Perché non vuole fare più la cacca?

Raffaella

Salve,

da qualche settimana ho un problema con il mio bimbo di quasi 4 anni, non vuole fare più la cacca nel gabinetto, dice che ha paura, purtroppo abbiamo dovuto eseguire degli esami di feci e del sangue, da quando ha dovuto fare la cacca nel contenitore dice che ha paura quindi se la trattiene a volte anche per 2 giorni, fino a quando non riesce più a trattenerla e quindi la fa nelle mutande.

Abbiamo provato molte volte a metterlo seduto sul water, ma lui comincia a tremare ed a piangere perché ha paura.

La situazione sta diventando veramente ingestibile... Avete suggerimenti su come aiutarci a superare questa situazione?

Premetto che non abbiamo mai avuto problemi né con cacca e né con pipì, da quando abbiamo tolto il pannolino ad agosto scorso, per poter cominciare l'asilo, tolto sia di notte che di giorno e non ha mai fatto pipì a letto

5 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile signora,

è successo qualcosa di particolare nel periodo precedente i sintomi? Più che rimedi estemporanei occorrerebbe riequilibrare presumibilmente il mondo emotivo e sociale del bambino.

La "cacca", il farla, il trattenerla hanno vari significati che si intersecano con i rapporti sociali del bambino. Occorrerebbe pertanto che uno psicologo/psicoterapeuta identificasse il significato dominante in gioco, i rapporti di detto significato con l'ambiente del bambino e conseguentemente trovasse dei correttivi sia a livello psicologico che comportamentale, agendo soprattutto sull'ambiente.

Le consiglio pertanto di consultare questo professionista, assieme all'altro genitore e al bambino. Nel trattamento dei bambini infatti, la collaborazione dei familiari che se ne prendono cura è essenziale.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buonasera, Raffaella.

 Il suo bimbo Le ha detto che non vuole fare la cacca perché ha paura e Lei lo riconduce a quando avete fatto la raccolta per alcuni esami medici. Pertanto sarebbe opportuno approfondire quel periodo, cosa può aver vissuto e soprattutto cosa lui pensa di sè quando ha paura. Potrebbe essere molto utile farsi seguire da uno psicoterapeuta che utilizza EMDR e che lavora coi bambini in modo che possa essere rielaborato questo episodio che al momento sembrerebbe essere fissato come “traumatico”.

Gentile Sig.ra Raffaella,

è importante capire cosa sia successo qualche settimana fa che possa avere in qualche modo turbato il suo bambino da un punto di vista emotivo.

Oppure, ha iniziato a presentare questa paura proprio da quando avete fatto gli esami? Se la risposta è affermativa, bisognerebbe capire se suo figlio abbia colto il significato dell'esame (il bimbo infatti potrebbe domandarsi: "perchè ora devo fare i miei bisogni qui dentro?"oppure si è spaventato alla vista dei contenitori? piangeva o mostrava segni di disagio nel momento di raccolta di pipì e cacca?).

Inoltre, a 4 anni, i bimbi hanno generalmente acquisito un completo controllo sfinterico che è per loro motivo di grande orgoglio e soddisfazione ("decido io quando donare qualcosa di me al mondo!"); chiedere quindi di fare pipì e cacca "perchè lo decidiamo noi grandi", anche se per perseguire il benessere del bambino (come in questo caso, per compiere degli esami medici), può essere vissuto dal bambino come una costrizione. Il trattenere la cacca può quindi essere un tentativo di suo figlio di dire a sè stesso: sono io che decido quando e dove fare i miei bisogni, non lo decidono gli altri!

Provi a dialogare con il bimbo (senza pressarlo) ricorrendo magari al mondo della fantasia (per avvicinarlo all'oggetto, farglielo ri-conoscere e fargli capire che non c'è nulla di che avere paura): se per il bimbo il wc è oggi percepito come una specie di "mostro" cerchi di capire cosa di esso lo impaurisce (può avere paura ad esempio del rumore forte dello sciacquone dell'acqua? del "buco"?) e quindi avvicinarlo all'oggetto, spiegando che anche mamma e papà usano il wc per i propri bisogni.

Leggere libretti o inventare storie a tema che permettano al bimbo di ri-scoprire una abilità già acquisita senza problemi in passato, permettendogli quindi di ri-utilizzare il wc senza problemi. 

Cordiali saluti.

 

Cara Raffaella,

il bambino si è spaventato. Non racconta come mai avete dovuto eseguire gli esami, ma evidentemente le ragioni non gli sono state spiegate chiaramente o il piccolo ha percepito una certa dose di preoccupazione. E comunque un ago nel braccio a 3 anni è un bel rospo da digerire!

Procuratevi dell'Arnica 30 k in granuli (marca non francese), è un rimedio omeopatico che serve per i traumi. Quando lo vedete spaventato, dateglielo (5 granuli, da sciogliere in bocca). Non ripetete il rimedio se non mostra spavento. Dovreste vedere "l'effetto" entro 15 minuti.

Se la questione si facesse più ostinata, consiglio caldamente comunque la visita da un buon omeopata unicista. 

Abbiate tanta pazienza con lui, parlate più volte del momento degli esami del sangue, fate in modo che possa elaborare e far scorrere il suo piccolo trauma.

In bocca al lupo.

Buonasera Raffaella,

potrebbe essere successo qualcosa nel periodo in cui avete fatto gli esami, che ha spaventato vostro figlio. A volte anche solo la percezione che ci sia un “problema” per cui è necessario fare gli esami può creare un’aura di pericolo e il bambino, con gli strumenti che ha, crea un collegamento. Questa è un’ipotesi rispetto alle informazioni scritte, ma potrebbero esserci anche altre motivazioni.

È lui che vi ha detto di aver paura? Se si, Magari cercando di indagare in maniera molto semplice le emozioni e sensazioni che questa paura provoca, si può capire come aiutarlo. Ad esempio se ha sentito dolore o altro. E’ importante non rimproverarlo, ma cercare con pazienza di incentivarlo, anche attraverso dei giochi o delle storie che ricalchino le sue paure offrendo delle soluzioni.

Se la situazione non migliora in poco tempo potreste chiedere un consulto psicologico per avere dei consigli pratici più adatti alla vostra situazione in particolare o una valutazione con il bambino.

 Flavia Ilaria Passoni

Flavia Ilaria Passoni

Monza e della Brianza

Flavia Ilaria Passoni offre supporto psicologico anche online