Mio figlio non mangia ne a casa ne al nido

Serena

Buongiorno, mio figlio di 2 anni è sempre stato molto difficile con il cibo e sono più le volte che fa “ capricci “ che quelle in cui mangia tranquillo. Da quando ha iniziato il nido la situazione è peggiorata. Si rifiuta di mangiare sia al nido che a casa. Al nido mangia un po’ di frutta e pane, a casa vuole solo pane, latte e frutta. Non so più come comportarmi con lui e anche io sono arrivata a livelli di stress notevoli. Con mio marito stiamo pensando di rivolgerci ad uno psicologo infantile. Il nostro pediatra prende la cosa molto passivamente, ci fa fare esami delle urine che sono puntualmente negativi e ci dice di fargli mangiare ciò che vuole e prima o poi tornerà a mangiare come prima ( che già mangiava poco e in modo selettivo ). L’umore in casa ne risente ad ogni suo rifiuto.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno,
mi sembra che il bambino rifiuti cibi più difficili da digerire, ciò che avverte forse come un sovraccarico, ed è possibile che verso i 3 anni l'intestino maturi e sia più capace di digerire alimenti più complessi.
Bisognerebbe inoltre sapere meglio cosa mangiava prima, anche nell'ipotesi che sia un comportamento oppositivo che è peggiorato con l'inserimento al nido.  Un bambino di due anni non padroneggia ancora il linguaggio e l'opposizione potrebbe trovare questa forma di esprimersi. In tal caso bisognerebbe capire con una diagnosi psicologica a cosa il bambino si oppone. Se vuole può lasciare una recensione sulla risposta, che mi sarebbe gradita.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Spesso i bambini molto piccoli mostrano difficoltà di adattamento in questo modo. Può essere un modo per manifestare il dissenso rispetto al cambiamento. 
Siamo  disponibili ad un consulto genitoriale, che potrebbe essere utile per evitare che il cibo possa essere gestito dal bambino, seppur piccolo, come "un'arma relazionale", comprendendo che vi allarma così tanto. Se vuole può contattarci ci troviamo a Vedano e la nostra equipe può aiutarvi a capire come comportarsi in famiglia perché il problema rientri e tutto torni alla tranquillità . 

Dott.ssa Lucia Chiarioni

Dott.ssa Lucia Chiarioni

Monza e della Brianza

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Buongiorno, la tensione che genera in casa (e anche a scuola) un bambino che non mangia è comprensibile, ma spesso non fa che aggravare il problema. Non è per niente facile per i genitori mantenere la tranquillità davanti a questo atteggiamento di un bimbo rifiutante verso il cibo,  e specie se va avanti da tempo, è giusto affrontarlo con l’aiuto di uno specialista. E’ necessario approfondire la natura di questi comportamenti e va scartata un’origine organica. Se il pediatra ha già valutato questa ipotesi come non corrispondente, allora è opportuna la consulenza psicologica. Se desiderate ulteriori informazioni sono disponibile a un contatto tramite l’apposito modulo. Ricevo in centro a Monza.

Cordialmente

Dr.ssa  Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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Cara Serene,

Grazie per aver condiviso la sua preoccupazione riguardo alla situazione alimentare di suo figlio. È evidente che questo sta creando un ambiente emotivamente teso sia per lei che per il resto della famiglia. 

Prima di tutto, è comprensibile che si stia sentendo stressata; affrontare problemi alimentari nei bambini può essere molto difficile e emotivamente logorante. Il fatto che il pediatra non stia prendendo la situazione con la serietà che lei sente sia necessaria può aggiungere ulteriore stress.

Rivolgersi a uno psicologo infantile potrebbe essere un passo molto utile. Un esperto potrebbe fornire una valutazione più dettagliata del comportamento di suo figlio e offrire strategie su come affrontare la situazione. Potrebbe anche essere utile per lei e suo marito avere un supporto emotivo mentre navigate attraverso questa sfida.

