare il suo mondo di rappresentazioni ed identificazioni.
Buon giorno signora Stefania, a 6 anni il bambino non ha ancora maturato una reale differenza tra maschio e femmina. Probabilmente gli piacciono i vestiti della mamma e li vorrebbe anche lui ma questo può non voler dire molto di più. Quando suo figlio le confida di voler essere una donna parli con lui liberamente e se davvero è una sua inclinazione si capirà in un'età più matura. Spero di esserle stata di aiuto.
Credo sia sicuramente difficile dire oggi quella che può' essere la tendenza naturale di suo figlio. Tuttavia c'è da dire che anche se non è' scientificamente provato la grandissima parte delle tendenze omosessuali nascono da una cattiva identificazione con la figura paterna. Quello che lei racconta sembra confermare questa tesi. Ne provi a parlare con suo marito ma se vede che questa strada non conduce da nessuna parte deve cercare di stare vicino a suo figlio senza preoccuparsi ma rassicurandosi che tutto passa e che se suo figlio vedrà' in lei un saldo riferimento sicuramente gli sarà' piu' facile riuscire a superare degli eventuali problemi di identificazione con il padre. Nel corso della vita troverà' sicuramente altre figure maschili di riferimento che lo aiuteranno nel cammino di crescita e maturazione. Saluti e coraggio.
Gentile signora, la risposta che mi viene da dare in prima battuta, sarebbe quella di sollecitare il padre ad essere più attento e presente, piuttosto che rifiutante. Il bambino sin dalla più tenera età, necessita delle figure significative presenti, al fine di modulare modalità comportamentali e cognitive adeguate e soddisfare i propri bisogni di accudimento primario. Essere stanco nel post- lavoro non giustifica una assenza di complicità paterna; rifiutare il comportamento del bambino, può spingerlo sempre più verso modalità comportamentali non attinenti al suo sesso biologico; lei dichiara che il suo bambino ha una fidanzatina da due anni, e un legame conflittuale col padre rifiutante: mi preoccuperei del recupero del rapporto tra i due, anche attraverso l'utilizzo di uno specialista dell'età evolutiva. Con riferimento alla domanda che Lei pone, Le direi che lo specialista preposto spiegherebbe con i termini corretti quanto il figlio Le domanda e potrebbe risolvere alcuni nodi conflittuali del padre; le scelte biologiche sono casuali, mentre gli influssi ambientali, culturali e sociali fortunatamente no.
Padova
La Dott.ssa Michela Morin offre supporto psicologico anche online
Salve Stefania
io vi consiglierei di cominciare da una consulenza di coppia e poi passare alle problematiche del bambino. Magari modificando dei vostri comportamenti genitoriali riesce a capire meglio cosa sta cercando di dimostrare vostro figlio. Mi chiedo come fa un adulto ad essere in conflitto con un bambino di 6 anni? Mi chiedo se lei è proprio contenta del legame intenso che si sta strutturando tra lei e suo figlio escludendo il padre? Mi chiedo se la vostra coppia non ha avuto conseguenze da cio?
Chiaramente l'identità sessuale di suo figlio alla sua età è ancora incerta.
Mi tenga a corrente della situazione.Se vuole le suggerisco un istituto di terapia familiare nella sua zona.Saluti