Buonasera. Il mio bambino di quasi 3 anni è aggressivo con i bimbi più piccoli: non vuole giocare con loro, non vuole che tocchino i suoi giochi, li spinge, da pizzicotti o botte. Non riusciamo a spiegarci il motivo... anche perché con i bimbi più grandi va tutto bene... a casa e all'asilo è tutto ok. E' un bambino buono, tranquillo in genere, molto furbo sì... ma di sicuro non aggressivo. Gli abbiamo spiegato che si gioca sia con i grandi che con i piccoli... ma lui risponde che “con i piccoli non ci gioca perché sono piccoli“. Di solito riesco a capire se ha un disagio o comunque qualcosa che non lo fa stare bene, ma questo proprio non riusciamo a spiegarlo. Perché fa così? che cosa dobbiamo fare? Se lo brontoliamo sul momento fa ancora peggio... non sappiamo come fare. Vi prego di rispondere. Grazie in anticipo. Mamma Sara
Cara Sara,
in realtà vorrei risponderti più precisamente di come farò oggi ma la tua descrizione è poco dettagliata (non riporti caratteristiche delle circostanze in cui il comportamento si verifica, nè esempi specifici) e per questo motivo ti suggerisco subito una consulenza con uno psicoterapeuta il quale con tempi brevissimi saprà indirizzarti per la strada giusta da percorrere. Lo psicoterapeuta vi chiederà di seguire alcune istruzioni con lo scopo di modificare circostanze e/o esiti del comportamento del bambino.
In generale posso dirti che se il vostro scopo è quello di far si che il vostro piccolino giochi serenamente anche con i bambini più piccoli sarà molto importante valorizzarlo/premiarlo per ogni piccolo gesto (davvero anche minimo) in tal senso per es: accostarsi al bimbo più piccolo, stargli semplicemente seduto accanto, porgergli un oggetto ecc. Inoltre potreste stabilire con lui un premio (es: lo svolgimento di qualche attività che a lui piace molto) che riceverà a condizione che riesca a stare accanto al bambino più piccolo senza fargli male. In questo caso le condizioni, il comportamento e gli esisti sono stabiliti e comunicati al bambino prima che si verifichi la situazione problematica.
Coraggio Sara. A presto
Salve Sara
non smetta di riproverarlo se è aggressivo verso i bambini e non smetta di chiedergli perchè lo fa, i bambini hanno bisogno di essere compresi e il fatto di chiedere loro come si sentono e un modo corretto per esprimere attenzione nei loro confronti.
Le faccio una domanda: è sicura che quando suo figlia gioca con i bambini più grandi (grandi di quanto?) non riceva lui a sua volta botte, pizzicotti, etc.? Non vorrei che suo figlio replicasse con i bimbi più piccoli di lui ciò che subisce da quelli più grandi.
A disposizione per sue ulteriori necessità di chiarimento
Un caro saluto
Firenze
La Dott.ssa Claudia Corti offre supporto psicologico anche online
Gentile Sara,
sembrerebbe che attraverso questi gesti suo figlio voglia esprimere, a suo modo, un'emozione di rabbia. Questo tipo di emozione può avere molteplici significati, ma il significato generale è quasi sempre quello di “mettere a distanza”, allontanarsi da un qualcosa/qualcuno che minaccia il proprio spazio o l'immagine di sé. Il significato specifico nel caso di suo figlio è ricostruibile solo mediante una serie di incontri che permettano di raccogliere un ventaglio più ampio e preciso d'informazioni, ma spesso questo tipo di comportamenti è riconducibile a un eccessivo desiderio di “essere grande”..questo o per compiacere aspettative (anche immaginate, ricordiamoci che si tratta di un bambino per cui 'interpreta' frasi e atteggiamenti degli adulti con gli strumenti emotivi e cognitivi di un bambino della sua età) o perché la sensazione è che solo attraverso l'adultità ci si possa sentire amati o liberi, o ancora perché si sente minacciato dalla presenza, effettiva o futura, di un fratellino/sorellina. Ripeto che si tratta solo di ipotesi e di possibili spunti di riflessione.
