Paura e insicurezza verso gli altri bambini

Benedetta

Buonasera, ho una bambina di quasi tre anni. È una bimba molto in gamba, molto vivace e intelligente. parla benissimo e ragiona in modo molto precoce per la sua età.
È sempre stata una bambina molto riservata, non proprio timida ma riservata si, è molto riflessiva.
È molto autonoma in casa, gioca anche molto da sola da quando è molto piccola. Ha tanta fantasia e molta creatività.
Frequenta L asilo da un anno. Li sta bene, le maestre mi dicono che socializza con gli altri, a modo suo cioè con i suoi tempi è mai “lanciandosi” nel mucchio, ma partecipa e si diverte nelle attività di gruppo ed ha anche legato in modo particolare con due bambine della sua classe.
Quando siamo fuori però, ha comportamenti che fanno pensare ad una vera e propria paura degli altri bambini, specie se della sua età o più piccoli. Succede meno con quelli più grandi dai quali invece è affascinata e a volte si avvicina con curiosità.
Sono preoccupata perché quando si avvicina un bambino o lei lo vede anche soltanto da lontano si irrigidisce molto, se può scappa via, altrimenti si blocca .. non muove un passo senza me o senza chi è con lei in quel momento (succede anche con la nonna o con il papà) e si nasconde il viso.
Io non la forzo mai e anzi, cerco solo di capirne i motivi e se fa un gesto anche piccolissimo di apertura la lodo sempre.
La cosa particolare è che lei non solo non sa spiegarne i motivi rispondendo sempre “un non lo so “( ma questo, correggetemi se sbaglio , penso sia normale per la sua età) ma succede che ad esempio lei scappa via perché un bambino le si avvicina al parco, è subito dopo chiede “perché quel bimbo non viene qua?” Oppure “dove è andato quel bambino?”. Io cerco di farle capire che se lei scappa via quel bambino non si avvicinerà a lei e più volte le ho proposto di andare insieme da quel bambino a chiedere come si chiama etc.. ma Lei si rifiuta e a volte si mette quasi a piangere.
Dove stiamo sbagliando? Frequenta L Asilo mezza giornata e al pomeriggio usciamo sempre , meteo permettendo, andiamo al parco o a volte a trovare una amicherà della sua età con la quale ogni volta , per almeno la prima mezz’ora, ha un comportamento di completa chiusura, nonostante sia una bambina ed una famiglia che frequentiamo da quando è nata . Dopo un po’ le passa ma è sempre così. Non vedo miglioramenti. Che dobbiamo fare? quando sono a lavoro sta con la nonna che comunque la porta fuori e insieme ad altri bimbi ma la storia non cambia. Diciamo che quando è con me è peggio (io da sempre lavoro part time perciò una metà della giornata, quando non lavoro al pomeriggio, la passiamo sempre insieme) ma in sostanza è sempre uguale anche quando a portarla fuori sono altri. Non sono una mamma apprensiva, lei è molto legata a me ma credo in modo non ossessivo. Mio marito è poco presente causa lavoro, ma quando c è si dedica a lei al meglio. Cosa devo fare? Rivolgermi a uno psicologo? Sono disorientata perché pensavo fosse una insicurezza che si sarebbe attenuta con il crescere e con L asilo. vedo che in quei momenti è proprio in difficoltà e non so più come aiutarla .. mi sembra che il suo comportamento sia della serie “vorrei ma non riesco” e non capisco cosa ci sia a bloccarla.

1 risposta degli esperti per questa domanda

Cara Benedetta, fare i genitori è molto difficile e la tendenza è quella di colpevolizzarci se vediamo che nostro figlio ha delle difficoltà. Ci possono essere tante motivazioni dietro i timori di sua figlia, ma ciò non significa necessariamente che sia qualcosa di grave. La sua capacità di osservazione e la sua disponibilità a mettersi in discussione sono due grandi qualità che lei possiede e che agevolano la situazione. Non è da tutti! Sono d'accordo con lei nel cercare un aiuto esterno che può darle gli strumenti per gestire questa difficoltà. Il mio consiglio è quello di prendere un appuntamento con uno psicologo e andare lei come primo passo, senza sua figlia, in modo da dare un quadro di tutta la situazione, di quello che state vivendo e sarà il professionista stesso a comunicarle come procedere. Un aiuto di un professionista, una persona esterna, non coinvolta che possa avere ben chiara tutta la situazione è proprio quello che in questi casi aiuta moltissimo. Le auguro il meglio!