Nel frattempo, potrebbe essere utile adottare un approccio più giocoso ai pasti, cercando di ridurre la tensione che suo figlio potrebbe percepire. A volte, i bambini rifiutano il cibo non tanto perché non hanno fame, ma perché sentono lo stress dei genitori e reagiscono di conseguenza.

Infine, se il pediatra attuale non sta fornendo il supporto che lei ritiene necessario, potrebbe essere utile cercare una seconda opinione. 

Grazie per aver condiviso la sua esperienza e le auguro il meglio nel trovare una soluzione che riporti serenità nella vostra routine familiare.

Dott. Matteo Piccioni

Dott. Matteo Piccioni

Torino

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Gentilissima, poiché suo figlio ha solo due anni e dunque non è in grado di esplicitare i motivi per cui fa fatica a mangiare, e poiché queste difficoltà con il cibo sono presenti già da tempo, per tentare di costruire i motivi è importante a mio avviso l'utilizzo di un setting integrato. Da un lato sarebbero senz'altro molto utili dei colloqui con voi genitori, oltre che l'osservazione del bambino, dall'altro la possibilità di introdurre nell'équipe una naturopata in grado di evidenziare eventuali intolleranze alimentari potrebbe essere un modo per comprendere le logiche alla base del rifiuto di mangiare di vostro figlio. Nel nostro studio Somatopsyché lavoriamo da molti anni in setting integrato, grazie alle competenze trasversali in ambito psicologico, naturopatico e di altre discipline naturali che sono in comune fra i diversi professionisti. Se interessata ad un appuntamento, mi risponda pure a questo messaggio.

Cordiali saluti

M. De Giacomo

Dott.ssa Maria Concetta De Giacomo

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Monza e della Brianza

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Buongiorno Serena,

Mi dispiace che lei stia vivendo un periodo così provante e sono lieta che abbia cercato un consulto con professionisti esperti.

In primo luogo, vorrei legittimare le sue sensazioni di stress e frustrazione e aiutarla a normalizzarle. È una situazione sicuramente complessa da gestire, quindi è legittimo che si senta così. Ciò non la rende una madre meno abile, anzi è proprio indicativo di quanto tiene al benessere di suo figlio e sia disposta ad aiutarlo a qualsiasi costo pur di nutrirlo in maniera più varia.

I bambini che a quell’età risultano schizzinosi, spesso sono semplicemente molto spaventati da tutto ciò che è per loro nuovo. La novità richiede capacità di gestione che suo figlio potrebbe non aver ancora padroneggiato. Anche gli adulti tendono a non fidarsi di ciò che è nuovo, rimanendo ancorati a determinate situazioni solo perché sono già conosciute. L’ignoto spaventa proprio perchè non è detto che sia piacevole, quindi è più comodo rifiutarlo a priori per non rimanerne eventualmente delusi.

Ci sono molti modi per rendere più appetibile il cibo ai bambini (per esempio, tagliarli in forme particolari o guarnirli con colori alimentari), che sono molto più attratti dall’aspetto piuttosto che dal sapore. Andrebbe monitorato l’andamento dell’atteggiamento di suo figlio, perchè rischia di cronicizzarsi e di non abituarsi fin da piccolo a determinati gusti (che potrebbero causare il rifiuto di molti nutrienti in età adulta). Sarebbe utile comprendere anche quando è nata questa preferenza e se ci sono eventuali motivazioni che ne spiegano l’origine e la mantengono nel presente.

In caso necessiti di una consulenza più approfondita, resto a sua disposizione e la invito a contattarmi tramite il mio sito.

Le auguro buona giornata,

Dott.ssa Alexa Rao

Psicologa e Neuropsicologa cognitivo-comportamentale

Studio di Psicologia Seregno (MB) e online

Dott.ssa Alexa Rao

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Monza e della Brianza

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