Gentilissimo Max,
le sue osservazioni su suo figlio suonano così realistiche che leggendo le sue parole pare quasi di vederlo all'opera... O in disparte, a seconda della situazione descritta.
Direi, a mio modesto parere, che le premesse al discorso sono già nella sua gentile lettera, per cui verrò subito al punto, per altro piuttosto evidente.
Vorrei farla un attimo sorridere, ma senza togliere importanza alla sua situazione: ha presente quello spot pubblicitario di non ricordo che gratta-e-vinci che dice "ti piace vincere facile"? Ecco, sembra che il problema di suo figlio sia non tanto il giocare o meno con i coetanei quanto il mettersi a confronto con loro in quelle attività comuni che caratterizzano la loro età. A quell'età si sa, il gioco è una cosa seria, ma suo figlio preferisce giocare sul sicuro, con accanto un adulto, si badi bene, del suo proprio entourage familiare, che molto probabilmente lo lascerà "vincere" o comunque non ne stimolerà lo spirito competitivo.
Mentre lo mette in ansia, e a quest'ultima egli reagisce con il ritiro sociale, il dover dimostrare qualcosa agli altri, quegli altri cui - essendo suoi coetanei - egli non può ovviamente chiedere di lasciarlo vincere.
Più che un atteggiamento "caratteriale" la vedrei come una scelta in realtà, ben chiara, per altro. E, se mi consente, a nulla valgono litigi coniugali sulla posizione da prendere in merito al suo atteggiamento. Perché probabilmente suo figlio ha così tanta "paura" del confronto - della possibile perdita dell'idea vincente (e comoda) che ha di se stesso - che non si lascerebbe convincere nemmeno, probabilmente, dai più severi castighi.
Fin qui, immagino sia già tutto chiaro, come situazione, non ho fatto altro che tradurre in concetti le sue informazioni. Ma come comportarsi, giustamente, lei chiede? Suppongo che agire direttamente su di lui non avrebbe alcun riscontro, è sicuramente trincerato sulle sue posizioni che per lui sono non capricci, si badi bene, ma questione di sopravvivenza sociale: evitare il confronto coi pari per poter continuare a sognarsi il Superman o Reuccio che dir si voglia, della situazione. La stessa differenza che potrebbe esserci - a livello adulto - tra chi si crede un atleta ma non ha mai fatto una flessione in vita sua e chi si dedica all'allenamento con costanza affrontando lo sforzo e la fatica che questo richiede. O tra chi pretenda di avere buoni voti a scuola senza mai toccare libri e chi invece si applica.
Sarebbe semplicistico e riduttivo, ritengo, "inquadrare" (brutto termine, per altro!) in questo senso il bambino, che dopo tutto ha solo 3 anni e mezzo e ha tutto il tempo di imparare che al confronto con l'altro, per amichevole che sia, difficilmente si sfugge.
Mi permetterei quindi di suggerirle, in maniera più operativa e meno concettuale, di "smantellare" pian piano, non di colpo, il mondo comodo di suo figlio: passi per il video gioco, che alla lunga non da poi tutta questa gratificazione, ma se gli adulti che gli stanno intorno cominciassero a non collaborare, a non rispondere alle sue richieste di presenza nei suoi giochi, ma al contrario gli tenessero ben aperta la porta verso il mondo dei pari (asilo, parco giochi, ecc.) forse le cose cambierebbero e sarebbe "costretto" a rivolgersi di più ai suoi pari. E non preoccupatevi se per un pò dovesse continuare ad isolarsi, stando tra i coetanei, è una paura che deve imparare pian piano a vincere. Semplicemente. Come abbiamo fatto tutti, alla sua età.
Oh certo, c'è da aspettarsi una sonora protesta, nel caso, per questa assenza dell'adulto ai suoi comandi, ma non dobbiamo dimenticare che lui che gli "altri" non siano al suo servizio, sotto sotto lo ha già capito, proprio attraverso quei coetanei che per questo motivo tende ad evitare.
Non abbiate timore di essere più genitori che fanno i genitori e meno compagni di gioco, fa parte del crescere questo genere di frustrazioni, e sono certo che, se facesse mente locale sulla sua, di lei padre intendo, infanzia e adolescenza, troverebbe che la competizione tra pari è sicuramente stata un buon motore di maturazione.
Purtroppo sono molte le sfumature di comportamento che suo figlio potrà avere ma a cui una mail difficilmente può rispondere in anticipo.
Spero solo di esserle stato almeno d'aiuto nel mostrarle la situazione che state vivendo in famiglia da un diverso punto di vista. Rimanendo quindi a disposizione, per eventuali ulteriori chiarimenti, porgo i miei più
Cordiali saluti