Gentile scrivente, la questione è molto delicata perché ne va della stima per il genitore, da parte di un'adolescente, che vive in modo controverso il rapporto col mondo degli adulti. Le punizioni possono esser d'aiuto solo dopo che si sono ben comprese le motivazioni che hanno spinto un'adolescente a dire quella specifica bugia. Detto questo, nel momento in cui si è compreso "quel perché", la maggior parte delle volte, la preparazione di una punizione, prima ancora di essere data, è diventata un'esperienza di comprensione dell'altro in quanto figlio o in quanto genitore. Se la difficoltà maggiore è proprio non riuscire a comunicare con la ragazza, allora basta semplicemente affermare senza recriminazione o esagerazione (quindi in un momento in cui non si è nervosi) il proprio dolore, compresa la rabbia (che va solo verbalizzata in modo chiaro e non agita, altrimenti col rischio di allontanare la giovane definitivamente). La rabbia va verbalizzata solo su quell'accadimento specifico e basta, cioè nell'aver ricevuto quella specifica bugia.
Sicuramente dei testi utili sulla Comunicazione non Violenta fra Genitori e Figli, e che ho consigliato con profitto ai miei pazienti genitori possono essere:
1) In Famiglia... quale Comunicazione? di Marshall Rosenberg
2) Comunicazione & Potere. di Marshall Rosenberg
3) Alla scuola di Lucignolo, Gli adolescenti e la trasgressione notturna. di Giovanni Tagliaferro
4) Qualche buona ragione per non sparare sui vostri genitori. di Jaques Paradis
Vi auguro il meglio, e spero di esservi stati utili, Giovanni Occhipinti