Buona sera, sono la mamma di un bambino di quasi 7 anni che frequenta la prima elementare.
Mio figlio non e' accettato dalla maggior parte della classe, gioca con due o tre bambini e con gli altri no, perché mi dice che non lo vogliono, fanno di tutto per farlo a piangere e prenderlo in giro. Lui ha un modo di rapportarsi con i suoi coetanei, a volte, un po' prepotente ed aggressivo soprattutto quando non si sente accettato, premetto che dai 4 ai 6 anni ha fatto logopedia per un disturbo specifico del linguaggio e questo lo ha sicuramente portato in passato, a volte, ad avere problemi nel relazionarsi con i suoi coetanei.
Lui vorrebbe essere amico con tutti, non accetta che gli venga detto " tu non sei mio amico", io e mio marito ci parliamo spesso per spiegargli, che innanzitutto non deve piangere se lo prendono in giro, che se smette, di conseguenza i suoi compagni smetteranno di prenderlo in giro, che può succedere di non piacere a tutti, che e' una cosa normale e che non si deve arrabbiare, per poi essere aggressivo, ma che deve rimanere tranquillo e giocare con chi vuole giocare con lui.
Ho anche assistito più di una volta fuori scuola a degli atteggiamenti di fastidio, da parte di alcuni compagni di classe, mio figlio era andato solo a salutarlo saltando o facendo semplicemente il verso del dinosauro che lui adora e questi suoi compagni lo hanno evitato molto infastiditi.
A me dispiace tanto, sicuramente mio figlio a volte ha degli atteggiamenti che possono dar fastidio, lui non si lamenta sempre di questo, sono io che la sto' vivendo male,nmi dispiace molto e non so come aiutare mio figlio
Buongiorno Tanja,
posso comprendere il suo dispiacere nel vedere il vostro bambino subire rifiuti o prese in giro dai compagni. È naturale sentire quello che lei sente. Tuttavia il rifiuto è un’esperienza sociale, con cui vostro figlio deve fare i conti per crescere. Sicuramente avrebbe una valenza diversa se questo rifiuto da parte degli altri, divenisse cronico. In quel caso diventerebbe dannoso per il figlio, perché esso andrebbe a danneggiare l’autostima del bambino.
Allora che fare? Come lei e suo marito potete aiutare vostro bambino?
Voi genitori potete diventare gli allenatori emotivi di vostro figlio, per aiutarlo a sviluppare l’empatia, ossia la capacità di riconoscere le sue e quelle altrui.
I pianti, la rabbia e i capricci del bambino sono dunque la grande occasione per allenare vostro figlio a sviluppare la sua intelligenza emotiva.
Essere rifiutati da un coetaneo è un momento di presa di coscienza enorme per un bambino. Gli consente di capire che lui e l’altro non sono identità uguali, ma diverse; che per la stessa azione due persone possono provare emozioni differenti. Questa presa di consapevolezza è importante poiché comporta, successivamente, la valutazione dei propri comportamenti. (Faccio un esempio: io bambino, faccio il verso del leone perché a me sembra una cosa divertente e scopro che questa azione invece non diverte affatto il mio compagno, anzi lo infastidisce, tanto da allontanarmi). Quest’esperienza negativa allora in realtà è una grande scoperta per il bambino, in quanto gli fa comprendere cosa prova l’altro e lo induce a scegliere come comportarsi con quel bambino nelle volte successive.
Questa capacità emotiva del bambino deve essere sostenuta dall'abilità emotiva ed empatica dei genitori. Dialogare emotivamente è infatti diverso dal fare considerazioni critiche costruttive.
C’è un famoso libro, già citato altre volte, che si chiama INTELLIGENZA EMOTIVA PER UN FIGLIO di GOTTMAN.
Le suggerisco di leggerlo insieme a suo marito … è un ottimo strumento per riflettere su come aiutare a sviluppare la capacità empatica e farlo crescere così sicuro di sé e sereno.
Dunque alla luce di quanto ho scritto…
Buon allenamento!
Saluti