Rispetto al comportamento da adottare, sarebbe importante che alla rabbia non si rispondesse con rabbia (brontolata), perché l'effetto in questi casi è spesso un'amplificazione dell'emozione stessa. Piuttosto sarebbe importante accogliere il bambino, abbassarsi fisicamente, guardarlo negli occhi in silenzio, accarezzargli la guancia, per placare la sua rabbia del momento; una volta abbassato il livello della rabbia, spiegargli con le giuste parole, riprendo le sue, che si gioca sia con i grandi che con i piccoli.. Ma è importante che prima avvenga questo passaggio di “contenimento” di ciò che lui sta provando.
Un caro saluto
Buonasera Sara,
ci sono alcuni aspetti da dover approfondire per poter dare una risposta esaustiva alla sua domanda. I bambini manifestano disagio attraverso diverse modalità. L'aggressività ad esempio può essere la manifestazione di emozioni quali frustrazione e rabbia provate nei suoi contesti di vita: scuola, casa, gruppo dei pari (altri bimbi). Non conosco la composizione della vostra famiglia, non so se suo figlio è figlio unico e non è facile individuarne le possibili variabili e concause solo dalla sua descrizione ma proverò a fare alcune ipotesi:
1) I bambini apprendono comportamenti per imitazione quindi potrebbe aver assistito ad una modalità di questo tipo nei contesti in cui vive, ad esempio all'asilo guardando gli altri bambini oppure ricevendo un trattamento simile dai più grandi.
2) Aggressività come espressione di disagio riguardo difficoltà a rapportarsi con i pari. Scaricare la rabbia quindi sui più piccoli potrebbe essere un'azione che riesce a mettere in pratica perchè non si confronta coi pari o i più grandi.
3) Disagio legato al contesto famigliare (Es. presenza di entrambi i genitori ma discussioni tra loro, assenza o poca presenza, a causa del lavoro ad esempio, di una delle due figure genitoriali, ecc.)
4) L'opzione da non sottovalutare in questi casi è anche legata alla possibilità che sia un comportamento passeggero che attraverso i vostri metodi educativi e la sua crescita possa gradualmente svanire. In questo caso dovrebbe monitorare la situazione e darsi alcuni mesi per capire se il problema rientra.
Questo è quanto posso fare in questo contesto. L'ideale sarebbe poter approfondire attraverso un colloquio quali aspetti della sua situazione ci stanno sfuggendo e quindi capire meglio come aiutarla a gestire e risolvere la situazione. Se ha bisogno di ulteriori informazioni o consigli le do la mia disponibilità. Mi scriva o contatti ai miei recapiti. Sarò lieto di aiutarla.
Buonasera Sara, la prima domanda che mi viene da fare è: il bambino ha un fratellino/sorellina più piccolo? siete in attesa o avete parlato di avere un bambino? c’è qualcuno vicino a voi che ha avuto o sta per avere un bambino?
L’ipotesi è che ci sia una attenzione maggiore verso i bambini più piccoli che sono visti come minacciosi per la sua posizione privilegiata come destinatario di attenzioni o per i suoi oggetti (i giochi). Una discriminazione così selettiva del “tipo” di bambini a cui fare del male equivale, anzitutto, ad una eccessiva attenzione verso questa categoria.
Potrebbe anche esserci stato un episodio che includeva un bambino piccolo come destinatario di attenzioni, affetto maggiori ( magari da parte vostra) ad aver scatenato l’aggressività. Sicuramente andrebbe fatta una osservazione e un approfondimento per definire meglio le situazioni in cui quest’aggressività si scatena, i bimbi si danno tante spiegazioni particolari alle cose che vedono e alle emozioni che vivono in quei momenti! questo scatena dei comportamenti che sembrano incomprensibili, come questo.
Vi consiglio di provare a fronteggiare queste situazioni senza dire niente di particolare a vostro figlio ma naturalmente, allontanando l’altro bambino da lui. Non è necessario rimproverarlo, anche il rimprovero può fungere da rinforzo e non scoraggiare l’azione ma sostenerne la sua ripetizione.
Spero di esserle stata utile! Mi faccia sapere cosa accade! Un saluto.