Buongiorno, la domanda che vorrei porre riguarda mio figlio di quasi nove anni che ha instaurato un rapporto di amicizia con un compagno di judo che frequenta la prima media (lui frequenta la terza elementare). Durante le lezioni di judo tendono a cercarsi e ad avere un rapporto quasi esclusivo, considerato che ci sono bambini più grandi con cui l'altro bambino potrebbe relazionarsi; il mio bambino è evidentemente molto lusingato da questo fatto. Senza volerci vedere della malizia, mi domando su che cosa può basarsi un rapporto così sbilanciato a livello anagrafico. Ringrazio anticipatamente se vorrete darmi una risposta.
Salve Luisa,
la spontaneità dei bambini ci guida sempre nelle più varie realtà relazionali a cui a volte un adulto fa fatica ad adeguarsi. Bambini che vanno più d'accordo con bambine che con i compagnetti maschi, bimbe più mascoline che giocano volentieri a pallone rifiutando l'uso proprio della bambola e, come nel suo caso, bimbi più piccoli di qualche anno che fanno volentieri amicizia con bambini più grandi. Credo che in tutti questi casi sia opportuno valutare il contesto, non tanto per darsi una risposta definitiva alle proprie domande, quanto per cercare di valutare, di volta in volta, la realtà relazionale dei propri figli e comprenderli. Nel suo caso potrebbe essere plausibile l'ipotesi che, trattandosi di un ambiente sportivo fatto di apprendimento di una disciplina, possa essere naturale per suo figlio cercare un modello di riferimento più grande a cui ispirarsi per migliorare o confrontarsi in caso di dubbi, e trovare in questo bambino della prima media un complice che tende una mano. A volte a questa età, soprattutto se si è figli unici (anche se non ho informazioni a riguardo) è naturale e spontaneo cercare un referente più grande che, a differenza di un genitore, possa essere un amico più alla pari con cui sentirsi a proprio agio nella condivisione di uno sport, come è nel suo caso.
Un saluto Luisa e buone attività sportive!
In merito a quanto da lei raccontato, non mi sembra che ci sia una differenza di molti anni, la differenza di eta' se per suo figlio non e' un problema, la questione e' come per gli adulti, che possono avere amicizie di diversi anni di differenza. Forse lei lo vede come un problema perche' non si fida molto di suo figlio e dell'altro bambino, ma finche' non vengono segnalati dal maestro del corso comportamenti anomali, non c'e' da preoccuparsi. Se dopo il corso teme che suo figlio possa frequentare un gruppo poco raccomandato, ne parli con lui e trovate insieme un modo per cambiare amicizie. L'eta' non e' un problema. Spero di esserle stata di aiuto. Cordiali saluti
Buonasera, ovviamente non è facile risponderle così su due piedi e la risposta non potrà essere esaustiva. Le variabili in campo potrebbero essere molte: eventuali difficoltà dei ragazzini a relazionarsi con i pari età, una serie di interessi comuni (per es. squadra del cuore, videogiochi etc...). Consideriamo poi che l'altro bambino, essendo in prima media, fino a qualche mese fa era alle elementari e questo potrebbe anche avere il suo peso. Queste sono supposizioni, il suo bimbo potrebbe dirle meglio di me su cosa si fonda questa amicizia. Non so da quanto tempo sia iniziato il corso, vedrà che i maestri sapranno agevolare l'inserimento e le interazioni anche con gli altri bambini, capita abbastanza spesso.
Gentile Signora Luisa,
il fatto che suo figlio sia lusingato dal ricevere attenzioni da un amico più grande di lui, con la condivisione di uno sport che ad entrambi piace, è forse da imputare ai suoi bisogni, chissà,quali sono? Sarebbe utile scoprire com'è stata la storia di questa amicizia, in quale periodo è nata, che cosa stava attraversando suo figlio, i rapporti con altri coetanei...e in famiglia. Inoltre a chi dovrebbe invece rivolgere le attenzioni suo figlio?
Queste domande aprirebbero molte porte e possibilità utili a capire meglio tanto suo figlio, quanto le sue curiosità, molto utili.
La saluto